Nino Frassica nel “salotto” allestito presso il cortile di Palazzo Conventati diverte il pubblico leggendo alcuni brani tratti da La mia autobiografia (70% vera 80% falsa), oltre a rispondere alle domande di Ennio Cavalli, giornalista e scrittore, che, per l’occasione, fa gli onori di casa.
«La Mondadori non mi chiese un libro umoristico, ma una vera e propria autobiografia» – afferma il comico siciliano a proposito della nascita del suo libro – «ho provato a scriverla, ma mi sembrava un curriculum, era troppo burocratica. Allora dissi: ‘posso provare a scrivere di testa mia?’ Scrissi una pagina piena di castronerie, e mi dissero che andava bene».
Nel corso dell’incontro viene ripercorsa la carriera di Frassica, partita da una discoteca siciliana in cui si esibiva da ragazzo, passata per il fortunato incontro con Renzo Arbore e per il programma “Quelli della notte”, che lo ha portato alla ribalta, per poi giungere alla più recente partecipazione alla serie televisiva Rai “Don Matteo”, di cui viene annunciata l’undicesima stagione, in arrivo per ottobre 2017. Non sono mancate neanche delle gag che hanno coinvolto direttamente il pubblico: due persone sono state chiamate a partecipare al gioco del “vero o falso”, in cui è stato ricreato uno sketch che Frassica propone nel suo “Programmone”, in onda tutte le mattine su radio2.
A proposito della canzone presentata a Sanremo e riproposta allo Sferisterio in occasione della finalissima della XXVII edizione, A mare si gioca, scritta e arrangiata da Tony Canto, in cui viene affrontato il delicato dell’immigrazione, il comico confida alla nostra redazione di “Sciuscià” il suo pensiero: «Non è un fatto di essere un comico. Io di mestiere faccio il “clown”, ma come persona mi sento coinvolto in questo tipo di problematiche e, avendo l’occasione di poter portare sul palcoscenico di Sanremo quel testo, che è di Tony Canto, ho fatto la mia parte».