Vengono da Barcellona ed uniscono culture, valori e tradizioni differenti in un progetto musicale unico: i Barcelona Gipsy balKan Orchestra hanno affascinato il pubblico dello Sferisterio, giovedì 22 Giugno, e de La Controra, venerdì’ 22. “Ci definiamo un caos creativo, a volte possiamo esplodere e delle volte possiamo generare qualcosa di nuovo ed interessante, che arriva al cuore della gente”: Si presentano i BGKO, che hanno rilasciato un’intervista alla redazione di Sciuscià.
Nonostante abbiate provenienze e culture differenti avete deciso di stabilirvi a Barcellona. Come mai questa decisione? Questa città, con la sua storia e la sua arte, in che modo e misura si può ritrovare nelle vostre canzoni?
Tutti viviamo a Barcellona e causalmente ci siamo incontrati. Siamo dei viaggiatori, uniti dalla grande passione per la musica dell’est. Ci siamo trovati a nostro agio, perché è una città multiculturale e stimolante musicalmente e culturalmente. Abbiamo la possibilità di suonare con musicisti che vengono da tutto il mondo; diciamo che, anche senza viaggiare, a Barcellona riusciamo ad unire culture diverse, grazie alle Jam Session a cui partecipiamo.
Una curiosità: come è nato il vostro gruppo?
Siamo dei professionisti e ci siamo incontrati per caso: essendo gli unici che suonano musica balcanica, nell’Europa occidentale, ci siamo incontrati e siamo diventati una grande famiglia. Sul palco siamo in sette, ma ci sono vari sostituti e collaboratori che hanno partecipato a questo progetto, che mi piace definire collettivo.
La vostra proposta musicale è un incontro di più culture e tradizioni; in un’Europa in crisi d’identità, che ricerca sempre più la tipicità nazionale, qual è il segreto del successo della vostra musica?
Non è facile collaborare con artisti che non parlano la stessa lingua, che hanno valori e tradizioni diverse che a volte si scontrano. Ci definiamo un caos creativo: a volte possiamo esplodere e delle volte possiamo genera qualcosa di nuovo ed interessante, che arriva al cuore della gente. Sicuramente questo progetto, che mira ad unire e non a dividere, piace alla gente. Abbiamo viaggiato tanto e siamo stati contenti di incontrare, lungo il nostro percorso, gente come noi, aperta, curiosa e desiderosa di aiutare gli altri. Ai nostri concerti, dedichiamo sempre una canzone a tutte quelle persone che non hanno paura; questo perché crediamo che, con la curiosità, ci si possa avvicinare a qualsiasi tipo di persona e cultura. Quando conosci veramente chi ti circonda, impari ad accettare la diversità e la scopri una ricchezza.
Come vedete cambiare la percezione della vostra musica da parte di un pubblico con un differente background musicale e culturale differente dal vostro?
Noi siamo consapevoli che il nostro gruppo sia figlio della modernità e della velocità con cui musicisti e melodie viaggiano nel mondo, per arrivare ovunque. Siamo riusciti ad imparare un repertorio enorme grazie alle nuove tecnologie: senza aver vissuto nel Balcani, ci siamo messi in contatto con quel tipo di musica. All’inizio avevamo paura di presentare il nostro progetto in quei luoghi, ma siamo stati piacevolmente sorpresi dal riconoscimento incredibile che abbiamo ricevuto e nello scoprire che, anche al pubblico di origine balcaniche piace la nuova interpretazione della loro musica, che offriamo.
Che cosa vi ha colpito ed affascinato della città di Macerata, dello Sferisterio e di Musicultura?
Di Macerata ci piace la sua dimensione pacifica, tipica di in molti paesi del centro Italia. È bello immaginare di poter far tutto nei centri storici, che sono una ricchezza, un patrimonio artistico a cui non sempre si è abituati. Ecco, in queste piccole città ritroviamo una dimensione umana e diretta, che ci affascina da sempre.