Domenica 23 Giugno il giornalista, scrittore e carismatico cantastorie Fausto Pellegrini ha guidato il pubblico de La Controra di Musicultura in un viaggio alla scoperta della canzone d’autore al femminile, presentando il suo ultimo libro Incanto.Viaggio nella canzone d’autrice.
Fausto raccoglie di storie e di vite di artiste, tutte diverse tra loro, per esaltare la vera importanza e la rilevanza della scrittura femminile all’interno del panorama musicale italiano contemporaneo. Pellegrini ha raccontato il festival per RaiNews24 e ha parlato della canzone d’autore, del suo straordinario mestiere e di molte altre avventure in questa intervista, a cura della redazione di Sciuscià.
Nel 2009, in compagnia del poeta e scrittore Erri De Luca, ha girato l’Italia con lo spettacolo itinerante “chiacchiere e chitarre”, frutto della sinergia tra il culto della scrittura e quello della musica popolare. Come nasce il vostro sodalizio artistico?
Io ed Erri eravamo già amici. L’idea di collaborare è nata per caso, seduti sul divano: abbiamo intrapreso un’avventura insieme, nata quasi per gioco, e ci siamo resi conto che il nostro progetto avrebbe potuto funzionare. Tutto è avvenuto il maniera naturale, considerando che musica e poesia creano un binomio inscindibile. Sono estremamente fiero e grato di conoscere una persona come Erri.
Giornalista e scrittore, con il gusto della musica e del raccontare storie. Parlando di libri, cosa c’è al momento nella “Bisaccia” di Fausto Pellegrini?
Mi vengono in mente i grandi classici della letteratura italiana. Sono molto affezionato ai miei libri preferiti. Ora come ora non sto leggendo nulla di particolare, ma se dovessi consigliare un libro, sceglierei le opere dei maestri come Dante e Boccaccio.
In “Incanto”, viaggio nella canzone d’autore al femminile, compare anche la storia di Patrizia Laquidara, partecipante delle edizioni passate del festival di Musicultura. Negli ultimi anni, nel campo della musica popolare, quali cambiamenti ha portato il riconoscimento dei talenti femminili?
Lo sguardo femminile, soprattutto in musica, riesce a mostrare il mondo secondo una diversa prospettiva: le donne riescono perfettamente a rappresentare le proprie storie, in una maniera autentica, a cucirsi addosso il loro “vestito” più bello.
È autore del documentario “Guccini racconta Francesco”. Il cantautore modenese cantava “Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio, perché con questa spada vi uccido quando voglio.” Da scrittore e giornalista, quanta veridicità c’è in una simile espressione?
Ho la speranza che un’affermazione simile possa, col tempo, possa diventare sempre più vera. La capacità di raccontare anche le contraddizioni di un mestiere è una virtù che va non solo protetta, ma coltivata. Questa propensione non deve necessariamente essere considerata come controcorrente, ma un modo diverso per provare a tirar fuori delle cose importanti che vanno al di là dell’ovvio, quindi una maniera diversa per raccontare e per capire il mondo. Gli scrittori e i giornalisti, quelli onesti e non quelli obiettivi, servono a questo. L’oggettività non esiste; conta solo e sempre la sincerità. Bisogna cercare e trovare, tra i tanti, il punto di vista che riesce a tracciare i confini della realtà. Questo crea un legame di fiducia tra lo scrittore e il lettore.
Lei qui è di casa, un amico fedele di Musicultura. Cosa la lega in maniera così speciale a questo festival?
Mi piace sostenere il pensiero del festival: c’è un vincitore, ma non ci sono perdenti. Si dà spazio ai giovani, si sta insieme; tutto questo è molto importante, per chi vuole vivere in maniera sana la musica. A Musicultura si percepisce un’intensa positività, capace di coinvolgere tante persone diverse, in maniera leggera. Ad unire tutti, qui, è la cultura.