Si è aperta a suon di colonne sonore cinematografiche l’edizione 2020 di Musicultura, che né l’emergenza sanitaria dovuta al Covid né la pioggia battente che ha preceduto l’evento sono riuscite a bloccare.
Così ieri sera, in Piazza Vittorio Veneto, il sound funk e jazz dei Calibro 35 è stato protagonista di una serata in cui il pubblico del Festival ha potuto apprezzare le sonorità dei film poliziotteschi degli ‘anni 70 riproposte dalla band, che prima della sua esibizione ha rilasciato quest’intervista alla redazione di “Sciuscià”.
Gennaio 2020: i Calibro35 tornano sulla cresta dell’onda con l’uscita del nuovo album Momentum; le registrazioni sono avvenute nello studio milanese TestOne, lo stesso dove avete realizzato il primo omonimo disco dodici anni fa. Com’è stato tornare dove tutto ha avuto inizio?
È stato molto divertente ed interessante tornare sui nostri passi perché Momentumsi rifà proprio ai nostri primissimi lavori. Non si è trattato di una scelta consapevole, ma piuttosto di un puro caso fortuito. Non è stato né voluto né programmato, semplicemente è capitato.
Restiamo ancora in tema: chi sono i Calibro di Momentum?
Momentum per noi è sinonimo di una vera e propria rinascita, sia fisica che concettuale. I Calibro di Momentum sono gli stessi di dieci anni fa. Più vecchi e più stanchi, ma sempre inguaribilmente gli stessi.
Provenendo da background musicali totalmente differenti, ed essendo impegnati in carriere parallele e svariati side-project, come conciliate le vostre diverse nature e soprattutto come riuscite a mantenervi sempre integri nella vostra musica?
Sembrerà banale ma la forza dei Calibro 35 risiede proprio nella nostra diversità. Il confronto e la successiva fusione di gusti musicali ed influenze artistiche totalmente contrastanti, talmente discostanti da sembrare apparentemente quasi del tutto inconciliabili, ha insolitamente portato al crearsi di una particolare alchimia che poggia le sue basi proprio sull’ incompatibilità e che per noi ha inspiegabilmente sempre funzionato e funziona ancora oggi.
Poco più di un mese fa il mondo del cinema e quello della musica hanno pianto la scomparsa del pluripremiato maestro delle colonne sonore Ennio Morricone. Una stanza vuota, Trafelato e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospettosono solo alcuni degli innumerevoli tributi dei Calibro all’amato padrino musicale. Credete che Morricone abbia mai ascoltato le vostre reinterpretazioni?
Nel corso degli anni abbiamo avuto numerosi responsi, ma non sappiamo se Ennio Morricone abbia mai avuto modo di ascoltare uno dei nostri pezzi. Se mai dovessimo averne conferma ci sentiremmo solo che infinitamente grati ed onorati.
Questa è la vostra prima volta sul palco di Musicultura e a Macerata. Che cosa si prova a calcare nuovamente le scene e a ritrovarsi sul palco di un grande Festival come questo dopo tutti questi mesi di “congelamento”?
Ci riteniamo molto fortunati a poter partecipare al Festival in un momento simile. Privilegiando il lato strumentale, la musica dei Calibro 35 si concilia bene con le norme per il distanziamento sociale e anche una platea seduta e composta può renderci a suo modo omaggio. Anche molti spettatori si sono ricreduti: musica più godibile e senza interruzioni. La vera sfida sarà in autunno e in inverno quando gli spazi per esibirsi saranno notevolmente ridotti. Per quel che conta, noi restiamo positivi.