Ci siamo. Il pubblico dello Sferisterio di Macerata attende impaziente di decretare il vincitore della XXXI edizione del Festival. Ed è di nuovo la voce di Enrico Ruggeri, che intona Vecchio Frack omaggiando così Domenico Modugno, ad inaugurare la serata finale di un’edizione che definisce “temerariamente felice”. Perché? Perché nel pieno del lockdown Musicultura pensava a come rendere possibile l’impossibile!
E l’impossibile comincia col botto! Primi ospiti della finalissima sono i Pinguini Tattici Nucleari, che infiammano l’arena con Ringo Star e Ridere. “Da bergamaschi – spiega Riccardo Zanotti, frontman della band – in questo periodo difficile suonare dal vivo ci è mancato tantissimo, perché il palco è davvero il nostro habitat naturale.”
Arriva poi il primo momento dedicato all’esibizione degli artisti in concorso: dapprima è la volta di Blindur e della sua Invisibile agli occhi; subito dopo è il turno di Fabio Curto, che si abbandona alle note del suo brano, Domenica.
Sorpresa! Tra gli ospiti della serata c’è anche un grande affezionato di Musicultura, nonché membro del comitato artistico di garanzia: Roberto Vecchioni. Il Professore della musica italiana omaggia Piero Cesanelli, ideatore e direttore artistico del Festival prematuramente scomparso l’anno scorso esibendosi in un suo pezzo, Sopramilano.
“Piero – spiega Vecchioni – aveva tanta immaginazione e troppa umiltà; tutto questo bagaglio di sentimenti meritava respiro nazionale“.
“I tempi del cantautorato di qualità – conclude – non sono mai morti, Musicultura ne è testimone”.
E allora largo alle nuove leve della musica di qualità nostrana con l’esibizione di altri due artisti in concorso: I Miei Migliori Complimenti, con Inter-Cagliari, e Miele, con Il senso di colpa.
È tempo di poesia. Parola, allora, a Bruno Tognolini, poeta ramingo e autore di centinaia di filastrocche per programmi come La Melevisione e L’Albero Azzurro, che intrattiene l’arena con alcune delle sue più belle filastrocche.
La serata continua con un talk musicale: i 4 vincitori del concorso, insieme ad Enrico Ruggeri, omaggiano Pino Daniele, Lucio Dalla, Cesare Cremonini e gli Stadio. Infine intonano tutti insieme Una storia da cantare.
Spazio al Premio della Critica: ad aggiudicarsi il riconoscimento assegnato dai giornalisti presenti in sala stampa è Blindur con la sua Invisibile agli occhi.
A seguire un’acclamata guest star internazionale: Asaf Avidan è il quarto ospite della finalissima di Musicultura e manda in visibilio il pubblico maceratese con Lost Horse e Reckoning song.
C’è spazio anche per il teatro sul palco dello Sferisterio, con l’esibizione dell’attrice Lucilla Giagnoni – che regala alla platea un monologo ispirato al quarto libro dell’Apocalisse – e per le sonorità delicate e giocose del Gruppo Ocarinistico Budriese.
È la volta della voce di Francesco Bianconi, frontman storico dei Baustelle, che presenta in anteprima due brani del suo primo disco da solista: L’abisso e Quello che conta; insieme a Ruggeri, intona A me mi piace vivere alla grande, brano di Franco Fanigliulo, e svela una bella novità: dalla prossima edizione entrerà a far parte del Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura.
Il pubblico ora freme: vuole sapere chi è il vincitore assoluto del Festival.
Ruggeri accontenta la platea e dal palco ne scandisce il nome: Fabio Curto!
Grazie alla sua Domenica è lui ad aggiudicarsi i 20.000 euro del premio finale.
Les jeux sont faits.