Meno di un mese fa abbiamo vissuto, al teatro Lauro Rossi di Macerata, una maratona di dieci giorni di musica dal vivo consecutivi con le Audizioni Live del Festival. Ieri sera ad accoglierci è stato un altro bellissimo teatro marchigiano, il Persiani di Recanati, sul palco dei quale si sono esibiti gli artisti finalisti del concorso. Ci siamo trovati di fronte a canzoni, generi, sonorità e contenuti molto differenti tra loro; abbiamo viaggiato in mondi stilisticamente molto diversi l’uno dall’altro ma con un elemento comune: voler esprimere quello che c’è nel profondo senza rincorrere mode o capricci. La galleria fotografica che segue è proprio il racconto del viaggio fatto in quei mondi.
Ormai è evidente, lui preferisce un’altra ragazza, come affrontare il senso di frustrazione? Ce lo spiega una canzone piena di verve. Henna canta “Au revoir”.
Un brano dall’orizzonte sonoro nitido. Un equilibrio suggestivo tra intensità e rarefazione. Sesto canta “Sbalzi”.
Un invito a tuffarsi nel ballo colorato della vita. Elasi canta “Valanghe”.
Il fuoco di un amore viscerale può riscaldare dal freddo del mondo. Ciao sono Vale canta “Tutto ciò che vuoi”.
La verità figlia della vita vissuta, il pathos di un sentimento profondo. Caravaggio canta “Le cose che abbiamo amato davvero”.
Tirarsi fuori da una relazione tossica. Una canzone minimale e al tempo stesso potente. Elvira Caobelli canta “Grazie a Dio ne sono fuori”.
Ritmo, melodia, fluidità, la volontà di rispondere artisticamente a se stessi. I The Jab cantano “Giovani favolosi”.
Un flusso di coscienza tra sonorità dilatate e avvolgenti aperture melodiche. Luk canta “Lune storte”.
La passionalità e lo stupore dell’amore vissuti e raccontati senza trucchi, senza rete. Miglio canta “Pornomania”.
Elettro pop ispirato; testo levigato; la descrizione di un romantico altrove in bilico tra sogno e realtà. I Sudestrada cantano “Bazar”.
Una canzone di sentimento e solitudine, la poetica sincerità del pensare all’amore in presa diretta. I Brugnano cantano “Canzoni da mangiare insieme”.
Un brano sbarazzino, felicemente vestito in abito retrò. Mille canta “La radio”.
Un pezzo spiazzante, onirico e al contempo drammaticamente concreto. Sara Rados canta “Carapace”.
La sincerità dei pensieri di un ventenne che si interroga sul proprio futuro. Lorenzo Lepore canta “Futuro”.
Una strana canzone inno; la Lombardia e le sue genti stilizzate con ironia, autoironia e tenerezza. I The Pax Side of the Moon cantano “Lombardia, dicon tutti che sei mia”.
Entrare in un bar e riconoscere lui, seduto di spalle; in un attimo, sentirsi riavvolgere dalle spire di una storia d’amore. Francesca Romana Perrotta canta “Dentro a un bar”.