È una delle voci più note del panorama musicale italiano; ha ben dodici album alle spalle e una carriera ultraventennale costellata da innumerevoli e importanti collaborazioni. Tornata a Macerata per partecipare alla XXXII edizione di Musicultura, Irene Grandi, col suo inconfondibile sorriso, ha rilasciato questa intervista alla redazione di “Sciuscià”.
Nel 2019 è uscito l’album “Grandissimo”, una raccolta speciale per celebrare i venticinque anni della tua carriera. Come si è evoluta in questo lungo lasso di tempo la tua ricerca musicale?
La bellezza di avere una lunga carriera alle spalle è anche quella di potersi “muovere” all’interno della musica attraverso nuove esperienze e di scoprire a fondo le proprie potenzialità. Naturalmente all’inizio, all’epoca del mio esordio, quello che più arrivava era la grinta di una ragazza un po’ ribelle e anticonvenzionale che voleva portare degli argomenti nuovi all’attenzione del pubblico; raggiungendo una certa maturità, poi, si fa pace sia con il mondo esterno che con il proprio mondo interiore. Le canzoni che più hanno rappresentato il mio cammino verso riflessione e introspezione sono “Alle porte del sogno”, “La cometa di Halley”, “Un vento senza nome”, come anche alcuni brani del mio ultimo disco, ma ad aprire questo discorso contemplativo è stata “Prima di partire per un lungo viaggio”.
Giustappunto. Tutti speriamo di poter presto ricominciare a viaggiare, anche per buttarci alle spalle il lungo periodo di pandemia. Prendiamo allora in prestito proprio il verso della canzone che hai appena citato: “Prima di partire per un lungo viaggio porta con te la voglia di non tornare più” e poi cos’altro? Cosa mettere di indispensabile in valigia per ritrovare il sorriso e un po’ di serenità?
In questo delicato periodo si è sentita molto forte la mancanza di stare insieme ad altre persone; invece di mettere qualcosa in una valigia, consiglierei a tutti una prenotazione ad un concerto, un ristorante, un teatro, a qualsiasi evento culturale che possa ricreare mentalmente le persone e metterle a confronto con i propri sentimenti, le proprie riflessioni; perché si sa, la musica, il teatro e la poesia creano emozione e questa emozione a propria volta coltiva introspezione.
Ancora “Grandissimo”, stavolta nella versione “new edition”. Nell’album è presente “Finalmente io”, canzone scritta da Vasco Rossi, uno dei membri del Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura. Com’è nata l’idea di questa collaborazione? E com’è il tuo rapporto col Komandante?
Sento nei suoi confronti grande amicizia e stima. La nostra prima collaborazione risale al 2000, dopo di che ne è arrivata un’altra proprio con il brano “Prima di partire per un lungo viaggio”. Dopo un periodo di pausa, qualche anno fa ho realizzato un progetto sperimentale che si chiamava Pastis e Irene Grandi – Lungo Viaggio, e io e i miei collaboratori chiedemmo un cameo a Vasco, che in quell’occasione diede un prezioso contributo. Successivamente, è nata anche la voglia di fare un altro brano pop insieme. Lui mi ha sempre invogliata a sperimentare, a superare i miei limiti.
Facciamo solo qualche nome tra quelli, numerosissimi, che hanno costellato la tua carriera: un disco con Stefano Bollani, un duetto con Pino Daniele, un featuring con Fiorella Mannoia, una canzone scritta per te – lo abbiamo detto poco fa – da Vasco Rossi. C’è un artista con cui non hai ancora collaborato con il quale ti piacerebbe lavorare?
Confesso di non avere una risposta al riguardo perché ogni volta che incontro un collega ho voglia di instaurare una collaborazione. Sono sempre una persona molto entusiasta nel cercare nuovi stimoli e attenta ai segnali della vita, ci sarà senz’altro presto qualcuno.