“Oggi rinasce una parte di te, quella più vera, libera di andare dove non c’è più paura”.
Dopo due anni di emergenza sanitaria, le cui conseguenze hanno profondamente colpito il mondo della musica e dello spettacolo, inaugurare la XXXIII edizione di Musicultura con questi versi suona davvero di buon auspicio. Le parole sono tratte dal brano Come le Lacrime di Cristina Donà, ospite della prima sera di Audizioni Live del Festival. La Donà è una delle figure del cantautorato italiano che più hanno sperimentato in campo musicale. Artista poliedrica, ha sempre avuto le idee chiare su quale strada intraprendere: dopo la formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e un trascorso professionale in ambito scenografico, si dedica completamente alla musica e nel 1991 esordisce in occasione dell’apertura di un concerto degli Afterhours. Tregua, album pubblicato nel 1997, è il suo primo grande successo. Da qui una sfilza di riconoscimenti e una lunga serie di concerti che la conducono sino in Inghilterra, a esibirsi alla Royal Festival Hall londinese.
Conclusi gli anni ’90 con l’album Nido, l’artista inaugura il nuovo millennio con Dove sei tu, in collaborazione con Davey Ray Moor. Ormai consacrata nel panorama internazionale, gli anni a seguire per la Donà sono una conferma di sperimentazione e grande dinamismo che si esplicano in diversi lavori: La Quinta Stagione (2007), Piccola Faccia (2008), Torno A Casa A Piedi (2011) e Così Vicini (2014). Toccato il traguardo dei vent’anni di carriera con la sua riedizione speciale Tregua 1997-2017 Stelle Buone, è del 2021 il suo ultimo album, deSidera, testimonianza di una scrittura viva che riflette sui desideri implacabili, il presente e il mondo che ci circonda.
Un assaggio di questo nuovo disco arriva proprio in occasione delle Audizioni, con la canzone Colpa, con cui la Donà regala al pubblico di Musicultura una “denuncia rock” sull’emergenza climatica, con un testo dal carattere forte che mette a nudo le fragilità di ogni essere umano: “Punta il dito, puoi trovare tutte le cause del tuo male”.
Alla fine del brano, l’artista confessa l’emozione dettata dal ritorno sul palco, regala al Teatro Lauro Rossi la sua Universo e – prima di continuare con una cover di Across the Universe dei The Beatles – dichiara: “Far parte di una famiglia allargata in queste occasioni ti fa confrontare con gli altri, con il mondo. Ti fa guardare all’universo”.
Proprio a quell’universo puntellato di stelle, etimologicamente associate al desiderio. Quello stesso Desiderio che è protagonista, e titolo, dell’ultimo brano che la Donà esegue durante la serata, intonato insieme al pubblico, a cui l’artista rivolge un augurio: liberarsi dal peso di questi due anni di pandemia e lanciarsi in un nuovo cammino.