Sciuscià: le prime due serate di Audizioni Live

Il racconto passo dopo passo delle serate fatto dalla redazione universitaria

Torna il pubblico in sala; tornano gli occhi puntati sul palco. Torna Musicultura!

E il primo sentore di normalità passa attraverso gli applausi che accolgono le esibizioni dei protagonisti dei primi due appuntamenti del Festival della Canzone popolare e d’Autore.

Ci siamo: sipario aperto sulle Audizioni della XXXIII edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore. Nel pulviscolo color porpora che risplende sotto i riflettori si addensa un’energia elettrica: quella che fa da sfondo ai nuovi inizi, alle ripartenze e ai titoli di testa; quella che è davvero tale solo alla presenza del pubblico, finalmente tornato in sala dopo due lunghi anni d’attesa.

A inaugurare la prima serata di live è ILCLASSICO, duo che propone arrangiamenti pop e melodie retrò rivisitati in chiave moderna. Con un occhio al passato e uno al futuro, Enrico Zoni e Simone Giubbilei vogliono rappresentare un concetto di bellezza che va oltre le mode e le tendenze del momento. Spazio poi all’anima rock e alla voce bruciante di Chiara Vidonis, cantautrice triestina che nel corso della sua carriera si è lasciata guidare dal fluire delle possibilità, traendo ispirazione dai luoghi e dai volti che ha incontrato sul suo cammino. Il terzo a esibirsi è Kamahatma, il cui progetto cantautorale nasce dall’esigenza di trovare un senso all’esserci in mezzo alla monotonia di un tempo piatto. È il vissuto della persona, dice, a far sì che il groviglio di un dolore si sciolga nell’arte della semplicità.

Altra presenza femminile è quella di Helen Aria, cantautrice polistrumentista che ama contaminare lingue e generi musicali diversi. La sua voce riverbera tra echi e controcanti che sembrano frammenti di identità gettati all’aria. Il quinto artista a proporre la sua performance è Barriera, che con ‘La città mi fa terrore’ descrive il convergere di linee di conflitto e l’incrocio di desideri propri di chi lascia la provincia per andare incontro alla metropoli dal fascino spaventoso. Ultimi a salire sul palco sono i Malvax. Attraverso la sua esibizione la band racconta la grande amicizia che lega i giovanissimi musicisti che la compongono, che propongono due brani ben rappresentativi dell’energia della loro età.

A chiudere la serata è Cristina Donà, ospite d’eccezione che regala al Festival alcuni dei pezzi più rappresentativi della sua lunga carriera artistica.

Va a ILCLASSICO il Premio Banca Macerata: il duo bolognese si aggiudica la targa conferita grazie alle preferenze espresse dal pubblico presente in sala e dagli utenti social.

 


E per la seconda serata? La prima esibizione vede protagonista Valerio Lysander, cantautore che narra di fragilità, sensibilità, capacità di mettersi a nudo attraverso l’arte spogliandosi di ogni finzione. La musica per lui è rivelativa: è uno spazio sicuro di autenticità in cui condensare se stessi. La seconda artista in concorso è Valentina Polinori. La composizione è per lei un gioco di misure e sottrazioni che vede al centro la bellezza della parola sussurrata come forma di intimità. Nei suoi brani ama raccontare e raccontarsi in modo disarmato, perseguendo una semplicità del suono che lenisce, sussurra, suggerisce trasparenze. Si prosegue con Tsunami. È evidentemente l’acqua l’elemento di questo artista: la sua potenza e la sua limpidezza son ben rappresentative di questo giovane autore che attraverso l’energia della sua musica mira a instaurare un contatto diretto con il pubblico.

È poi la volta di Y0, che unisce i suoni tipici del folklore a rap e trap. I suoi brani sono pura contaminazione che racconta di braccianti nei campi e scorre lungo i cavi elettrici dei pentagrammi, dimostrando che quando si parla di certi temi, e lo si fa dando spazio all’ anima, l’età anagrafica di due ipotetici interlocutori scompare. Il quinto a esibirsi è Elton Novara, cantautore e polistrumentista dalla verve provocatoria che ha saputo, con intelligenza e ironia, trasformare in arte – per esempio – il dolore scaturito dal modo in cui la pandemia ha tagliato via lo spazio per la musica dal vivo. L’ultima artista della serata è Cassandra Raffaele. Ritorni, viaggi, vinili, ricordi di infanzia: tutto un mondo racchiuso in una proiezione del nuovo che parte dall’essenzialità. La musica rappresenta per lei un rifugio, una luce, un balsamo per il cuore. Afferma, infatti, che “la voce è un tessuto che raccoglie vita”, la intercetta e la trattiene.

Va a Valerio Lysander il Premio Banca Macerata.