Raindrops keep falling on my head, è proprio il caso di dirlo! Allo scrosciare della pioggia fuori, e degli applausi in platea, comincia il terzo appuntamento con le Audizioni Live di Musicultura.
In un teatro Lauro Rossi sold out, Melga apre la serata sulle note di Dolce Universitaria, una ballata che inneggia alla libertà e all’essere padroni del proprio tempo. Questo tema è richiamato anche dal secondo brano, Qui e ora, che sottolinea l’importanza di vivere il presente. La voce ricca di sfumature della cantautrice tarantina dipinge l’atmosfera del teatro a colpi di pennellate ora graffianti, ora delicate.
È poi la volta di PROTTO, che si esibisce con Ordine e Hiroshima. Ironico e divertente il primo, intenso ed energico il secondo, questi due brani riflettono la sua dicotomia tra ironia e profondità del suo vissuto intimo, due facce della stessa medaglia. Di giorno tastierista qwerty, di notte tastierista musicale, le sue più grandi passioni sono la matematica e la musica, accomunate dalla scrittura e dall’armonia.
La terza proposta della serata è Chiara Osso, classe 2004, che con L’otto riesce a trasportarci fra le vie e le bellezze di Roma e con Emma affronta il tema spinoso della prostituzione. La giovanissima artista è un’osservatrice acuta della realtà che ama raccontare storie attraverso la musica. Il contrasto tra bianco e nero del suo look riflette la contrapposizione tra la componente razionale e quella irrazionale della sua personalità.
Tocca poi a Michele Braganti, polistrumentista e paroliere che con voce e chitarra ammalia il pubblico evocando l’atmosfera intima e sincera di una cameretta. Il primo brano, La migliore soluzione, ha un taglio leggero ed energico, mentre Aggrapparti con un dito è un pezzo intenso e profondo che parla di abbandono. Nonostante la giovane età, mostra una grande profondità nella scrittura e un grande controllo vocale, acquisiti – spiega – grazie alla lezione dei maestri del cantautorato – Dalla, De Gregori, Brunori Sas, Niccolò Fabi – a cui si ispira pur mantenendo una sua indipendenza creativa.
Anche quest’anno torna l’appuntamento con il glossario teatrale: il maestro Massimo Viganò Fumagalli parla della figura del macchinista, che scolpisce la scena a colpi di martello, monta e smonta le scenografie, fa e disfà, scruta ogni angolo del teatro con passione e meraviglia. Momento poetico, intenso e commovente che culmina nel ricordo di Francesco Cervigni detto Francis, storico macchinista di Musicultura scomparso da poco.
È difficile esibirsi dopo questi minuti di commozione, eppure Anna e Andre, in arte otto x otto, lo fanno bene. La band veronese trascina il pubblico con la sua energia vitale e contagiosa. Attraverso la metafora dell’altalena emotiva, il brano Preferibilmente agosto si fa portavoce dell’ansia di un’intera generazione, a cui contrappone l’antidoto della musica, che assolve a una funzione terapeutica e liberatoria.
Ultima performance è quella di Lilo, che fa vibrare nell’aria la sua voce con dolcezza, delicatezza e straordinaria precisione. Accompagnata da un coro di 5 elementi, con i brani Luce Ovunque e Gospel 121 dimostra che la tecnica non è un fine, ma un mezzo potentissimo per raccontarsi e raccontare.
È Melga la preferita del pubblico: va a lei il Premio Banca Macerata.
Passiamo ora alla quarta serata di Audizioni: anche oggi l’atmosfera che si respira in sala è caratterizzata da calore e partecipazione! Apre le danze Massimiliano D’Ambrosio, artista che dopo diversi tentativi è riuscito a calcare il palco di Musicultura. Si presenta con due brani evocativi che lasciano libero spazio all’interpretazione, Il giardiniere e Scava la tua tomba. Il primo arrangiamento, caratterizzato da una “coda armonica con variazioni, chiusa in chiave onirica”, cattura l’attenzione della giuria.
Il secondo cantante a esibirsi è il fiorentino Nervi. Partito dall’underground fiorentino e con alle spalle diverse esperienze musicali, approda sul palco del festival con La noia mortale e Sapessi che cos’ho, abbandonandosi a un’esibizione intensa e malinconica.
Torna sul palco del Lauro Rossi, a distanza di un anno, Helen Aria, cantautrice e polistrumentista originaria di Aosta. Già nel titolo del suo primo brano, Ceci n’est pas une chanson, evoca atmosfere oniriche e surrealiste, mentre in Una casa su Marte a farla da padroni sono il canto etereo e il suono elettronico dello stilofono. Alla ricerca del suo posto nel mondo, la giovane musicista si rifugia in un microcosmo fatto di costellazioni musicali, vibrazioni e purezza.
È la volta di Martina Alberti, in arte AMarti, che si presenta elegantissima in un luminoso abito verde. Con i brani Non cadiamo e Pietra apre al pubblico le porte del suo mondo, fatto di sonorità che ricordano un canto primitivo della natura. Sul palco racconta come il processo creativo sia per lei una ricerca della verità e della parte più autentica di sé.
L’ultima proposta della serata è Luciano Nardozza, cantautore energico e grintoso. I brani Non è colpa di nessuno e Calma Apparente rivelano un’anima di rocker dalla musicalità melodica. Dopo l’esibizione, spiega alla giuria la sua volontà di esprimere emozioni universali che vanno oltre il tempo, intrecciando musica, psicologia e sociologia.
Ospite d’eccezione della serata è Morgan, che apre la sua esibizione con un omaggio a Costanzo sulle note di Se Penso a te di Franco Bracardi, celebre sigla del Maurizio Costanzo show. A seguire, una versione piano e voce di Io che amo solo te di Sergio Endrigo e di Un ottico di Fabrizio De André (VIDEO); chiude la serata con la sua Altrove e, prima di lasciare il palco, ricorda al pubblico che l’arte è l’unico vero fine del linguaggio musicale.
È Nervi ad aggiudicarsi il favore del pubblico e a ricevere, quindi, la Targa Banca Macerata.