È di nuovo Musicultura. È di nuovo concerto dei finalisti. Per questo secondo appuntamento, sono altri otto gli artisti che si esibiscono. A fare gli onori di casa sul palco del Teatro Persiani di Recanati è John Vignola; in collegamento dallo studio-bar ci sono invece Marcella Sullo e Duccio Pasqua. A condurre la serata, insomma, sono tre voci di Rai Radio 1, che trasmette l’evento in diretta.
Rompono il ghiaccio i Santamarea, con il brano omonimo del gruppo. “Qualcosa nel mare ci parla”, dichiarano dopo la loro esibizione. E in effetti, basta chiudere gli occhi per lasciarsi trasportare direttamente nelle acque della loro Palermo grazie alle note fluide del pezzo, nate da un flusso di coscienza di Stefano, il frontman, e diventato corale grazie alla perfetta sintonia dei componenti della band.
La seconda a proporre la sua performance è Cristiana Verardo, che si presenta al pubblico con un look da pugile, guantoni compresi. Nella sfida che combatte sulle note di Ho finito le canzoni l’avversario è proprio se stessa: la cantautrice fa del poetico confronto con il suo io interiore l’occasione per un’attenta presa di coscienza e per una rinascita.
È poi la volta di Simone Matteuzzi con la sua Ipersensibile. “Ma questa spiccata sensibilità – domanda Marcella Sullo – è un’arma o un punto debole?”. Il giovane artista fuga ogni dubbio: “È entrambe le cose”, risponde. Ed è il punto di partenza per la sua creatività. “Contaminazione” – di accordi, sonorità e stili diversi- è la sua parola totem.
Segue Lamante, che si abbandona a una performance che John Vignola definisce “felicemente caotica” con il brano L’ultimo piano. La cantautrice trova nella dimensione live del teatro lo spazio adatto ad accogliere il suo mix di sonorità nordiche, ritmi tribali e tante influenze differenti. E infatti, “amo non mettermi limiti e lasciare che la sonorità prenda il suo spazio”, dichiara alla fine della sua esibizione.
Con un “trittico di canzoni tristi”, come le presenta ironicamente lui stesso, è la volta di Dente, primo ospite della serata. Propone al pubblico La vita fino a qui e Allegria del tempo che passa; saluta con il brano Invece tu, del 2014, manifesto di uno dei tratti distintivi della sua musica: testi intrisi di giochi di parole che accompagnano l’ascoltatore, ogni volta, in un piccolo viaggio semantico e intimo. Malinconico e ironico, appunto, allo stesso tempo.
Si torna poi alle esibizioni degli artisti in concorso. Sul palco c’è il marchigiano Caponetti con la sua Maionese. Slot machine, treni di notte, piatti da lavare e bollette: il testo è simpaticamente costruito su una serie di immagini quotidiane che diventano un mezzo per parlare di vulnerabilità. È quest’ultima, del resto, “lo strumento più forte, il motore per scrivere le canzoni”, ammette il cantautore.
A seguire, AMarti, busker ferrarese, cantante, musicista e pittrice. Il fil rouge che lega tutte queste attività? L’amore. Un amore, spiega l’artista, inteso “in senso di liberazione, di possibilità di trasformare il dolore in qualcosa che ci fa stare bene grazie alle capacità del nostro cuore”. C’è tutto questo nelle sonorità oniriche del suo brano Pietra.
Settimo a proporre la sua musica è Nervi, che alle spalle ha già la partecipazione al concertone del Primo Maggio e la vittoria del Premio Buscaglione. Questa sera porta con sé il brano Sapessi che cos’ho, che anticipa il suo primo disco da solista, prossimamente in uscita. Prossimamente quando? Senza fretta: dichiara di voler lavorare così, “con lentezza, in un mondo estremamente veloce”.
Ultima finalista è Mira. “La musica è un viaggio all’interno di se stessi e delle proprie emozioni”, spiega. Ed è proprio questo percorso introspettivo a farla da padrone in Morire con te, brano caratterizzato da ritmi vivaci e da un testo che palesa la necessità di raccontarsi. E di comprendersi, anche. Non a caso, confida a John Vignola: “Scrivo musica perché ne ho bisogno; è nella musica che mi capisco”.
La serata non è ancora conclusa. I saluti spettano a un’altra ospite. Sul palco sale Mafalda Minnozzi, accompagnata dal suo ormai storico partner artistico, il chitarrista Paul Ricci. La cantante si esibisce in due brani rigorosamente arrangiati in chiave latin jazz. Culla il pubblico sulle note di Oh che sarà (A Flor da Pele), eseguito alternando italiano e portoghese, e di Arrivederci. Nulla di più appropriato, no?
Arrivederci a presto, allora. Perché è presto che scopriremo chi sono gli 8 artisti vincitori di Musicultura 2023 che a giugno si esibiranno allo Sferisterio di Macerata in occasione delle serate conclusive del Festival. Uno solo, poi, sarà il vincitore assoluto, al quale verrà consegnato il Premio Banca Macerata del valore di 20.000 euro.