Un gruppo di tre giovani fratelli più Noemi, “sorella acquisita”; sonorità e testi che spaziano dalla musica cantautorale a quella elettronica; tradizione e innovazione che si fondono in una ricerca artistica originale: questi sono i Santamarea, che con il loro brano omonimo si sono aggiudicati un posto tra i 16 finalisti di Musicultura 2023. Ecco le loro risposte all’intervista della redazione di “Sciuscià”.
Quali sono le prime emozioni che avete provato quando avete saputo di essere tra i 16 finalisti di Musicultura 2023? Vi aspettavate questo risultato?
Scoppiavamo di gioia! Per noi già quella delle Audizioni è stata un’esperienza molto bella in tutti i suoi aspetti; ora, rivivere di nuovo l’emozione del palco di Musicultura è un desiderio avverato che ci ha resi felicissimi. Oltretutto, prendere atto che il nostro lungo lavoro in sala prove è stato ascoltato e apprezzato è fonte di soddisfazione. In fondo ci speravamo molto.
Palermo vanta bellezze naturali e un patrimonio storico-artistico unici al mondo. Che rapporto avete con la vostra città? Come il contesto in cui vivete vi ispira e vi influenza?
Palermo è teatrale, scenografica e contraddittoria e questo senza dubbio ci ispira molto. Il confine tra le atmosfere popolari, caotiche e colorate, e quelle riflessive e naturali che percepisci ovunque ci contagia inevitabilmente. Da Quattro Canti allo sconfinato Foro Italico, passando per le urla barocche di Ballarò e le passeggiate ben vestite del centro, assorbiamo quotidianamente questa commistione tra antico e nuovo, tra bello e decadente.
“Santamarea non è l’immagine immobile della statua di legno ingiallito nella chiesa sconsacrata, è la statua che viene giù e danza scrostandosi di dosso il legno”, affermate a proposito del brano con cui siete stati selezionati tra i 16 finalisti di Musicultura. Quanto questa canzone rispecchia la vostra identità di gruppo? Cosa aggiungereste a questa descrizione?
Il brano Santamarea rispecchia molto la nostra identità di gruppo, perché ha alcuni elementi che ci stanno particolarmente a cuore: l’inserimento di parti recitate, i cori, i ritmi. Abbiamo tratto ispirazione dalla musica popolare ed etnica con l’intento di evocare immagini vivide. Questo brano ci ha permesso, scavando a fondo, di trovare la nostra identità. Lo abbiamo immaginato insieme, è frutto di ascolti comuni e ci abbiamo lavorato con cura, lentezza e in squadra. Forse oggi aggiungeremmo a quella descrizione l’importanza del gruppo e del lavoro insieme, diremmo che la statua non viene giù a danzare da sola, ma ogni pilastro, finestra rotta e affresco la prende per mano e danza assieme a lei in un coro che riecheggia.
La cifra distintiva del vostro gruppo è quella di avere un’anima corale, probabilmente dovuta al fatto che siete tre fratelli più Noemi, “sorella acquisita”. Com’è essere fratelli e musicisti? Fuori dal palco e dalla sala prove tra di voi c’è la stessa complicità?
Sicuramente per noi è importante mantenere un confine tra la sala prove e la vita, per dare un aspetto quasi sacro al nostro lavoro. Ogni volta che entriamo in sala prove facciamo un piccolo rito: accendiamo una candela e da quel momento il mondo resta fuori e anche i nostri eventuali bisticci quotidiani. Quando suoniamo insieme ci sentiamo più vicini ed emotivamente coinvolti, perché la musica è un sogno comune e per realizzarlo dobbiamo avere cura gli uni delle emozioni e degli stati d’animo degli altri. Noemi contribuisce molto all’equilibrio del gruppo perché è molto simile a noi. Viviamo una quotidianità che ci porta a rinnovare ogni giorno il nostro rapporto.
La vostra è una ricerca artistica che affonda le radici nel cantautorato e incontra il contemporaneo attraverso l’uso sapiente dell’elettronica, in una commistione tra tradizione e innovazione. Quali sono i vostri artisti di riferimento, quelli con cui avreste piacere di collaborare?
Sicuramente una grande ispirazione sia musicale che estetica sono i Florence and The Machine, Bon Iver, i Coldplay e gli Alt-j. Ci piace molto ascoltare anche la musica classica spaziando da Puccini a Tchaikovsky. Del panorama italiano attuale ammiriamo i Verdena e alcuni giovani progetti emergenti come Emma Nolde, Lucio Corsi o Ibisco. Collaborare con Florence Welch sarà sempre il sogno nel
cassetto del nostro frontman.