Il sodalizio tra Musicultura e l’Università di Macerata è ormai un legame indissolubile: negli anni decine e decine di studenti si sono cimentati in questa esperienza, trovandosi a contatto con un ambiente stimolante che arricchisce il loro bagaglio professionale e relazionale. Sono diciotto in totale i ragazzi dell’ateneo impegnati in questa XXXV edizione del Festival: dieci sono chiamati a vagliare le proposte musicali in concorso in qualità di giurati; otto sono i giornalisti in erba della Redazione “Sciuscià”.
Proviamo a conoscere meglio questi due progetti.
La giuria universitaria si affianca alla giuria “senior” di Musicultura. Ha un compito particolarmente delicato: valutare i brani proposti dagli artisti che partecipano alle Audizioni Live. Dopo aver avuto la possibilità di ascoltarli in anteprima, li esamina a seguito di ogni esibizione dal vivo. Si riunisce ogni sera e confronta, soppesa, considera, discute fino a tarda notte. Perché ha un ruolo molto importante: scegliere uno dei sedici finalisti del Festival. In questa edizione, gli studenti coinvolti sono Giulia Albertini, Noemi Antonelli, Silvia Ardini, Micaela Cozza, Mattia Crescenzi, Beatrice Dionisi, Daniele Ferrante, Leonardo Menini, Elena Novelli, Valentina Segura, che ci aiutano a capire come arrivano alla loro decisione. «I criteri di valutazione sono tre: il testo, la performance e la canzone nel suo complesso», spiega Giulia. Attenzione, però, perché la questione non è meramente “di voto”; in ballo c’è un’esperienza intensiva nel mondo della musica: «Non ci limitiamo a esprimere la nostra preferenza, ma nutriamo il nostro giudizio di impressioni, suggestioni, pareri e argomentazioni», aggiunge Noemi. «E per di più abbiamo l’opportunità di scoprire nuovi artisti», dice Elena. Tutti i giurati concordano sugli stimoli positivi che Musicultura offre loro: l’ascolto minuzioso delle canzoni e l’attenzione ai dettagli favoriscono un’atmosfera di crescita personale. E quella stessa crescita alle volte si tramuta anche in altro: «La presenza in teatro, la diretta streaming, il contatto diretto con gli artisti, far parte dello staff del Festival sono importanti fonti di ispirazione per ognuno di noi», chiosa Mattia.
Mentre questi giovani giurati acquisiscono strumenti trasversali, utili non solo alla critica musicale ma anche a una crescita personale alla quale hanno fatto appello con le loro parole, gli studenti che compongono la redazione universitaria si occupano di raccontare Musicultura in tutte le sue fasi. Ilaria Maccari, Francesco Silla, Marco Sciamanna, Giulia Cifeca-Recinella, Benedetta Rucci, Benedetta Barboni, Francesca Colantonio, Leonardo Sperandini hanno compiti diversi. Affiancano il team social nella realizzazione dei contenuti per i vari canali e si dedicano alla parte più consistente del loro lavoro: scrivono. Proprio come stanno facendo in questo momento. Partecipano a un laboratorio di giornalismo che consente loro di redigere articoli e interviste che vengono poi pubblicati sul sito di Musicultura. Con un pc sempre a portata di mano e gli occhi rivolti al palco, osservano, narrano, fanno domande, colgono emozioni e sfumature. E le restituiscono a chi legge. Approcciano anche a chi è già un professionista del settore, perché durante la settimana finale del Festival danno supporto alle attività di gestione della sala stampa, condividendo quest’ultima con i giornalisti che arrivano a Macerata da tutta Italia.
Qualche volta, ironicamente, quando vien chiesto loro di raccontare di questa esperienza, parlano in terza persona e si intervistano persino tra loro. Come sta succedendo per questo pezzo. Giulia è al suo secondo anno di redazione; ha già imparato a metterci la faccia, o la penna. Così si esprime per prima: «La nostra università ci offre un’occasione unica per unire le conoscenze acquisite nel percorso di studi alle nostre passioni e avvicinarci al mondo del lavoro. Con Musicultura abbiamo la possibilità di spenderci accanto a dei professionisti che sin da subito ci accolgono come parte integrante dello staff e ci consentono di capire quanto bello sia il lavoro di squadra». Francesco, new entry nel laboratorio, aggiunge: «È interessante capire come si lavora alla comunicazione di un evento grande come questo», mentre Benedetta (Barboni) dice: «È la prima volta che mi metto in gioco nel mondo della scrittura ed è bello farlo a Musicultura, perché siamo costantemente seguiti ricevendo consigli e correzioni preziosi. Con i miei colleghi, poi, si è creata da subito un’atmosfera di confronto e supporto reciproci che apprezzo molto». Un’altra veterana della redazione, Benedetta (Rucci, stavolta), racconta della parte per lei più entusiasmante: «Per un’appassionata di musica e scrittura come me è incredibile avere l’opportunità di conoscere di persona e intervistare grandi nomi del mondo dello spettacolo: non vedo l’ora di poterlo fare nelle prossime fasi del Festival!».
Insomma, mettiamola così, se gli studenti dovessero vestire per un attimo i panni di docenti, e se Musicultura fosse l’esaminanda, il giudizio di tutti i ragazzi sarebbe unanime: prova superata a pieni voti. Un bel 30 e lode sul libretto del Festival.