Eda Marì si racconta: «Voglio far sapere a tutti che ho troppa voglia di amare»

La redazione Sciuscià intervista i finalisti di Musicultura 2024

Classe 1994, originaria di San Lucido (Cosenza), Eda Marì – all’anagrafe Edda Maria Sessa – nasce circondata dalla musica; prima ballata, poi pensata, scritta, cantata, condivisa. Muove i primi passi artistici nella scuola di danza della madre, luogo che diventa ispirazione e scintilla per il suo progetto musicale, fino ad arrivare sul palco di X-Factor e alla pubblicazione del suo primo EP, Freevolo. Parla della musica come di un’occasione per scoprirsi e conoscersi; infatti, non smette di sperimentare e spingere la sua voce verso nuovi scenari e canali di espressione, approdando a Musicultura con un progetto inedito. Miscelando i due dialetti legati alle sue origini, quello calabrese e quello campano, e con il cuore e gli occhi sempre pieni della bellezza della sua terra e del suo mare, il brano Tossic – con cui ottiene un posto tra i finalisti del Festival – parla della purezza delle emozioni, sincere, vive, a volte contraddittorie e dolorose ma finalmente spogliate da ogni orgoglio; parla del coraggio, della speranza, dell’intraprendenza di una giovane donna che non ha paura di farsi male ancora, di amare e di “murmuriare”. Con la stessa sincerità, ha parlato del suo progetto in quest’intervista alla redazione di “Sciuscià”.

Ripartiamo dalle Audizioni Live: sul palco di Musicultura ti sei presentata commossa ed emozionata, quasi in punta di piedi; non appena hai iniziato a cantare, però, sono venute fuori tutta la tua forza e tutta la tua determinazione. La musica è una dimensione che ti aiuta ad acquisire sicurezza?

È una dimensione che mi aiuta a lavorare, in generale, su me stessa: è grazie alla musica che imparo a conoscermi, perdermi, ritrovarmi. Quindi, sì, mi aiuta anche ad acquisire sicurezza.

Sempre in occasione delle Audizioni Live, ad accompagnare le tue canzoni è stata la performance di una ballerina, tua sorella Gaia. Che ruolo e che rapporto hanno, nella tua vita, la musica e la danza? Quanta energia riesce a trasmetterti chi balla vicino a te durante le esibizioni, nel caso specifico una persona così cara?

Nella mia vita, la musica e la danza hanno un ruolo centrale e fondamentale: le considero una cosa unica, vivono in simbiosi dentro di me. Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una sala, quella della scuola di danza di mia madre, tra il suono delle punte, l’odore della pece, corpi che danzano e anime che creano. Osservando e nutrendomi di danza, ho iniziato a scrivere la mia musica anche ispirandomi ai movimenti del corpo o ad alcuni passi di danza codificati, proprio per fondere questi due mondi e dare il massimo che posso. Per questo motivo, avere delle ballerine accanto durante i live mi fa sentire forte e completa; è un po’ come se la mano di mia madre fosse sempre con me su ogni palco. Nello specifico, quando a ballare vicino a me è mia sorella, ho la sensazione di danzare anch’io con lei. Lei il mio corpo, io la sua voce: è sempre stato così tra di noi e spero lo sarà per sempre.

Nel brano selezionato da Musicultura, Tossic, la scrittura è arricchita da inserti dialettali, campani e calabresi. Da dove nasce la necessità di cercare un linguaggio differente per veicolare la tua arte?

Questa necessità nasce dalla voglia di voler comunicare emozioni e sensazioni che, spesso, solo attraverso il dialetto riesci a esprimere. Facendo questo mix dei dialetti legati alle mie origini, mi sento libera: sono davvero io.

Rimaniamo su Tossic. Il testo parla di una relazione complicata, tossica appunto; a raccontarsi è una giovane donna che, dopo aver esaurito tutte le sue energie, se ne distacca, ferita ma ancora capace di amare. È una giusta interpretazione? Come nasce questa canzone?

Sì, è una giusta interpretazione: ho provato a descrivere tutto questo. Tossic nasce dall’esigenza di voler far sapere a tutti che io ho troppa voglia d’amare. Ho scritto questo brano in un periodo strano ma bello della mia vita, in un momento di ricerca e voglia di risposte, pensando all’importanza che hanno per me la mia bellissima terra, l’amore per le mie origini e l’amore in generale. Ho provato a esprimere tutto questo paragonandomi proprio a San Lucido, il mio piccolo paese di provincia che d’estate vive, è in festa ed è amato da tante persone, ma d’inverno rimane solo, al freddo e in silenzio, quasi ad aspettare quell’amore estivo per ritrovare calore. Dopo una notte d’estate e un amore fugace nasce Tossic, che per me non è semplicemente una canzone: è davvero la mia voglia d’amore, d’amare e di dare tutto, anche se poi fa male; Tossic è la mia paura ma la mia voglia, la mia condanna ma la mia speranza, la mia follia ma la mia forza; è un lamento, una richiesta d’aiuto, una protesta! Se nella vita ti capita una cosa bella come l’amore- o come il mare- bisogna averne cura e non trascurarla, rischiando di rovinare tutto, come ho fatto io con me stessa e come ha fatto qualcuno con le navi piene di rifiuti tossici. Le persone devono amare e le navi devono navigare; l’amore esiste e io non smetterò mai di “murmuriare”.

Sappiamo che stai lavorando a nuovi progetti musicali. Ti va di darcene una piccola anticipazione?

Posso solo dire che nel mio nuovo progetto musicale sto dando tutta me stessa: mi sto liberando, appunto, con questo “nuovo” linguaggio e sto amando tutto, sto amando da morire.