La carriera di Fabio Concato è lunga e variegata, ma sempre coerente con una scelta che pare essere una costante della sua produzione artistica: non raccontare storie eccezionali; rivolgere sempre l’attenzione a minuti frammenti di vita quotidiana, che diventano straordinari se narrati con una tenerezza così forte da saper appassionare intere generazioni.
Ospite alla prima serata de La Controra di Musicultura 2024, l’artista milanese ha regalato a una Piazza della Libertà gremita non solo le sue canzoni, ma anche numerosi aneddoti che le riguardano e riguardano, quindi, l’amore, l’amicizia. E ovviamente lei: la musica. E pure la sua genesi e il suo potere catartico. Per esempio: come nasce un brano come Stazione Nord? È stato Concato stesso a svelarlo: il pezzo narra della fine di una sua relazione e del dolore che ha provato. Ma è anche stato utile a capire che con il passare del tempo quel dolore, una volta elaborato, sarebbe servito ad affrontare meglio la storia successiva.
Ad aprire il concerto, però, è stata È festa. Il titolo non avrebbe potuto essere più calzante per la circostanza, perché Macerata si è subito sciolta in un lungo applauso, ha tenuto il ritmo, ha cantato quella e le canzoni successive: Ti ricordo ancora, Troppo vento, Che domenica bestiale, Guido piano, Fiore di Maggio, Prima di cena e M’innamoro davvero, brano che sta vivendo una seconda giovinezza dopo esser stato scelto tra quelli che fanno da colonna sonora a C’è ancora domani, film di Paola Cortellesi.
E poi? Poi il pubblico è diventato protagonista: Concato è sceso dal palco e lo ha raggiunto più volte. Gli si è seduto accanto, ha cantato, fatto battute, riso, parlato da lì, in platea. E come chi si trova di fronte a un vecchio amico, si è abbandonato a una confidenza: “Tra quelle che ho scritto, Gigi è la mia canzone preferita, perché è dedicata a mio padre, a cui ero molto legato. È stato lui a trasmettermi la passione per la musica”.
E visto che di passione per la musica si è parlato, come non dare spazio a un Sexy Tango per chiudere la serata? Come non seguire questo signore della canzone italiana che invita a portare il ritmo con le mani? E come lasciarlo andar via così, senza che abbia intonato almeno altri due pezzi? E allora bis, sì. Con Non smetto di aspettarti e inseguendo Rosalina in sella alla sua bicicletta.