Dopo il successo della prima serata, il Teatro Persiani di Recanati apre le sue porte al secondo appuntamento con il concerto dei finalisti della XXXVI edizione di Musicultura. A fare gli onori di casa sono di nuovo John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua, conduttori di Rai Radio 1; a esibirsi sono altre otto nuove leve del panorama cantautorale italiano e due ospiti d’eccezione.
Come ieri sera, spetta infatti al trombettista Fabrizio Bosso e al pianista Julian Oliver Mazzariello inaugurare l’appuntamento. Lo fanno con un omaggio a Pino Daniele, regalando al pubblico del Festival uno dei brani più celebri dell’artista napoletano: Je so’ pazzo.
Poi, Overture: ad aprire le performance dei finalisti è il brano di Alessandra Nazzaro, che affronta il palco con la stessa grazia con cui il suo pezzo svela alcune delle pieghe dell’animo umano. Il testo, struggente e profondo, narra di un addio che, in realtà, avrebbe dovuto essere pronunciato fin dal principio. Per Alessandra, ogni parola ha un peso fondamentale, tanto che si definisce «un’affezionata del testo».
Segue Ibisco, che si esibisce con una voce piena e una musicalità che fonde elettronica, spoken word e testi cantautorali. La sua canzone, Languore, è un viaggio tra sperimentazione e introspezione nell’ambito del quale ogni nota e ogni parola conducono verso un paesaggio emotivo ricco di sfumature. Il suo approccio alla musica è guidato da un’autenticità profonda, come afferma lui stesso: «Cerco sempre di scrivere cose che mi rappresentano, senza mai dover fingere».
Con Apatia, Distemah esplora temi di vulnerabilità e relazioni complesse; la sua presenza sul palco si caratterizza per una vocalità intensa e una produzione minimalista che enfatizza l’emotività del testo. La sua musica si distingue per un equilibrio tra delicatezza e forza espressiva, creando un’atmosfera coinvolgente e riflessiva. «Cerco la verità – afferma – e spero di portarla nelle mie canzoni».
La pace, il brano proposto dal duo Frammenti, è un inno alla festa, alla gioia, alla fratellanza. Alla non belligeranza. E suona davvero bene in questo 25 aprile, nonostante Francesco e Antonio, i due protagonisti di questo progetto che fonde cantautorato ed elettronica, raccontino di una conoscenza nata in una sala prove all’insegna di un’antipatia reciproca: «L’odio – scherzano rispondendo alle domande di Vignola – non è finito, ma a un certo punto abbiamo capito che per non litigare avremmo dovuto smettere di parlare e suonare di più».
Sale poi sul palco Giancarlo Giulianelli, Garante regionale dei Diritti della Persona, per presentare il progetto La casa in riva al mare, quest’anno alla sua seconda edizione, che offre a un gruppo di detenuti dell’istituto penitenziario Barcaglione di Ancona l’opportunità di partecipare a laboratori musicali curati dall’associazione Musicultura.
È poi la volta di NILO, il cui brano Tutti-nessuno è un atto di resistenza emotiva, costruito da un sound intimo e toccante che riesce ad arrivare dritto al cuore. Il pezzo è uno spunto per far riflettere chi ascolta attraverso le mille storie che racconta: «Il mio obiettivo – spiega l’artista – è di lasciare spazio alla libera interpretazione. Il bello della musica è proprio questo: può suscitare emozioni completamente diverse in ciascuno di noi».
Segue ULULA con Pelle di Lupo, brano dalla carica sensuale molto esplicita, in grado di creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, caratterizzato da sonorità alternative rock, con una costruzione melodica che fonde chitarra elettrica e sintetizzatori. «Il lupo è il mio animale guida. Mi rivedo anche nella sua solitudine» racconta a proposito del titolo del pezzo.
Ora è tempo di una nuova, graditissima, incursione sul palco dei due ospiti d’eccezione delle serate: Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello tornano a omaggiare Pino Daniele attraverso altri due classici del suo repertorio, Allora Sì e Quando. La complicità tra i due musicisti dà nuova vita alle melodie del cantautore partenopeo; la loro interpretazione dimostra quanto la produzione di Daniele fosse naturalmente predisposta all’improvvisazione: «Suonare la sua musica – afferma infatti Mazzariello – è come suonare un pezzo jazz, è come se lui creasse nei suoi brani una piattaforma per improvvisare».
Penultima tra i finalisti a esibirsi è Silvia Lovicario, la cui musicalità si distingue per una raffinata fusione di alternative rock, pop, influenze ambient e un tocco di soul, creando un’esperienza sonora intensa e coinvolgente. Nel brano Notte la sua voce si muove con delicatezza e profondità, restituendo un’atmosfera intima e suggestiva. «Il percorso che accompagna le mie canzoni – spiega – è stato lungo. Racconto storie che ho dentro, suscitando delle emozioni che provo quando suono».
A chiudere la serata sono i Nakhash, gruppo il cui brano in concorso, Gonna si distingue per una sonorità che intreccia elementi elettronici e cantautorali, creando un’atmosfera intensa, esplosiva. Forte è l’emozione, sia in platea che sul palco: «Mi tremano ancora adesso le gambe», svela a fine esibizione Elisabetta Rosso, voce della band, che poi prosegue: «Suonare a Musicultura porta all’incontro tra artisti. Comunque vada sarà stata un’esperienza formativa».
Ecco, appunto: come andrà? A deciderlo sarà ora il Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, costituito da Francesco Amato, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, dardust, Teresa De Sio, Cristina Donà, Giorgia, La Rappresentante di Lista, Ermal Meta, Mariella Nava, Susanna Nicchiarelli, Piero Pelù, Vasco Rossi, Ron, Sydney Sibilia, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Margherita Vicario.
Saranno loro, una volta ascoltati tutti i pezzi in concorso, a scegliere gli artisti che entreranno a far parte della rosa degli 8 vincitori del Festival, che il 20 e il 21 giugno si esibiranno, poi, sul palco dello Sferisterio. Non ci resta che aspettare di conoscere le loro preferenze.