Un po’ rock, un po’ indie, ma soprattutto pop. Al netto di ogni classificazione, i Popforzombie sono musicisti che hanno attraversato vent’anni di rivoluzione musicale e sentono di non aver capito nulla di tutto quello che è successo. La band nasce nel 2016 e, un anno dopo, pubblica un album omonimo registrato presso l’Andromeda Studio di Torino. Nel 2020 esce “EP”, un mini album interamente registrato, mixato e prodotto da Max Casacci dei Subsonica. Durante il lockdown registrano l’album “Cose Piccole”.
L’esibizione
Il testo
Reitia
noi non vogliamo madonne da cronaca nera
col sangue negli occhi che cola il vestito
macchiato di rosso di rosso vogliamo
solo la pietra dopo il sacrificio
soltanto le fragole nate per caso nell’erba
e nell’erba avremo amuleti fatti di legno
e talismani e ogni cosa che serva
avremo quarzi strappati alle vene di stagno nella montagna
tu adesso insinuati a piccoli passi e ancora proteggi
le caviglie dei nostri animali
il passo debole dei nostri vecchi
le gambe bianche dei nostri bambini
che la strada è lunga e ancora ci tocca di andare
ci sarà sale in fondo alla miniera
e non solo sassi e non solo paura
della febbre cattiva che viene dal mare e ci vuole toccare
loro ci han detto che c’è un paradiso che è alla portata di tutte le scuse
e non servono imprese da spade di bronzo non servono imprese
loro ci hanno detto di abbattere il tempio
a noi che avevamo portato su a mano ogni singola pietra
ci hanno detto di bruciare tutto in cambio di un po’ di farina e un po’ di perdono
che quest’anno anche l’erba nei pascoli è morta di gelo
e noi non abbiamo nessuno e non siamo nessuno
ma io qui mi dico non c’è verità non c’è religione nella povertà
non c’è redenzione
dea della salute fai passare incolume l’estate
anche a noi che stiamo ai piedi di questa montagna
e in piedi restiamo per tutto giorno crescendo al sole come le piante
io non so pronunciare nemmeno il tuo nome
che nessuno più chiama e nessuno sa dire
se sei sepolta nel cuore di questo ghiacciaio
o se dormi sul fondo del lago in un fiume
o sei dissolta tra lo sfasciume che adesso si stacca dai nostri passi
mentre saliamo su in cima e il sudore ci gela la schiena dal vento che c’è
qui