Tano è un attore che scrive canzoni e l’ora d’aria è il suo anelito di libertà.
Nato in Puglia ed emigrato a Milano per recitare, ha iniziato a riconoscersi solo quando ha deciso di distillarsi in canzoni. Canzoni come diario di bordo, canzoni come piano d’evasione. Storie senza una morale, che sembrano contraddirsi avendo come unica regola la libertà di cambiare idea.
Dopo il diploma alla Scuola Paolo Grassi, cercando una sintesi tra l’attività teatrale a quella musicale, fonda lo show “Contenuti Zero Varietà”, per cui scrive musiche originali e “centoni”.
L’esibizione
Il testo
Gli impavidi
Saltavamo oltre i tornelli della metro
Io fui ferito ad una mano
Però riuscii a fuggire
Fuori non c’erano le stelle
Solo proiettili azzurri
Che saettavano al cielo
E ritornavano giù
Viaggiavamo leggeri verso i confini del mese
Sui cuori impavidi avevamo
Vestiti di seconda mano
Così si andava a caccia di tesori
Quando ne trovavamo uno
Ci pagavamo l’affitto
E le bollette del e gas
E della luce
Anima mia, forse non era inutile
Cercare il senso nascosto
Anche se tutto andava a puttane,
Anche se buttavamo via giornate intere
Provandoci senza riuscire
Vivevamo poco prima del futuro:
Radioso o terribile
Stava per arrivare.
Nel traffico del centro le grida degli orchi
Che non trovavano parcheggio
E allora ruggivano al cielo
Per farlo venire giù
Fino a quando un giorno il cielo li ha ascoltati
E il drago d’oro rosso che dormiva
Alla zona industriale
Si svegliò e venne a sputare nei tombini
E il fuoco cominciò ad uscire
Dai cessi, dai rubinetti
E dalle lampade invece
Della luce
Anima mia, forse non era inutile
Cercare il senso nascosto
Anche se tutto andava a puttane,
Anche se buttavamo via giornate intere
Provandoci senza riuscire
“Le metafisiche
Dimenticate negli angoli dei caffè
Le solitarie filosofie
Delle soffitte di tanti, verrà il giorno
S’addenseranno in un dio
E avranno il mondo.”