Firenze
Sara registra da sempre ricordi su mangianastri, foglietti, mani, cellulari, e poi li getta dentro a un pugno di accordi. Esordisce come vocalist in un gruppo punk e inizia a esplorare tutte le sfumature della voce, dall’arte del litigio e del pianto, allo studio della lirica e del jazz.
In giro porta quadri sonori, onirici ma concreti, grazie alla collaborazione con i Progetti Futuri: Michele “Mike” Staino al contrabbasso, Sergio “Zanfo” Zanforlin al violino, e Gabriele “Pozzo” Pozzolini a batteria e percussioni. I loro spettacoli raccolgono gli anni di produzione e anche un paio di cover stravolte ad hoc. Il fil rouge è quello del sogno, a occhi aperti e chiusi, e del continuo compromesso tra desiderio e realtà.
L’esibizione
Il testo
In questa fase di rumore,
dove per incidente anche una mosca comanda
Sarebbe meglio restare in silenzio, al posto giusto
Ho visto il tempo tremare come una goccia, che non si stacca…
E in mezzo a una strada pozzanghere di occhi
che affondano nei cellulari
Nelle giacche nere non c’è il profumo del pane
Una bimba mi prende a calci, e mi dice “Sorridi, è Natale
Devi solo fare finta di respirare”
Col più scemo talismano finto al collo
Che nascondo uno sbadiglio, dove iniziano i guai
A metà di una canzone che non mi lascia più stare
Un Paese di bandiere sporche che non mi fa dormire
Sarò quella che si cuce il cuore sopra una coperta
Una stella che balla dentro a una finestra riflessa…
E in mezzo a una strada pozzanghere di occhi
che affondano nei cellulari
Nelle giacche nere non c’è il profumo del pane
Una bimba mi prende a calci, e mi dice “Sorridi, è Natale
Devi solo fare finta di respirare”
Tra le pecore nere, una pecora bianca
è il regalo sulla mia porta,
la normalità come forma di lotta
L’acqua incendia le mie parole,
scende piano tra le ossa rotte
per pulire ad una ad una le bandiere sporche