Bergamo
Matteo Rizzi sembra serio e distaccato, ma giura di non esserlo: vive nel suo mondo però vuole bene a tutti. Forse Danzica è il progetto musicale in cui sfoga i suoi capricci creativi, senza compromessi. Per lui, la composizione ruota attorno al concetto di album, un’opera che deve essere autosufficiente e unitaria, capace di vivere oltre il suo autore. Nell’ultimo anno ha pubblicato TYMAH, la nebbia, poi parzialmente e per un periodo limitato Requiem per una madre, una messa scritta e suonata in occasione del funerale di sua madre, e infine Pesci Abissali, concept album sulla depressione. Nei tre dischi intreccia post-rock ambientale, elettronica analogica e cantautorato, post-punk e djent metal. Un suo vanto? Da almeno dieci anni ha smesso di usare la chitarra per rimorchiare fuori dai licei artistici.
L’esibizione
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Il testo
Non ci salverà
Difender le frontiere
Vendere l’anima
Al primo che la chiede
Credevi che i sogni cambiassero il mondo
Invece lo cambiano solo le bombe
E i frutti caduti lontano dagli alberi
Nessuno li raccoglie
Ma per non sbagliare scogliera o crepaccio
Ho scelto di amarti lo stesso
Per la disciplina del sangue, lo stile del taglio
E credere
Che possa nevicare questa notte
Chiudano le scuole
Così possiamo guardare
In faccia le città paralizzate
E un reazionario infame
Su uno spargisale
Resistere ancora ad un altro risveglio
Conosco il tuo odore da tempo
Ma non mi salverà
Credevi che il tempo spiegasse le scelte
Invece le spiega soltanto la morte
E i frutti caduti lontano dagli alberi
Marciscono
Che possa nevicare questa notte
Chiudano le scuole
Così possiamo guardare
In faccia le città paralizzate
E un reazionario infame
Su uno spargisale
Ma per non sbagliare scogliera o crepaccio
Ho scelto di amarti lo stesso
Ma non mi salverà