INTERVISTA – “La musica ha gli stessi stilemi della letteratura”: Enrico Pandiani a La Controra di Musicultura

Enrico Pandiani inizia la sua carriera nel mondo editoriale curando l’infografica del quotidiano La Stampa. Segue poi un apprendistato di narratore, sceneggiando e scrivendo fumetti presso le riviste Il Mago e Orient Express.
L’anno del suo esordio come scrittore è il 2009, con Les Italiens, a cui seguiranno altri romanzi per la saga del commissario Jean-Pierre Mordenti. Pandiani è tra i fondatori dell’associazione Torinoir e la sua carriera l’ha reso uno dei migliori autori italiani di romanzi polizieschi. Ospite de La Controra, si racconta così alla redazione di Sciuscià.

“Un giorno di festa”, “Lezioni di tenebra”, “Les italiens” sono solo alcuni dei suoi romanzi gialli più famosi. In questo genere letterario la suspance e l’effetto sorpresa sono fondamentali. Quanto vale anche per la musica il saper costruire una trama che incolli l’ascoltatore alla canzone o all’album?

Penso che sia esattamente la stessa cosa perché un brano musicale, come un libro, è una storia; quindi più la storia è interessante e va a colpire chi l’ascolta, facendo scattare certe cose, più viene apprezzata. Per questo ci sono canzoni più belle e canzoni più brutte. A volte è il testo, a volte è la musica. Vedevo l’altro giorno un film che si chiama La corsa della lepre, un film francese degli anni ‘70 in cui c’è la scena iniziale senza suono, con un treno che arriva in stazione e questo zingaro che suona una melodia con un flauto. Quella melodia lì ha reso il tutto affascinante. Secondo me la musica ha gli stessi stilemi della letteratura. Le note sono quello che colpisce chi la ascolta.

La nostra vita, soprattutto durante la pandemia, è diventata sempre più digitalizzata; anche la lettura, grazie ad audiolibri ed ebook, sembra seguire questa strada. Come vede questo cambiamento?

Io penso che in Italia il problema non sia tanto che cosa legge la gente, ma proprio il fatto che la gente non legge. Solamente il 20% delle persone legge più di un libro all’anno e questo per me è drammatico. Si rispecchia in tutto quello che succede nel nostro Paese: nell’intolleranza e nell’ignoranza. Alla fine l’importante è leggere, se volete leggere sugli e-book, leggete pure lì. Ma soprattutto, comprate i libri dai librai e non su Amazon.

Ha lavorato a lungo come grafico editoriale, illustratore e sceneggiatore di storie a fumetti. L’immagine oggi è tutto. E se non è tutto, è decisamente molto. Quanto secondo lei questo discorso vale anche per la musica? Dalla copertina del singolo o dell’album, all’architettura del palco o all’estetica dell’artista, quant’è importante quel che vedono i nostri occhi?

Senz’altro è molto importante. Io, nella mia vita, ho spesso comprato libri e dischi anche solo per le loro copertine e poi finiva che magari nemmeno mi piacevano per il loro contenuto. Quanto alla musica, mentre l’ascolti ti crea delle immagini, quindi è suggestione. E più la musica è capace di suggestionare e di far passare per la testa di una persona una serie di immagini, più è efficace, idem per i libri. Per esempio, odio le copertine dove c’è un viso riconoscibile perché la grandissima forza della letteratura è che se in dieci leggiamo lo stesso libro, probabilmente ci immaginiamo dieci personaggi principali diversi. Se invece metto la stessa faccia sulla copertina, tutta questa magia decade. Quindi l’immagine è importante perché è forse giustamente la prima cosa che si vede.

Nella scrittura di un romanzo spesso si arriva a quelle che lei ha definito “storie collaterali”. Quanto sono importanti, per lei che è un autore, le interpretazioni e, appunto, le storie collaterali che fanno emergere i suoi lettori?

Diciamo che le storie collaterali sono l’anima vera di un romanzo, perché sono un po’ come la struttura che tira su tutto quanto. I protagonisti hanno un ruolo principale ma senza tutto il resto la storia finisce lì; invece le storie collaterali, i rapporti e le relazioni che si creano, sono la vera struttura che copre un romanzo.
Più riesci a convincere un lettore di quello che hai scritto e a coinvolgerlo, più sei riuscito nel tuo lavoro. Ogni tanto ti capita di incontrare qualcuno che ti parla dei personaggi come se li avesse incontrati dieci minuti prima e questo mi lascia a bocca aperta perché vuol dire che se prima non esistevano, adesso invece esistono, anche se sono personaggi di fantasia; è così che la gente può viverli come se fossero veri.
È una magia, magari non sempre ti riesce, però la insegui in continuazione. 

Si parla sempre più del “politicamente corretto”, anzi in molti si lamentano del fatto che non si possa dire niente senza urtare la sensibilità di qualcuno. Per lei che è uno scrittore, quanto sono importanti e quanto pesano effettivamente le parole? Fino a che punto ci si può spingere senza oltrepassare il limite?

Io sono contrario al politically correct. Sono abbastanza refrattario e penso che ci si debba comportare come si preferisce. Se una donna mi chiede di chiamarla “avvocata”, la chiamo così. Non lo scriverei mai su un mio romanzo visto che non mi piace l’ipocrisia. Penso che alla fine questo politically correct sia un’ipocrisia perché continuiamo a pensare come prima ma diciamo la cosa in maniera diversa perché pensiamo che non offenda nessuno. Ad esempio, sappiamo che “l’operatore ecologico” è in realtà uno spazzino, per cui non è che se lo chiamiamo “operatore ecologico” non è più uno spazzino, infatti continuiamo a considerarlo come tale. Questa è per me un’ipocrisia che andrebbe sempre evitata.

INTERVISTA – “Guardare avanti senza mai dimenticare le nostre radici”: Lorella Cuccarini a La Controra di Musicultura

C’è solo un volto che viene in mente quando qualcuno dice “la più amata dagli italiani”: quello di Lorella Cuccarini. Ballerina, cantante, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica, la sua è una carriera ricca di successi, iniziata con Pippo Baudo negli anni ottanta, nel varietà Rai Fantastico. L’abbiamo vista a Paperissima, Buona Domenica, La vita in diretta, Domenica In e, più recentemente, ad Amici 2021 di Maria De Filippi in veste d’insegnante di danza.

Ospite de La Controra di Musicultura, nella bellissima cornice del Palazzo Buonaccorsi, l’artista si è raccontata anche alla redazione di Sciuscià.

Si è da poco conclusa ledizione 2021 di Amici, nellambito della quale lei è stata professoressa di ballo. Il percorso dei ragazzi che partecipano al programma è costellato di prove a cui fanno seguito giudizi spesso discordanti. Cosa rende costruttivi un giudizio o una critica? E qual è il miglior modo, invece, per affrontare, un riscontro negativo?

Le critiche sono costruttive quando riferite a qualcosa che non viene svolto nel modo più giusto, per cui un insegnante dovrebbe cercare di accompagnare gli allievi, evitando di fare errori già fatti. Diverso quando vengono usate delle parole che possono essere fraintese o quando si scende sul personale. In questi casi si deve avere anche la forza di opporsi. I ragazzi oggi mi sembrano più maturi, più in grado di affrontare una figura autorevole, quasi intoccabile. Nessuno è intoccabile, le cose devono essere fatte nel modo giusto da parte di chiunque, insegnante e allievo.

Nel mondo dello spettacolo – ma anche in quello dei social, grazie soprattutto a TikTok  – sempre più spesso vediamo affermarsi performer che uniscono due discipline: canto e danza. Quanto è importante dare al pubblico unesibizione a 360°? Soprattutto, come rendere durevole un successo che spesso declina molto velocemente?

Dipende molto dalla passione, fin da quando avevo tre o quattro anni volevo fare spettacolo nella vita. È chiaro che la danza è stato il mio primo amore, ma dopo ho avuto fame di fare altro. Secondo me, un personaggio di spettacolo dovrebbe aver voglia di mettersi in gioco in tutti i campi, senza sentirlo come obbligo. Ci sono dei ballerini che hanno una grandissima passione per la danza in senso accademico, quindi è giusto che si dedichino unicamente a questo e che lo facciano al meglio.

A proposito di 360°: lei vanta una carriera da conduttrice televisiva e radiofonica, ballerina, attrice, cantante. La notte vola”, Magic”, Un altro amore no”, Io ballerò” sono solo alcune delle canzoni che hanno fatto innamorare gli italiani. Qual è il segreto per scrivere un pezzo che diventi senza tempo?

Bisogna sempre guardare avanti, al futuro, senza mai dimenticare le nostre radici.
Basta pensare che oggi il mondo della musica ha veramente saccheggiato tutto quello che c’era di grande negli anni ottanta: quella voglia di vivere, quell’energia e quell’entusiasmo, tanto nei suoni che nei testi. Allora, forse il giusto mezzo è questo, a metà strada tra passato e futuro.
Dove c’è equilibrio, c’è anche la capacità di parlare ai giovani.

Restiamo in ambito musicale: ci racconta dei suoi gusti? C’è un artista che ama più degli altri? Qual è la sua canzone preferita, quella che più la rappresenta, e perché?

Io sono cresciuta con la grande musica italiana degli anni settanta e ottanta e con i grandi cantautori. Sono stata una sorcina, per me Renato Zero è sempre stato un poeta di riferimento. Poi, con il tempo, ho apprezzato anche la musica soul e la disco.
Credo che le canzoni raccontino un pezzo della tua storia; questa è la loro grande forza.
Grazie alla mia professione sono sempre stata estremamente curiosa, ad esempio negli spettacoli di musical ho portato perfino brani tratti da arie dell’opera. Secondo me è bello avere una cultura a 360°, ti permette di dar vita a contaminazioni, cosa che amo particolarmente nella danza.

Abbandoniamoci a uno sliding doors”: se non fosse stata una performer a tutto tondo, chi sarebbe stata Lorella Cuccarini? Cosa avrebbe fatto nella vita?

Da bambina, per un po’, ho immaginato di fare la parrucchiera o il pompiere, ma, in fondo, ho sempre voluto fare solo spettacolo.
Faccio anche la mamma, che è il mestiere più bello del mondo, quindi chissà, forse mi sarei dedicata più a questo.

INTERVISTA – “La poesia ci fa sentire partecipi dello stesso destino”: Maria Grazia Calandrone a La Controra di Musicultura

Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, drammaturga e conduttrice radiofonica. Il suo ultimo libro, Splendi come vita, è candidato al Premio Strega 2021. In prosa e poesia racconta la sua vita che, seppur difficile, l’ha resa la donna che è oggi. Il suo amore per le parole viene tradotto in spagnolo e francese, anche se da sempre è affascinata dalla cultura giapponese, elegante ed essenziale, come le sue poesie. Quella giapponese è anche una cultura che ha potuto conoscere più da vicino, visitando, grazie al Premio Italiano Haiku, città come Tokyo e Kyoto. Ospite durante la settimana de La Controra maceratese, si è raccontata alla redazione di Sciuscià.

Spesso si dice che una canzone è una poesia in musica. Per lei che è una poetessa, una scrittrice e una conduttrice radiofonica, quanto è importante la musicalità delle parole? E come si sviluppa il suo processo creativo?

La musicalità delle parole è fondamentale, al punto che io dico che il mio romanzo Splendi come vita è una prosa musicale, non solo un’opera di narrativa. È fondamentale il ritmo. Dentro questo libro ci sono moltissimi endecasillabi e settenari, moltissimi espedienti metrici camuffati; è come per la grammatica: ad un certo punto tutto ti viene spontaneo e solo poi, nella rilettura, senti come suona.
Senza dubbio la musica è fondamentale, anche se in realtà la poesia non avrebbe bisogno di altro che di se stessa. Non c’è necessità di musicare le parole.

Splendi come vita, appunto. Il libro, candidato al Premio Strega 2021, racconta la sua vita unendo stili diversi quali prosa e poesia. Cosa ha provato nel raccontarsi? E cosa prova ora sapendo che anche in questo momento c’è qualcuno che sta leggendo la sua storia? 

Spero che serva. È un libro che può essere letto da chiunque abbia una madre, o che l’abbia o non l’abbia, perché funziona anche per assenza. Racconta di questa relazione con un genitore, per cui spero serva magari ad altre madri adottive che, come la mia, sprecano tempo della loro vita a causa di questo sentimento di inadeguatezza.

Chi scrive si ritrova inesorabilmente davanti al bianco della pagina che – muovendo tra due eccessi – può comportare il “blocco dello scrittore” o, al contrario, l’arrivo simultaneo di milioni di idee. Qual è la sua strategia per affrontare entrambe le situazioni? Che consigli si sente di dare a chi vorrebbe scrivere ma non sa da dove iniziare?

Leggere. La prima cosa è leggere, leggere tanto perché tutto quello che noi leggiamo lo assumiamo anche inconsapevolmente. Sapere quello che si fa nella nostra vita e nel mondo, quindi leggere anche molta letteratura contemporanea, oltre i grandi classici. In genere il bianco non mi ha mai spaventata, se non ho nulla da scrivere non mi ci metto proprio di fronte al foglio. Se invece c’è una sovrabbondanza di parole, vado in bicicletta.

Quando ascoltiamo una canzone associamo immediatamente il testo alle nostre esperienze, come quando leggiamo un libro e sottolineiamo le frasi che più ci rappresentano. Come avviene questa magia del ritrovarsi nelle parole che ha scritto un’altra persona? Quanto un libro o una poesia riescono ad avvicinare le persone?

Io penso che la poesia ci porti in un luogo dove, dalla radice, funzioniamo tutti con gli stessi meccanismi. In questo senso, credo che abbia la potenza straordinaria di farci avere compassione gli uni degli altri; siamo talmente tanto delle povere creature abbandonate in un naufragio cosmico… Io penso che questo sia il senso e il segreto della poesia: farci sentire partecipi dello stesso destino.

Lei è un’attivista della parola: organizza incontri di lettura e laboratori di scrittura creativa nelle carceri, nei DSM, con i malati di Alzheimer e con i migranti. Quanto è terapeutica la scrittura?

Lo è molto e la conferma sono i detenuti che hanno cominciato a scrivere in carcere, esprimendo addirittura la propria vocazione per i figli in versi. È un modo per sentire vicino chi è lontano, ed è anche un modo per conoscersi, per decifrare prima se stessi e poi gli altri. Quando si è particolarmente fortunati da riuscire a rimanere nella poesia così a lungo, da poterla usare come strumento per l’indagine della realtà: quello è uno degli scopi migliori che possa avere.

INTERVISTA – «Se fosse un’intervista a parlare per noi»: Colapesce e Dimartino a La Controra di Musicultura

Senza dubbio tra gli ospiti più attesi della settimana di eventi de La Controra, Colapesce e Dimartino hanno fatto tappa a Macerata per raccontare, guidati da John Vignola, “la meravigliosa leggerezza di essere Franco Battiato”. Intervistati dalla Redazione Sciuscià, i due cantautori siciliani hanno parlato anche della loro ultima e fortunata esperienza al Festival di Sanremo, al quale hanno partecipato con il brano Musica Leggerissima. Dopo il debutto sul grande schermo come “consulenti musicali” a Propaganda Live, i due hanno colto anche l’occasione per dispensare consigli utili agli 8 vincitori di Musicultura.

Disco di platino, brano più trasmesso dalle radio italiane, premio della sala stampa a Sanremo e un imminente futuro da canzone dell’estate: Musica Leggerissima ha riscosso un successo a dir poco incredibile, ma è stata soprattutto una boccata di spensieratezza per molti italiani durante un periodo decisamente complicato. Quanto vi rende orgogliosi questo speciale riconoscimento?

Colapesce: Siamo molto contenti del successo ottenuto con il brano. Musica Leggerissima è riuscita a diventare popolare nel vero senso del termine, ovvero è arrivata un po’ a tutti.

Dimartino: Esatto. Musica Leggerissima è un brano molto trasversale. Il fatto che lo cantino i bambini così come gli anziani ci rende orgogliosi perché non succede spesso con le canzoni.

Musica Leggerissima, appunto, si inserisce nella riedizione de I Mortali, una raccolta che, oltre ai pezzi scritti a  quattro mani contenuti nella prima versione dell’album, contempla anche alcuni dei vostri successi da solisti. Ecco, in che modo i vostri percorsi musicali si mescolano in questo disco – e inevitabilmente in quello che lo ha preceduto? Soprattutto, com’è stato scrivere a quattro mani?

Dimartino: Quando ci siamo messi a scrivere I Mortali il nostro obiettivo era fare un disco quasi da band: ecco perché ci hanno lavorato diversi produttori. L’idea che volevamo dare era che il leader fosse una terza persona, né Colapesce, né Dimartino ma Colapesce – Dimartino. Siamo contenti che questa cosa sia arrivata al pubblico, non più essere visti come un duo ma come una band.

I Mortali² si chiude con la vostra versione di Povera Patria, uno speciale tributo a Franco Battiato, venuto a mancare poco meno di un mese fa. Fra i tanti capolavori che figurano nel suo repertorio, perché avete scelto proprio questo per omaggiarlo?

Colapesce: Povera Patria è sempre, ma anche purtroppo, giusta in ogni momento storico. Cantarla però durante il delicato periodo pandemico, attraverso una cassa di risonanza grande quanto il Festival di Sanremo, ci sembrava l’occasione più appropriata per permettere all’ascoltatore di coglierne il vero significato. Alla fine credo che il messaggio sia arrivato a destinazione.

 Sempre a proposito della vostra esperienza a Sanremo, avete tratto tutto il possibile da essa, consacrandovi come due fra gli artisti più interessanti della scena musicale italiana. C’è un consiglio che vi sentite di dare agli 8 vincitori di Musicultura che cercano di emergere proprio in quella stessa scena?

Colapesce: Guardate sempre la sezione “lavoro” dei vari siti Internet, Dimartino può consigliarvene alcuni in particolare (ndr. ridono). Scherzi a parte, concentratevi solo sulla vostra musica, mettendo da parte tutto il resto. La musica può anche semplicemente rimanere una passione e non per forza deve diventare un lavoro.

Musicultura 2021: deroga al coprifuoco per le serate finali

La notizia è appena stata ufficializzata: il coprifuoco normalmente previsto alla mezzanotte verrà posticipato di due ore per le serate finali del Festival.
Gli spettatori presenti allo Sferisterio avranno così modo di godere in tranquillità dello spettacolo, che potrà svolgersi senza riduzioni d’orario.

Tiriamo un respiro di sollievo.

E siamo felici.

Ringraziamo il Ministero della Salute, il Ministero della Cultura, in particolar modo la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, e Giorgia Latini, Assessore alla Cultura della Regione Marche, per il lavoro svolto affinché si arrivasse a questa decisione.
Buona musica!

INTERVISTA – “Con la mia musica l’obiettivo non è divertire ma far riflettere”: Beatrice Antolini in concerto a La Controra di Musicultura

Dopo mesi di assenza dai palchi, Beatrice Antolini torna a esibirsi con il suo progetto musicale alternativo, totalmente autoprodotto, e lo fa a partire dalla sua terra d’origine, Macerata. Artista poliedrica dal sound internazionale, ha cominciato a suonare il pianoforte in età precocissima. dedicandosi poi allo studio della musica a 360°. Così, dal 2006, anno di uscita del primo disco solista, Big Saloon, il successo da parte di critica e pubblico si è confermato di album in album fino alla produzione più recente, L’AB del 2018.

Inauguri La Controra di Musicultura 2021 con un concerto in Piazza Vittorio Veneto. Cosa si prova a esibirsi su un palco nella propria città natale? È una circostanza che crea aspettative o piccoli timori diversi da quelli che si sperimentano “altrove”?

Dopo ben nove mesi di interruzione del mio lavoro, questa è una ripartenza anche per me: è il mio primo concerto del 2021 e iniziare proprio da Musicultura è un valore aggiunto. Sono una fan del Festival: essere qui è un onore e un piacere. Mando un in bocca al lupo a tutti gli organizzatori che hanno combattuto, così come l’anno scorso, per rimettere in piedi la programmazione musicale in questo periodo storico davvero complicato. Per quanto riguarda il discorso legato alla mia città, invece, qui ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza, ho moltissimi ricordi e fa sempre molto piacere tornare a casa. Spero che il pubblico di Macerata apprezzi il mio concerto: da tredici anni presento i miei dischi ai live, in tutta Italia ma anche all’estero, e mi hanno sempre portato tanta fortuna. Suonare tutti gli strumenti nei miei album mi ha permesso di lavorare in studio per altri artisti, o anche come turnista, arrangiatrice e produttrice, persino come direttrice d’orchestra.

Nel 2018 è uscito il tuo album L’AB: hai composto, arrangiato, registrato e mixato tutti i pezzi e anche in quest’ultimo disco le canzoni sono in lingua inglese. Hai mai pensato di realizzare un progetto di inediti in italiano?

A livello compositivo il mio sound è un po’ anglofono, ma non è una scelta, bensì una condizione: il mio è un genere molto particolare, estremamente spontaneo. Ho iniziato a scrivere da giovanissima, sono sempre stata molto sperimentale a livello di arrangiamento, esterofila per i miei ascolti; lo ero ancor più in passato. Adesso apprezzo molto la musica italiana, ma quando ero più ragazzina ascoltavo artisti come i Massive Attack e Björk ed ero totalmente affascinata da quelle bellissime sonorità. Quel tipo di ascolto è stato il motore che mi ha portato a scrivere musica. Le mie canzoni arrivano da sole, non c’è volontà ma magia. Non so mai quando sta per arrivare un brano, di solito non ricordo neppure il momento in cui ho scritto una canzone. Mi metto a disposizione della musica, la assecondo; per questo non escludo la possibilità, in un futuro indeterminato, di scrivere anche dei testi in italiano. Magari, dopo un anno e mezzo tanto difficile, avrò voglia di comunicare qualcosa di diverso a più persone, perché non tutti parlano o capiscono l’inglese. Io sono una musicista che canta e non una cantante che suona; è per questo motivo che do molto spazio alla musica e agli arrangiamenti. Ma molte persone che fanno bella musica italiana – Vasco in primis – mi hanno trasmesso l’importanza basilare del testo nella canzone italiana.

La scorsa estate, al Comunale di Bologna, hai proposto uno spettacolo in onore del maestro Franco Battiato, venuto recentemente a mancare. Quanto c’è nella tua vita e nella tua musica di questo grande cantautore?

A sentire il nome di Franco Battiato ho i brividi dall’emozione: Battiato è dentro di me, è nelle mie cellule. Lo amo tantissimo. Penso che noi italiani spesso siamo troppo esterofili quando pensiamo a Bruce Springsteen, Leonard Cohen o David Bowie – che ovviamente sono comunque dei grandissimi autori – e dimentichiamo però Franco Battiato, l’unico ad aver superato le barriere comunicative, a essere andato oltre la parola. Non va capito ma ascoltato con tutta l’interiorità; chi ha realmente interiorizzato il genio di Battiato, come spero di aver fatto io, si renderà conto che è in grado di cambiarti la vita per sempre. Grazie a Battiato ho iniziato a studiare tante cose, dalle scienze umane all’esoterismo, dalla filosofia alle discipline orientali. È un grande maestro interdisciplinare, anzi, preferisco definirlo insegnante: trovo che maestro sia un concetto troppo distante rispetto a quello di insegnante.

Lo scorso anno sei stata direttrice d’orchestra a Sanremo per il brano “Me ne frego” cantato da Achille Lauro. La domanda sorge quasi spontanea: come mai ancora oggi ci sono così poche donne addette ai lavori nell’ambiente della musica leggera?

Ultimamente il giornalista Michele Monina ha fatto una giusta osservazione sul fatto che tutti i festival estivi sono declinati al maschile, come se non ci fosse fiducia nel proporre la serata di un festival a una donna. Purtroppo ho vissuto questo in prima persona, sulla mia pelle: in 13 anni di carriera ho sempre notato la presenza di diffidenza e giudizio: si parla quasi sempre solo dell’estetica delle artiste. La musica è lavoro duro e le sofferenze sono davvero tantissime, ma io ho votato ad essa la mia vita: ho delle ernie a forza di caricare e scaricare le tastiere, ho guidato per migliaia di chilometri e consumato delle autovetture. Eppure, dopo tutti questi anni, mi devo ancora giustificare per le grandi fatiche e i grandi sforzi. Però un consiglio che mi sento di dare a ogni donna che volesse intraprendere questo percorso è di andare avanti nonostante le offese, perché anche se forse arriverà meno di quello che dovrebbe arrivare, qualcosa arriverà.

Al via La Controra di Musicultura

Musicultura scalda i motori per le serate finali del 18 e 19 giugno allo Sferisterio con l’apertura del ricco cartellone degli eventi de La Controra che animeranno il centro storico di Macerata nella settimana del Festival dal prossimo lunedì 14 giugno, seguiti dallo storico media partner Rai Radio1. Concerti, recital, incontri, dibattiti, reading, tutti a ingresso libero, che al ritmo di tre, quattro al giorno si propongono di incuriosire e intrigare un ampio pubblico di appassionati che vogliono divertirsi e approfondire le tematiche proposte.

Aprirà la Controra 2021 lunedì 14 giugno il concerto di Beatrice Antolini, in Piazza Vittorio Veneto, alle ore 21. Beatrice Antolini proporrà un grande live a Macerata accompagnata da  Donald Renda (batteria) e Andrea Torresani (basso). Compositrice, polistrumentista, produttrice, cantante e performer, con sei album all’attivo e tante collaborazioni con vari artisti, Beatrice Antolini sperimenta e attraversa i generi musicali con un suono internazionale.

Martedì 15 giugno, alle ore 18.00, nel Cortile del Palazzo Comunale, incontro con la poetessa Maria Grazia Calandrone, vincitrice di numerosi premi per la poesia, introdotta da Ennio Cavalli.

Alle 18.45, nel Cortile di Palazzo Buonaccorsi, Lorella Cuccarini sarà la protagonista di “Le parole che non ti ho detto”, un format di Vincenzo Galluzzo. Attrice e conduttrice televisiva, ballerina e cantante, Lorella Cuccarini racconterà i retroscena della sua felicissima carriera al pubblico della Controra.

Alle ore 21, in Piazza Vittorio Veneto, sarà John Vignola di Rai Radio1 a presentare “A tu per tu con Colapesce-Dimartino, La meravigliosa leggerezza di essere Franco Battiato”. Di ritorno dal successo sanremese, i due cantautori siciliani parleranno di Franco Battiato, il Maestro che più ha segnato la produzione artistica della nuova generazione di cantautori siciliani.

Mercoledì 16 giugno, alle ore 18, nel Cortile del Palazzo Comunale: omaggio a Fred Buscaglione nell’anniversario dei 100 anni dalla sua nascita, “Fred Buscaglione e Leo Chiosso, tra swing e noir”, con lo scrittore Enrico Pandiani e Valerio Calzolaio, condotto da Marco Maestri.

Alle 18.30, nel Cortile di Palazzo Conventati, la giornalista e conduttrice tv Benedetta Rinaldi, volto simbolo delle fortunate trasmissioni “Uno Mattina” ed  “Elisir”, sarà la protagonista di “Le parole che non ti ho detto”, format di Vincenzo Galluzzo.

Alle 18.45, nel Cortile di Palazzo Buonaccorsi, l’amato artista e conduttore delle serate finali di Musicultura Enrico Ruggeri incontrerà il pubblico per un emozionante viaggio a ritroso nel tempo, “Il vento del ’68: gioventù politica, musica, amori”.

Alle ore 21, in  Piazza Vittorio Veneto, tra gli appuntamenti più attesi della settimana, il concerto degli 8 vincitori di Musicultura 2021, con Brugnano, Caravaggio, Ciao sono Vale, Elasi, Lorenzo Lepore, Luk, Mille, The Jab.

Giovedì 17 giugno, si parte alle ore 18, al Giro Lab di Piazza Mazzini, con l’incontro con l’autore e giornalista vincitore di numerosi riconoscimenti Mauro Covacich. Un’autobiografia atletica che attraversa i suoi romanzi, la vita personale, le storie di campioni leggendari, per esplorare le ragioni di una passione inarrestabile: la corsa.

Sempre alle ore 18, nel Cortile del Palazzo Comunale, il Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato ripercorrerà la storia, i versi e le canzoni di Bruno Lauzi con il critico musicale Stefano Bonagura, accompagnati dalle note di Alessandra Rogante (voce), Casta (chitarra) e dalle letture di Piero Piccioni.

Alle 18.45, nel Cortile di Palazzo Buonaccorsi, saranno Boosta, Max Casacci, Ninja e Vicio dei Subsonica, in compagnia di John Vignola, a raccontare i loro primi 25 anni di storia al pubblico della Controra.

La sera alle ore 21, in Piazza Vittorio Veneto, l’appuntamento è con la meravigliosa voce di Antonella Ruggiero in concerto, accompagnata da Livio Lamonea (chitarra), Lino Pariota (tastiere), Francesco Puglisi (basso) e Claudio Romano (batteria).

Venerdì 18 giugno, alle ore 18.30, nel Cortile di Palazzo Conventati, gli incontri in programma sono con Sergio Cerruti e Gianmaria Coccoluto, in ricordo del padre Claudio Coccoluto, il grande DJ scomparso nel marzo scorso e alle ore 18.45, nel Cortile di Palazzo Buonaccorsi, con l’amata attrice, cantante  e conduttrice televisiva Maurisa Laurito.

Sabato 19 giugno, alle 12 al Giro Lab di Piazza Mazzini, la parola ai vincitori di Musicultura 2021 in lizza per il Premio Banca Macerata di 20 mila euro: progetti e speranze dei quattro vincitori del concorso con Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola di Rai Radio 1.

Alle 18.30, nel Cortile di Palazzo Conventati, “L’Inno svelato”, chiacchierata briosa su “Il Canto degli Italiani” di Michele D’Andrea e alle 18.45, nel Cortile di Palazzo Buonaccorsi, l’appuntamento assolutamente da non perdere è con Irene Grandi, “A tu per tu” con John Vignola.

SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA QUI

L’ingresso agli appuntamenti de La Controra sarà come sempre libero, fino ad esaurimento dei posti. È necessaria la prenotazione obbligatoria solo per gli eventi di Piazza Vittorio Veneto (Beatrice Antolini, Colapesce-Dimartino, il concerto dei vincitori e Antonella Ruggiero), su www.musicultura.it, a partire dalle ore 10 di due giorni prima di ciascun evento.

Tutti gli eventi in programma si svolgeranno nel rispetto delle normative di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. In caso di maltempo gli eventi si svolgeranno al chiuso, alla Sala Castiglioni, all’Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti, al Teatro Lauro Rossi e agli Antichi Forni di Macerata; per informazioni 071.7574320.

Dal 14 al 19 giugno a Macerata la XXXII edizione del Festival della canzone popolare e d’autore

La XXXII edizione di Musicultura Festival si svolgerà a Macerata dal 14 al 19 giugno in presenza del pubblico, con la partnership di Rai Radio 1, Rai 2, Rai TGR e Rainews24.

La conduzione delle due serate finali di spettacolo (18 e 19 giugno) allo Sferisterio, la suggestiva arena neoclassica simbolo della città e delle Marche, è affidata a Enrico Ruggeri, al terzo anno consecutivo al festival, e a Veronica Maya.

Andranno in scena set artistici peculiari, anche inediti, come è nel DNA della manifestazione, che coinvolgeranno sia ospiti affermati, sia i giovani artisti protagonisti del concorso.

Sul palco dello Sferisterio vedremo in azione i Subsonica, Ermal Meta, Marisa Laurito, La Rappresentante di Lista, Michele D’Andrea, Gianmaria Coccoluto, Irene Grandi, Luciano Ganci. Si scopriranno inoltre le proposte e le personalità degli otto vincitori del concorso. Non mancherà infine l’ebbrezza di qualche sorpresa dell’ultima ora.

Tra gli ospiti coinvolti nell’ambito della Controra – la sezione ad ingresso libero del festival, che durante l’intera settimana anima piazze e cortili del centro storico con concerti, incontri, recital, dibattiti – figurano inoltre Beatrice Antolini, Colapesce-Dimartino, Antonella Ruggiero, Maria Grazia Calandrone, Francesco Adornato, Mauro Covacich, Lorella Cuccarini, Valerio Calzolaio, Enrico Pandiani, Benedetta Rinaldi e alcuni degli ospiti impegnati anche allo Sferisterio.

“Siamo stati tra i pochi che hanno tenuto accesa la musica dal vivo, puntando su impegnative produzioni in streaming anche nelle ore più buie del lockdown, ora ritroviamo finalmente il pubblico in carne ed ossa, e nello spirito, aggiungerei. Non ci sono parole per esprimere quanto ciò sia importante” – dichiara il direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri -“Questo rifiorire di corrispondenze tra palco e platea, tra gesto artistico e spettatore, merita entusiasmo e responsabilità. Non promettiamo cose nuove, anche perché il nuovo è spesso figlio solo di scarsa memoria, ma ci impegniamo ad evitare il superfluo e l’incuria. Vogliamo che tutto risulti sano nelle intenzioni, vitale nel risultato”.

La partnership tra Rai e Musicultura garantisce all’evento una copertura cross mediale significativa e qualificata. Rai Radio1, già attivamente coinvolta nell’iter preliminare del concorso, seguirà la fase finale con dirette e differite a cura di Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola; Rai 2 metterà in onda una differita col meglio delle due serate il prossimo 6 luglio. Il piano di attività social, denso e articolato, prevede tra le altre cose lo streaming delle serate, inclusi i simulcast sulle pagine Facebook di Rai 2, Rai Radio1 e Musicultura. Rainews 24 e Rai TGR completano il quadro nell’ottica della cronaca e dell’approfondimento. 

IL CONCORSO

Il prestigioso concorso dedicato alle espressioni artistiche della canzone popolare e d’autore – che dal 1990 a oggi ha intercettato le aspirazioni creative di quasi 28.000 giovani e ha contribuito al ricambio generazionale della canzone italiana –  giunge quest’anno alla XXXII edizione. Gli otto artisti proclamati vincitori sono:

BRUGNANO, CARAVAGGIO, CIAO SONO VALE, ELASI, LORENZO LEPORE, LUK, MILLE, THE JAB

Sono tutti autori dei brani che interpretano, accedono alla fase conclusiva del concorso al termine di una lunga selezione che all’inizio ha coinvolto 1.063 artisti e 2.126 canzoni. Dopo una prima fase di ascolto e scrematura, dopo accurate audizioni live, Musicultura ha individuato una rosa di sedici finalisti. Tra loro una votazione social ha eletto due degli otto vincitori, uno è stato designato da Musicultura, i restanti cinque sono stati indicati a insindacabile giudizio del Comitato Artistico di Garanzia, che in questa XXXII edizione è composto da Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Brunori Sas, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.

I vincitori si esibiranno tutti venerdì 18 giugno, il voto del pubblico dello Sferisterio designerà le quattro proposte che accederanno alla finalissima di sabato 19, quando con la stessa modalità si eleggerà il vincitore del Premio Banca Macerata (20.000 €). Altri significativi bonus sono il Premio AFI (3.000 €), il Premio Unimarche (2.000 €) e il sostegno di 10.000 € per l’effettuazione di un tour di otto date, grazie a Nuovo Imaie (con i fondi art. 7 L. 93/92). L’ambita Targa della Critica (3.000 €), è intitolata da quest’anno a Piero Cesanelli, l’ideatore di Musicultura e suo direttore artistico dalla prima edizione fino al 2019.

Musicultura 2021 chiede deroga al coprifuoco

Anche Musicultura Festival, come l’Arena di Verona, ha richiesto ufficialmente al Ministro della Salute Roberto Speranza ed al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini una deroga al coprifuoco per le serate finali della XXXII edizione del Festival, il 18 e 19 giugno all’Arena Sferisterio di Macerata. La deroga richiesta è di due ore, per consentire agli spettatori, che provengono anche dalle province e dalle regioni limitrofe, un rientro sicuro alle loro case. In base alle normative ad oggi vigenti, essi sarebbero infatti impossibilitati a rientrare al domicilio rispettando l’orario previsto per il coprifuoco, restrizione che decadrà a livello nazionale il 21 giugno, ovvero a meno di 24 ore dalla conclusione del Festival stesso.

L’evento, che sarà oggetto di riprese e messa in onda Rai, sia televisiva che radiofonica, prevede la partecipazione di importanti ospiti, alcuni dei quali in prima data nazionale dopo una lunga pausa nell’attività dal vivo. Le due serate rappresentano inoltre l’epilogo di un percorso di selezione annuale che ha coinvolto migliaia di artisti provenienti da tutta Italia e che vedono ora tra i protagonisti gli otto finalisti scelti da un Comitato Artistico di Garanzia composto da prestigiosi artisti, scrittori e letterati tra cui Claudio Baglioni, Vasco Rossi, Dacia Maraini, Roberto Vecchioni, Francesca Archibugi, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Sandro Veronesi, Enzo Avitabile, Paola Turci, Niccolò Fabi, Giorgia, Ron, Gino Paoli…

In virtù della rilevanza nazionale dell’evento, testimoniata dal sostegno del Fondo Unico per lo Spettacolo e dalla media partnership RAI, visto anche il recente accoglimento della medesima richiesta dell’Arena di Verona, Musicultura, la Città di Macerata e la Regione Marche attendono con fiducia un riscontro positivo, che consenta alla manifestazione di svolgersi nel rispetto delle norme ed agli spettatori di raggiungere in sicurezza le proprie abitazioni.