La Rappresentante di Lista e Margherita Vicario ospiti alle Audizioni Live di Musicultura

Era il 2014 e proprio in questo periodo dell’anno sul palco di Musicultura salivano due giovanissimi talenti, uno seduto al piano, l’altra di fronte al microfono. Su quello stesso palco venerdì sera si è aperto il sipario sulle Audizioni Live della XXXII edizione del Festival e durante la prima delle dieci serate di esibizioni dal vivo quei due talenti, alias La Rappresentante di Lista, sono tornati a salutare gli amici di Musicultura. Stavolta da ospiti e non più da partecipanti al concorso. In collegamento dal battello con cui stanno cavalcando l’onda del successo ottenuto con la partecipazione a Sanremo, Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina sono intervenuti per raccontare la loro più recente esperienza artistica e manifestare nuovamente il legame che condividono con Musicultura.

La Rappresentante di Lista in collegamento

A salutarli per primo è stato Stefano Bonagura, giornalista e critico musicale, membro della giuria di Musicultura, che ha sottolineato come, nonostante il background decisamente diverso rispetto a quello della maggior parte degli artisti che si esibisce sul palco dell’Ariston, il duo musicale abbia comunque saputo mantenere la propria identità. A confermarlo è proprio Dario: “Crediamo di aver mantenuto la nostra coerenza e di aver raccontato il nostro modo di far musica e di stare in scena, quello costruito in dieci anni di carriera in cui Musicultura ha dato il suo grande contributo”.

Spazio anche alle curiosità e al colore, soprattutto al bianco: il direttore artistico del Festival, Ezio Nannipieri, ha infatti voluto sapere come sia stato possibile portare sul palco l’abito enorme e bianco, appunto,  indossato da Veronica per l’ultima performance sanremese. Così la cantautrice ha svelato che “l’abito è arrivato con un camion da Milano e abbiamo dovuto prendere una stanza solo per lui. È servito un lavoro incredibile per portarlo sul palco ma ne è valsa la pena. È stato divertente calarsi ogni sera in una rappresentazione diversa e portare un po’ di varietà all’esibizione”.

Altra ospite della prima serata di Audizioni è stata Margherita Vicario, anche lei “vecchia conoscenza” del Festival, del quale è stata finalista nel 2013.  Artista poliedrica, negli ultimi anni ha letteralmente scalato le vette del panorama musicale italiano. Dalla sua collaborazione con l’etichetta discografica Island Records, la cantautrice romana ha infatti sfornato una lunghissima serie di hit, il cui successo è strettamente legato alla potenza dei suoi videoclip, nei quali emergono le sue spiccate doti di attrice, coltivate negli anni con esperienze teatrali e cinematografiche.

Margherita Vicario in collegamento

Il connubio è tra diverse arti, quindi, ed è proprio congeniale ad un Festival come Musicultura: “Il mio modo di scrivere – ha infatti dichiarato la cantautrice – è sicuramente un po’ teatrale e in Musicultura trovò il luogo perfetto per affermarsi. Mi piace mettere più cose dentro una canzone e farmi influenzare da pareri esterni”.

Musicultura riaccende la musica dal vivo

Dopo il record di iscrizioni, con oltre 1000 artisti in gioco e i tre mesi dedicati all’ascolto delle 2.126 canzoni in concorso, la XXII Ed. di Musicultura, il Festival della Canzone Popolare e d’Autore Italiana, riaccende la musica dal vivo. Sanificazioni, distanziamenti e test non fermano infatti le attese Audizioni live dei concorrenti che hanno superato la prima fase del concorso.

Dal 19 al 28 marzo, i 63 artisti selezionati si esibiranno dal vivo, nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19, al Teatro Lauro Rossi di Macerata, di fronte alla giuria di Musicultura e in diretta streaming sui canali social del Festival, con inizio alle ore 21.

Le dieci serate consecutive di spettacolo vedranno esibirsi  12 band e 51 solisti, di cui 23 ragazze e 28 ragazzi, con proposte artistiche da tutta Italia e tutte da scoprire. Le Audizioni live sono infatti il passaggio artisticamente più intrigante dell’iter annuale della manifestazione, dove ci si emoziona di fronte ad un’Italia creativa variopinta, che scrive  e canta canzoni sull’onda di un’urgenza intima.

Ci interessa continuare a fare il possibile per offrire agli artisti chances concrete di suonare dal vivo, anche se confesso che, come tutti, siamo affaticati dal protrarsi della medicalizzazione delle nostre esistenze – dichiara il direttore artistico Ezio NannipieriL’anno scorso, a fine lockdown, fummo tra i primi a riaprire alla musica dal vivo, nel rispetto delle regole, prima  in streaming, poi anche in presenza del pubblico. Avevamo immaginato più roseo questo inizio di primavera, purtroppo invece le Audizioni live 2021 saranno senza spettatori e, per artisti e staff tecnico,  canzoni e tamponi faranno rima. Ma si prospettano comunque dieci serate brillanti.  Abbiamo investito in mezzi e personale per tracciare una formula di streaming che non sia di ripiego, come troppe volte abbiamo visto in giro in questo ultimo anno. I temperamenti delle canzoni e degli artisti che si susseguiranno sul palco avranno piena intelligibilità e sono fiducioso che chi vorrà seguirci da casa potrà sentirsi parte di un’esperienza condivisa”.

I 63 artisti convocati alle Audizioni live sono tutti autori ed interpreti delle proprie canzoni, si esibiranno in 6 o 7 per sera, ciascuno con due canzoni, per meglio far conoscere alla commissione d’ascolto di Musicultura, alle giurie studentesche dell’Università di Macerata e dell’Università di Camerino e agli spettatori collegati il proprio mondo espressivo. 

Nel corso della maratona musicale, il pubblico potrà votare da casa la proposta artistica preferita, alla quale sarà assegnata la Targa Banca Macerata.

Al termine delle audizioni, Musicultura designerà 15 dei 16 finalisti, il sedicesimo sarà indicato dalle giurie universitarie. Otto saranno poi i vincitori di Musicultura 2021, due eletti dal pubblico dei social, i rimanenti sei scelti dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, composto da:

Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.

Il lungo cammino di Musicultura 2021 terminerà a giugno, nella settimana tra il 14 e il 19, quando nel centro storico di Macerata si dissemineranno i variegati appuntamenti della Controra e lo Sferisterio ospiterà le serate conclusive del festival, con gli otto vincitori del concorso in veste di protagonisti sul palco assieme ad ospiti prestigiosi nazionali ed internazionali. Lì conosceremo il nome del vincitore assoluto della XXXII edizione, decretato dal pubblico, al quale andranno i 20.000 euro del Premio Banca Macerata.

Banca Macerata è il Main Partner di Musicultura 2021

A pochi giorni dalla conferma del rinnovo del sostegno istituzionale del Comune di Macerata a Musicultura, una notizia altrettanto significativa giunge dal fronte privato: a scendere in campo è la Banca di Macerata, nel ruolo di Main Partner del festival.
È la riprova di come e quanto la vicinanza al territorio sia uno degli elementi costitutivi del DNA dell’Istituto bancario. La ricerca della qualità, il dialogo fra eccellenza della tradizione e slancio dell’innovazione, la trasparenza sono i valori condivisi da Musicultura e Banca Macerata, sulla base dei quali nasce la collaborazione. Ad essi si aggiunge una sincera attenzione a quel complesso mix di fattori che concorrono a plasmare la bontà dello stato d’animo di una comunità.
“Ci rincuora che il versante pubblico e quello privato convergano nel sostegno ad un’esperienza ultratrentennale come quella di Musicultura, profondamente radicata nel territorio, in termini culturali, emotivi, occupazionali ed economici e al contempo capace di accendere i riflettori nazionali, e non solo, sulla realtà locale e le sue attrattive” ha commentato il Presidente di Musicultura Stefano Caperna.
La XXXII edizione di Musicultura riconferma anche le ormai storiche collaborazioni con i centri culturali di riferimento del territorio, l’Università di Macerata, l’Università di Camerino e l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Le iniziative in comune si dipaneranno nell’ambito di uno spettro ancora più vasto di esperienze formative che coinvolgeranno studentesse e studenti sui terreni della comunicazione, dell’acquisizione di strumenti critico estetici di analisi musicale, della grafica, del light design e dell’audio-
video.

Adesso, dopo il record di iscrizioni e i tre mesi di ascolto delle 2.126 canzoni in concorso, dopo il recente annuncio delle 63 proposte artistiche selezionate per l’accesso alla fase successiva, la XXXII edizione di Musicultura si accinge ad entrare nelle sue fasi pulsanti.
Dal 19 al 28 marzo prossimi, il Teatro Lauro Rossi di Macerata ospiterà le Audizioni dal vivo, dieci serate consecutive di spettacolo, con proposte artistiche da tutta Italia e tutte da scoprire. Le misure di contrasto al Covid-19 impediscono la presenza in sala del pubblico, ci saranno però le dirette streaming. Musicultura intende concepirle con originalità, varando formule che diano modo di assaporare anche da casa tutto il sapore della variopinta kermesse musicale rappresentata dalle audizioni live, forse il passaggio
artisticamente più intrigante nell’iter annuale della manifestazione.
“Non c’è streaming che possa sostituire il calore di un concerto in presenza” ha affermato il direttore artistico Ezio Nannipieri “una cosa però è certa: se con lo streaming si vuole davvero essere al servizio delle canzoni e degli artisti che le scrivono e cantano, le soluzioni difensive al ribasso non vanno bene, semmai è proprio questo il momento di un investimento progettuale, di uno sforzo produttivo, negli allestimenti, nel comparto audio/luci, nella qualità delle riprese. Se sfreghi insieme professionalità e immaginazione magari scocca una bella scintilla, noi vogliamo provarci. Compatibilmente con le risorse disponibili, puntiamo a mettere in piedi e trasmettere dieci serate brillanti, dove anche chi le vive a distanza possa comunque sentirsi parte di un’esperienza corale condivisa.” 

Al termine delle audizioni saranno proclamati i 16 finalisti di Musicultura 2021, ad eleggere due degli otto vincitori sarà il pubblico dei social, i rimanenti sei saranno decretati dal prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura, composto da: Claudio Baglioni, Brunori Sas, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.
Il lungo cammino di Musicultura 2021 terminerà a giugno, nella settimana tra il 14 e il 19, quando nel centro storico di Macerata si dissemineranno i variegati appuntamenti della Controra e lo Sferisterio ospiterà le serate conclusive del festival, con gli otto vincitori del concorso in veste di protagonisti sul palco assieme ad ospiti prestigiosi nazionali ed internazionali. Lì conosceremo il nome del vincitore assoluto della XXXII edizione, decretato dal pubblico, al quale andranno i 20.000 euro del Premio Banca Macerata.

I convocati alle Audizioni live di Musicultura 2021

Un record di iscrizioni al concorso ha inaugurato lo scorso novembre la XXXII edizione di Musicultura.
Oltre mille artisti (1063), tutti autori delle canzoni che interpretano, hanno partecipato alle selezioni del Festival della Canzone Popolare e d’Autore, che da oltre 30 anni è un prestigioso punto di riferimento per l’evolversi della musica popolare e d’autore italiana.
Dopo il primo ascolto delle oltre duemila canzoni in gara, ogni artista partecipa infatti con due proposte, la giuria di Musicultura annuncia oggi i nomi dei 63 concorrenti che superano la prima fase del concorso.  
Li attende nei prossimi mesi un percorso di ulteriore selezione, che condurrà alla rosa dei sedici finalisti, poi a quella degli otto vincitori ed infine al nome del vincitore assoluto della XXXII edizione.

I 63 artisti selezionati si preparano ora a sostenere nel mese di marzo un’audizione, rigorosamente dal vivo, al Teatro Lauro Rossi di Macerata, dove si esibiranno di fronte alla giuria e in diretta streaming sui canali social del Festival.

“Abbiamo trascorso tre mesi in compagnia di questa bellissima onda di canzoni. Stili, suoni, lessico si trasformano sempre più rapidamente, la varietà di approcci è sorprendente, i picchi di originalità davvero notevoli” – commenta il Direttore Artistico Ezio Nannipieri – “poter auscultare il respiro di questo meraviglioso organismo che è l’arte popolare della canzone è un privilegio. Il nostro intento è porre al centro l’opera e l’artista, tutelare l’agibilità di uno spazio di proposta, di maturazione, di selezione nel quale le canzoni e chi le scrive, abbiano un valore in sé, prima di ogni possibile, e in quel caso comprensibile ed augurabile, strategia di marketing commerciale.  Mai forse come in quest’anno così tormentato abbiamo sentito la rilevanza di un obiettivo del genere. Invito chi è curioso di tutto e convinto di niente a seguire in diretta streaming le audizioni live, non penso rimarrà deluso”.

Le band in gara sono 12,  le proposte soliste 51, di cui 23 donne e 28 uomini; la regione più rappresentata è la Lombardia, seguono il Lazio, la Toscana, la Puglia, la Campania, l’Emilia Romagna e il Piemonte.

Al termine delle audizioni saranno proclamati i 16 finalisti del Festival, a eleggere due degli otto vincitori sarà il pubblico dei social, i rimanenti sei saranno decretati dal prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura composto da:
Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.

Il lungo cammino di Musicultura 2021 terminerà a giugno, quando gli otto vincitori saliranno sul palco dell’Arena Sferisterio di Macerata e al vincitore assoluto, decretato dal pubblico, andrà il Premio di 20.000 euro.

Gli artisti in gara a Musicultura 2021


Assurditè (Milano) – Niccolò Battisti (Roma) – Francesco Bottai (Pisa) – Brugnano (Napoli) – Buva (Cerignola, BA) – Calmo (Napoli) – Canarie (Bologna) – Elvira Caobelli (Verona) – Caravaggio (Latina) – Caterina (Trento) – Ciao sono Vale (Bergamo) – Carlo Corallo (Ragusa) – Cranìa (Brescia) – Giulia Dagani (Cremona) – Dealer (Domodossola) – Raffaella Destefano (Lodi) – Disegni (Roma) – Donix (Napoli) – Elasi (Alessandria) – Endimione (Pisa) – Epo (Napoli) – Beppe Gambetta (Genova) – Gaia Gentile (Bari) – Marcello Gori (Genova/Milano) – Kalascima (Salento) – Kama (Seregno, MB) – Henna (Sondrio/Milano) – Il Generatore Di Tensione (Bologna) – Ill Aereo (Teramo) – L’Avvocato dei Santi (Roma) – La Tarma (Bologna) – Le Feste Antonacci (Parigi) – Lorenzo Lepore (Roma) – Logo (Verbania/Milano) – Luk (Napoli) – Maria Forte (Senigallia, AN) – Miglio (Brescia/Bologna) – Mille (Velletri, RM) – Francesca Miola (Venezia/Milano) – Mr. T-Bone (Milano/Torino) – Paola Munda (Palermo) – Gabriele Mvsa (Roma) – Emanuele Patti (Milano) – Francesca Romana Perrotta (Lecce) – Persimale (Roma) – Laura Pizzarelli (Bari) – Lorenzo Pucci (Roma) – Queen Of Saba (Venezia) – Sara Rados (Firenze) – Diego Rivera (Lecce) – Room6 (Pisa) – Alan Rossi (Verbania/Milano) – Ruggero (Cremona/Firenze) – Claudia Salvini (Montevarchi, AR) – Francesca Sarasso (Vercelli) – Sesto (Trieste) – Sixteen (Altamura, BA) – Sudestrada (Forlì-Cesena) – Tananai (Milano) – The Jab (Ivrea, TO) – The Pax Side Of The Moon (Brianza) – Giulia Ventisette (Firenze) – Ziliani (Trento).

 

Record di iscrizioni a Musicultura 2021

1063 partecipanti, mai così tanti in trentadue edizioni del concorso.

Di un aereo si direbbe che ha sfondato il muro del suono, trattandosi di un concorso che ha a cuore la dimensione artistica delle canzoni si può dire che è stata oltrepassata una soglia davvero rimarchevole: quelle delle 1000 iscrizioni. Sono infatti 1063 i partecipanti alla XXXII edizione (2021) del concorso di Musicultura. In trentadue anni non erano mai stati così tanti. Il dato è ancor più significativo se si considera che possono partecipare al concorso solo artisti che scrivono le canzoni che interpretano.

“Direi che almeno due cose sono chiare: la prima è che la pandemia non ha spento l’urgenza di esprimersi attraverso le canzoni; la seconda è che chi coltiva aspirazioni artistiche percepisce Musicultura come un banco di prova credibile  sono le prime parole del Direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri. “Occorreranno quasi tre mesi – aggiunge –  per completare l’esame e la valutazione delle proposte. Sentiamo la responsabilità di questo compito, ci accingiamo a svolgerlo con la passione e la curiosità di sempre. Invio un sincero in bocca al lupo a chi ci ha affidato le proprie canzoni e ringrazio per quello che impareremo ascoltandole”.

Le buone notizie sul fronte del concorso si intersecano con gli incontri che in queste settimane gli organizzatori stanno conducendo con le istituzioni e con la Rai per disegnare un futuro che consenta alla manifestazione di esprimere al massimo tutte le sue potenzialità. “Veniamo da un anno difficile ed istruttivo al tempo stesso – osserva il Presidente dell’Associazione Musicultura Stefano Capernal’emergenza pandemica ci ha spinto a sperimentare o consolidare soluzioni cross-mediali che hanno prodotto esiti numerici e di gradimento particolarmente lusinghieri; è una formula che può essere ulteriormente valorizzata, adatta a coniugare con efficacia sempre maggiore radicamento e brand territoriali del festival con la sua proiezione nazionale ed internazionale”. 

Musicultura entrerà nel vivo nella prossima primavera con le Audizioni Live, che vedranno confluire a Macerata alcune centinaia di musicisti da tutta Italia e dalle quali usciranno le sedici proposte finaliste. L’iter di selezione successivo del concorso si snoderà nei mesi di marzo, aprile e maggio, per culminare a giugno all’Arena Sferisterio. Lì arriveranno solo otto artisti dei 1061 originariamente al nastro di partenza. Nel designarli avrà un ruolo centrale il Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, che in questa XXII edizione è composto da Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Brunori Sas, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.     

Musicultura 2020: ecco come è andata la 31° edizione

L’intero percorso di Musicultura 2020 è stata una risposta prudente ma tenace al Covid-19, con la messa in campo appena e dove possibile di prove tecniche di normalità.
Spettacoli live con pubblico in presenza, dirette streaming, trasmissioni TV e radiofoniche (Rai 2, Rai Radio1, Rai Isoradio, Rai 1), servizi di cronaca (TG1, TG2, TG3, TGR, GR1, GR2), contenuti social sono tutti elementi del mix trasversale che ha portato milioni di italiani ad entrare in contatto col festival e con le canzoni in concorso. Qualche dato parziale: 7.812.000 i radioascoltatori raggiunti, 6.839.000 i telespettatori, 6.008.986 le persone raggiunte sui social, 419.067 le visualizzazioni delle dirette streaming.

Le Audizioni Live


FEBBRAIO / MARZO 2020: cinquanta proposte artistiche, più di duecento musicisti per le Audizioni live di Musicultura XXXI. Tutta musica rigorosamente suonata dal vivo, in un teatro storico all’italiana con il pubblico in sala (finché è stato possibile).

Musicultura 2020 si è annunciata come un’edizione da record già alla chiusura del bando di concorso: oltre 760 artisti provenienti da tutta Italia infatti hanno deciso di iscriversi alla XXXI edizione del festival.
Dopo un attento ascolto degli oltre 1500 brani inviati durato più di due mesi, le 50 proposte artistiche ritenute più meritevoli sono state convocate a Macerata per esibirsi dal vivo. Le Audizioni live in programma al Teatro Lauro Rossi sono partite col teatro ricolmo di pubblico, poi, colpite dai primi provvedimenti contenitivi della pandemia, hanno proseguito il proprio iter a porte chiuse, trasmesse tuttavia in diretta streaming Facebook (102.326 le visualizzazioni).
Solisti e gruppi hanno proposto brani del proprio repertorio davanti alla giuria e al pubblico in un emozionante zigzag tra le diverse realtà musicali del nostro paese (qui tutte le esibizioni degli artisti in gara).

“Il pubblico di Musicultura è fortunato ad avere la possibilità di ascoltare ogni anno così tanta buona e così tanta nuova musica.”
La rappresentante di lista

Sul palco delle Audizioni sono salite anche due vecchie conoscenze del Festival tornate a Macerata questa volta in veste di ospiti speciali: La rappresentante di lista, già fra i finalisti di Musicultura 2014 e Lucio Corsi, fra i vincitori dell’edizione 2017.

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I sedici finalisti


APRILE / GIUGNO 2020: oltre tre mesi di programmazione su Rai Radio1 e Rai Isoradio per le canzoni dei sedici finalisti del concorso. Un grande evento in diretta televisiva e radiofonica per presentarli dal vivo al pubblico.

Da 50 a 16. Dopo l’ascolto dal vivo delle proposte convocate alle audizioni, la commissione d’ascolto di Musicultura ha decretato la rosa dei sedici artisti finalisti.
In pieno lockdown, quando tutto si è spento, Radio Rai ha alzato il volume con le canzoni in gara a Musicultura: dal 5 aprile fino a fine giugno le canzoni finaliste sono state protagoniste assolute delle programmazioni musicali di Rai Radio1 e Rai Isoradio Le trasmissioni Music Club, Radio1 Musica e il canale Rai di pubblica utilità hanno intervistato gli artisti in gara in diretta radiofonica, pubblicato sui canali social contenuti esclusivi loro dedicati e trasmesso le loro canzoni per un totale di otto passaggi complessivi per ciascun artista.

“In una fase così inedita e complicata per il nostro Paese è importante che Radio1 riesca a svolgere pienamente quel ruolo di servizio pubblico che resta il suo patrimonio genetico, dando sempre più spazio alle canzoni in concorso a Musicultura.”
Ivano Liberati, vice direttore Rai Radio1

Agli inizi di giugno, Musicultura e Radio1 sono stati tra i primi a sancire il ritorno della musica live in Italia, se pur ancora senza spettatori, con il concerto dei 16 finalisti, un vero e proprio faro di ripartenza per il mondo della musica e non solo. Il concerto è stato infatti il primo evento musicale in Italia con musica suonata dal vivo e “cambi di palco” dopo il lockdown ed è stato trasmesso in diretta radiofonica su Rai Radio1 e in streaming video sulle pagine Facebook di Radio1 e di Musicultura (qui la prima serataqui la seconda).

Ad accedere alla fase finale del festival solo otto fra le sedici proposte finaliste, selezionate dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia del concorso (che ha individuato cinque nomi); dal voto online del pubblico (che ne ha decretati due) e dalla stessa Musicultura (che ne ha scelto uno).

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L’atto finale


AGOSTO 2020: la grande macchina dello spettacolo dal vivo è ripartita. 2.000 spettatori per le due serate finali. Oltre 240.000 le visualizzazioni per le dirette Facebook. Servizi di approfondimento di TG1, TG3, SkyTg24. Grandi ospiti sul palco insieme ai vincitori del concorso.

Ad ospitare la fase conclusiva del Festival, anche quest’anno, la cornice magica dello Sferisterio di Macerata, con una capienza ridotta di due terzi per garantire il distanziamento del pubblico in sala.
Per il secondo anno consecutivo, la conduzione delle serate finali è stata affidata al cantautore Enrico Ruggeri. 
Sul palco gli 8 vincitori (Blindur, Fabio Curto, Hanami, H.E.R., I miei migliori complimenti, La Zero, Miele, Senna) si sono esibiti al fianco di grandi nomi della musica, del teatro, della letteratura come Tosca, Francesco Bianconi, Asaf Avidan, i Pinguini Tattici Nucleari, Massimo Ranieri, Roberto Vecchioni, Antonio Rezza, Bruno Tognolini e Lucilla Giagnoni.

“Musicultura è la prova che esiste ancora una canzone libera, che non ha voglia di essere determinata dal gusto di una massa sconvolgente, ma preferisce chi sente le cose veramente con l’anima giusta, col cuore giusto.”
Roberto Vecchioni

Fabio Curto con “Domenica” è stato decretato vincitore assoluto di Musicultura XXXI dal pubblico presente in arena: a lui sono andati i 20.000 euro del premio finale.
Durante le serate finali sono stati assegnati numerosi altri premi: quello per il Miglior Testo del valore di 2.000 euro a Miele, il Premio NuovoImaie (15.000 euro finalizzati alla realizzazione di una tournée) a I miei migliori complimenti; mentre Blindur si è aggiudicato sia il Premio della Critica che la Targa AFI (del valore di 3.000 euro ciascuno).

Un ulteriore ruolo determinante nel far conoscere al grande pubblico le canzoni in gara è stato svolto ancora una volta da Rai Isoradio e da Radio 1 Rai, le cui frequenze, dopo la programmazione delle canzoni finaliste, hanno ospitato anche la diretta radiofonica delle serate finali (qui il video della serata trasmessa in diretta dalle pagine Facebook di Musicultura e Rai 2).

Il meglio di quello che è successo all’Arena Sferisterio è disponibile nello speciale interamente dedicato alla XXXI edizione del Festival, andato in onda a settembre su Rai 2, partner televisivo di Musicultura, ora disponibile qui su Raiplay.

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Un anno senza Piero

Il 28 settembre di un anno fa si spegneva Piero Cesanelli, ideatore e sino all’ultimo direttore artistico di Musicultura, nonché di Lunaria e della Compagnia. La ricorrenza si accompagna ai primi passi della XXXII edizione di Musicultura – con l’apertura del bando del concorso musicale che Piero ha guidato per trent’anni – e ad una bella notizia: l’istituzione della Targa Piero Cesanelli. Da ora in avanti assume infatti questa denominazione il Premio della critica, l’ambito e prestigioso riconoscimento assegnato dalla stampa ad uno degli otto vincitori di Musicultura.

“È un modo simbolico e al contempo concreto – dichiara l’attuale direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri – per tenere unito il nome di Piero al concorso che ha diretto per trent’anni, a contatto con la meravigliosa ondata di canzoni che raggiunge ogni anno Musicultura trascinando con sé la creatività musicale  di migliaia di ragazze e ragazzi italiani, quelle ragazze e quei ragazzi che Piero è sempre stato bravissimo ad ascoltare, indirizzare e sostenere”.

Intanto, nell’edizione di Musicultura conclusasi un mese fa, la prima senza Piero e a lui dedicata, i riflettori si sono accesi su un aspetto della personalità di Cesanelli meno noto al pubblico, ovvero l’altezza del suo profilo cantautorale. “Pur avendo alle spalle la pubblicazione di dischi, esperienze live e riconoscimenti importanti, – osserva Nannipieri – Piero ha sempre  tenuto distinta la propria anima cantautorale dal ruolo di patron del festival. Glielo imponevano un pudore ed un’onestà intellettuale refrattari anche solo all’idea che potesse configurarsi l’ombra di un <conflitto d’interessi>. Ma Piero ha scritto canzoni bellissime, che meritano di essere ascoltate e riascoltate. Così, d’accordo con la moglie Paola, ho proposto a Roberto Vecchioni e ad Enrico Ruggeri di rendere omaggio a Piero, in questa edizione speciale a lui interamente dedicata, interpretando ciascuno un suo brano. La naturalezza con cui due delle firme più nobili della canzone d’autore italiana hanno accolto l’invito, il cuore con cui Roberto ed Enrico hanno apprezzato e fatte proprie le due canzoni loro sottoposte – rispettivamente Sopramilano e Caffè corretto – hanno commosso chi ha avuto la fortuna di conoscere Piero da vicino ed hanno lasciato il segno nel pubblico dello Sferisterio e radiofonico-televisivo”.

I dodici mesi trascorsi dalla scomparsa di Cesanelli hanno dato la piena misura del sentimento genuino di commozione e gratitudine che nel suo ricordo si è acceso tra la cosiddetta gente comune, oltre che tra gli addetti ai lavori. La creatività e l’umanità che hanno reso speciali la vita di Piero e la sua missione artistico-culturale hanno trovato riscontro anche nella sensibilità delle istituzioni, che hanno omaggiato Cesanelli con iniziative tanto significative quanto tempestive. Tra queste la scelta dell’ex Sindaco di Macerata Romano Carancini e della Giunta comunale di legare per sempre il nome di Cesanelli allo Sferisterio – che dal 2005 ospita l’atto finale dell’iter annuale di Musicultura – intitolando a Piero la Gran Sala, recentemente riqualificata, posta al primo piano del glorioso teatro all’aperto maceratese. Similmente si è mosso a Recanati il Sindaco Antonio Bravi, che con la Giunta ha deciso di intitolare a Piero Cesanelli il largo di via Cavour antistante il Teatro Persiani, collegando toponomasticamente in modo imperituro il nome dell’illustre cittadino al luogo che in città rappresenta la culla della musica e dell’arte. Anche l’Università di Macerata, per volere del Rettore Francesco Adornato, ha reso omaggio alla memoria di Cesanelli, consegnando alla moglie Paola il “Sigillo dell’Ateneo” per la lungimiranza e l’impegno profuso da Piero nell’aiutare i giovani a coltivare i loro sogni ed i loro talenti. Nuove iniziative, tese a far conoscere la colorata umanità di Cesanelli, la sua opera d’artista, le sue creazioni di operatore culturale sono al vaglio del comitato di garanti nato per mantenere viva la sua memoria. Inizialmente formato dalla moglie Paola e da una intima cerchia di amici, al comitato ha recentemente aderito anche Niccolò Fabi.

INTERVISTA. Lucilla Giagnoni a La Controra: “Ciò che caratterizza un artista è la capacità di essere versatile e poliedrico”

Attrice, sceneggiatrice ed autrice televisiva, Lucilla Giagnoni considera l’arte come panacea di tutti i mali. E proprio all’arte ha dedicato una vita intera: ha frequentato la Bottega di Gassman a Firenze; ha partecipato alla creazione di quasi tutti gli spettacoli prodotti dal Teatro Settimo; ha collaborato con illustri personalità del mondo del cinema, della musica, della letteratura; ha progettato spettacoli, è stata autrice di trasmissioni radiofoniche per la  Rai. Durante l’incontro nel cortile di Palazzo Conventati, per La Controra di Musiculturaci,  ci ha trasportato nella sua variopinta dimensione artistica. 

 Negli anni ottanta hai frequentato la Nuova Bottega Teatrale di Vittorio Gassman a Firenze e hai lavorato con personaggi importanti. Che insegnamenti hai appreso dalle loro esperienze?

La scuola di teatro è stata una vera e propria scuola di formazione per me. L’insegnante Paolo Giuranna è stato colui che mi ha aperto una grande prospettiva sulla ricerca della lingua italiana. La mia fortuna è stata quella di far parte di un gruppo teatrale molto giovane in cui tutti dovevano essere in grado di fare tutto: dall’imparare a scaricare un furgone allo scrivere testi e parlare con i giornalisti. Questo è stato veramente importante per la formazione della mia persona come artista.

‘’Paesaggi’’ è un progetto teatrale dedicato alla tua terra. Ci puoi raccontare di questo stretto legame con la natura?

Io non sono della terra in cui vivo. Sono fiorentina ma per questioni familiari mi sono trasferita a Novara, in Piemonte, una città in mezzo alle risaie. Ho vissuto per molti anni senza osservare intorno ma quando sono rimasta incinta mi sono resa conto che in quella terra stavo seminando qualcosa. Così cambiò la mia visuale di quel luogo e iniziai a trovarvi un terreno molto fertile su cui posare i piedi per scrivere. 

Hai intrapreso un percorso di scrittura e ricerca chiamato ‘’Meditazioni’’, costituito da riflessioni antropologiche, storiche e poetiche. Potresti parlarcene?

All’epoca mi sono resa conto che la mia migliore capacità non era tanto quella di raccontare una storia, cosa che comunque amo fare, ma il saper riflettere sulle domande di oggi e fare un’esegesi della contemporaneità, trovando un punto di connessione tra l’antichità e l’attualità. Le ‘’Meditazioni’’ hanno una loro potenza perché mi hanno avvicinata ad un pubblico eterogeneo; si può dire che io sia andata laddove il teatro di solito non va, ad esempio nei centri spirituali. Inoltre mi hanno aiutata a togliere il velo della rappresentazione, c’è una ragione per cui si sale su un palco e le  “Meditazioni’’ rappresentano proprio tutto ciò che è nascosto dietro il percorso di un attore.

Dalla lettura della “Divina Commedia” di Dante Alighieri è scaturita la scrittura di ‘’Vergine Madre’’ (2004).  Nel 2007 il monologo ha vinto il Premio Persefone come miglior spettacolo teatrale in televisione. Cosa ti ha spinta a reinterpretare un’opera di tale importanza?

In seguito ai fatti dell’11 settembre 2001, in quanto artista, mi sono quasi sentita in dovere di donare delle parole di conforto alle persone. Come potevo indicare la cosiddetta ‘’retta via’’ quando fuori crollava il mondo? C’era bisogno di donare delle parole di bellezza per uscire dall’inferno. Ho iniziato a fare questo viaggio all’interno della “Divina Commedia” e, proprio come nell’opera, ho intrapreso una catabasi e dopo un’ascesa. Tutto è culminato con un’appropriazione della mia persona. Quest’opera è rimasta attuale perché, quando quest’anno si è riproposta l’idea del tutelarsi da una situazione catastrofica, isolandoci per tre mesi nelle nostre abitazioni durante il lockdown, ho pensato di reinterpretare l’opera per intero. 

Dal 1997 insegni narrazione e comunicazione alla scuola Holden di Torino e dal gennaio 2016 sei direttrice artistica del Nuovo Teatro Faraggiana di Novara. Cosa accomuna queste due attività lavorative?

A mio parere tutte le attività svolte da un artista sono simili tra di loro in quanto ciò che caratterizza questa figura è la capacità di essere versatili e poliedrici.

INTERVISTA. “C’è ancora bisogno di musica”: Walter Veltroni a Musicultura 2020

Tra le atmosfere barocche del cortile di Palazzo Buonaccorsi, in occasione della XXXI edizione del Festival, Walter Veltroni racconta del suo ritorno alla saggistica presentando il suo ultimo scritto, Odiare L’odio, “un sentimento livido, una lunga bava di lumaca nella vita di ciascuno di noi. (…) Si infila nelle ferite del nostro tempo e progressivamente ci domina 

L’occasione è stata il pretesto per parlare non solo di letteratura, ma anche di cinema, poesia e tanta buona musica. In compagnia di Michela Pallonari, l’ex sindaco romano si è raccontato genuinamente prima al pubblico de La Controra,  dopo alla redazione di “Sciuscià” con questa :

Prima ancora che regista e appassionato di musica, lei è giornalista e politico. La musica è stata da sempre permeata dalla politica e le canzoni sono state utilizzate come strumento di protesta: ritiene che sia possibile individuare una sorta di interconnessione tra politica e musica, considerarle l’una alla stregua dell’altra?

Non credo. Qualsiasi forma di espressione culturale, che sia cinema, teatro o musica può avere una sua ricaduta politica, ma questa non è la forma. È solamente una delle forme attraverso le quali l’espressione artistica si manifesta. Naturalmente, più immediata e meno propagandistica questa forma si rivela e meglio è.  Il cinema di Chaplin era un cinema politico, a suo modo: Tempi moderni, Il Grande Dittatore. Abbiamo tante esperienze, ma persino la grande musica d’opera italiana è stata importante durante il risorgimento. Ma non le identificherei. La musica, il cinema e l’arte sono un mondo dentro il quale ci sono vari colori e intenzioni, che poi possono essere di svariati tipi, perfino civili o politico/sociali.

In uscita quest’anno Il concerto ritrovato, docufilm prodotto dalla società statunitense Sony Music e interamente diretto da lei, che riporta in vita quel mondo ormai sparito del pop d’autore di fine anni ‘70 dominato dal prog pioneristico della PFM e dal cantautorato interpretativo di Fabrizio De André. Nel panorama italiano odierno chi identificherebbe come degno erede spirituale degli artisti sopracitati?

La cosa bella di quel concerto era il fatto che era la prima volta che si incontravano due realtà assolutamente separate, quasi contrastanti, cioè la grande musica d’autore di Fabrizio De André e il rock progressivo della Premiata Forneria Marconi, e incontrandosi generavano una musica totalmente nuova. È sempre quello che avviene quando due persone, due idee, due parole si incontrano: ne generano sempre una terza. È una forma di attività procreatrice. Faccio un po’ fatica, oggi, a trovare qualcuno di simile, in grado di fare un’operazione del genere, perché quello è stato veramente di un unicum. Ci sono in America grandi esperienze di questo tipo, ma in Italia non ne trovo alcuna.

“VELTRONI” è il singolo d’esordio, nonché il brano più conosciuto, della GARAGE GANG, gruppo di post-trapper originari di Ostia. La canzone ha riscosso un successo spropositato svettando sin da subito in cima alla classifica dei brani più ascoltati su Spotify. Ha avuto modo di ascoltarla?

L’ho sentita e l’ho trovata molto divertente. Concettualmente diciamo che per arrivare a decodificare il messaggio c’è voluto tempo, però ammetto che la seconda parte della canzone mi identifica bene con la creatura del Partito Democratico che feci nascere tanti anni fa. Sono dunque contento che abbiano avuto successo.

Il 2020 si porta via il gigante dell’arte italiana e pluripremiato compositore Ennio Morricone, suo concittadino, nonché caro amico e seguace politico. Nell’ottobre del 2007 partecipò infatti alle primarie del Partito Democratico come candidato in una lista a suo sostegno. Crede che il legame pluriennale con il maestro abbia influito in una qualche maniera sulla sua passione per la musica e la cinematografia?

Morricone appartiene a quel tipo di concezione della cultura di cui parlavo prima a proposito di De André perché era capace di fare sia la musica dodecafonica che il riff di In ginocchio da te di Gianni Morandi. In mezzo, la meravigliosa musica da film che ha fatto: era questa la cosa che mi affascinava. Non posso dire che sia stato lui a farmi amare il cinema, ma certamente molte delle sue colonne sonore hanno un’incredibile forza evocativa. Penso a Novecento, ai film di Sergio Leone e a quelli di Giuseppe Tornatore, penso a Mission e penso a tutte quelle pellicole nelle quali l’elemento della musica era talmente forte, talmente intrecciato coerentemente con il film, da riuscire a funzionare anche se slegato da quest’ultimo. 

Il 2020 è stato anche l’anno del Covid-19. Di fronte all’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio l’intero settore artistico, Musicultura non si arrende e si riconferma come ogni anno. Quale consiglio di sentirebbe di regalare non solo ai vincitori, ma a tutti quegli artisti che non hanno mai smesso di crederci e di proporsi nonostante le inevitabili incertezze di questo periodo?

L’emergenza finirà. Non so se torneremo come prima, meglio di prima o peggio di prima, ma sicuramente ci sarà e c’è ancora bisogno di musica, cinema, e immagini. Anzi probabilmente durante questa tragica esperienza inaspettata che ci è capitata abbiamo avuto tempo e modo di consumare molti più prodotti culturali di quanto facessimo quando la vita era troppo veloce, troppo organizzata. Per cui, continuare. Continuare a scrivere, a fotografare, a cantare, suonare, a dipingere. Questo rende il mondo un po’ migliore quindi l’invito è non smettere e basta. 

INTERVISTA. “Musicultura è la prova che esiste ancora una canzone libera”: il ritorno di Roberto Vecchioni a Macerata

“Ma non è vero, ragazzo / che la ragione sta sempre col più forte: / io conosco poeti / che spostano i fiumi con il pensiero / e naviganti infiniti / che sanno parlare con il cielo”: ricordate quando nel 2017 Roberto Vecchioni brillava sul palco dello Sferisterio con la magica Sogna ragazzo sogna, lasciando il pubblico di Macerata incantato e, appunto, sognante? Sono passati pochi anni e il nostro Maestro è sempre una conferma quanto a nobiltà d’animo e grandezza artistica. Per la XXXI edizione di Musicultura ha presentato infatti il suo omaggio commovente al caro amico Piero Cesanelli, ideatore del Festival e suo direttore artistico prematuramente scomparso lo scorso anno, ed ha dato qualche prezioso consiglio ai vincitori del concorso. Poco prima del suo ritorno a sorpresa sul palco dell’Arena, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo in camerino e di confrontarci con lui per questa intervista. 

Nel 2018 è uscito il suo ultimo album in studio, L’infinito, pubblicato per suo volere solo in copia fisica e quindi non disponibile nei digital store. Qual è stata la genesi di questo concept album e come mai questa scelta controcorrente, in un mondo di streaming veloce e fruizioni distratte?

È stata una scelta romantica, di contropotere, una scelta dei vecchi tempi, con il pensiero che chi desidera realmente un disco lo va a comprare, senza ascoltarlo per forza a pezzettini, a brandelli qua e là. Del resto, questa mia opera è il frutto di un anno e mezzo di pensieri e sentimenti, di soddisfazioni e paure: credo di avere il diritto di essere ascoltato per intero. L’Infinito è un disco di grande vita. Siamo nel luogo migliore per parlarne, vicino a Recanati: non dobbiamo ricercare l’infinito chissà dove, ma nella nostra coscienza, nelle nostre attitudini o nella nostra forza di vivere.

Nel 1998 ha curato la voce Canzone d’autore dell’Enciclopedia Treccani. La domanda sorge spontanea: ha notato delle innovazioni notevoli nel mondo della canzone d’autore negli ultimi 20 anni?

Tantissimo! Ci sono state tante diramazioni, ma questi anni hanno visto anche l’ingresso prepotente di un altro modo di fare musica d’autore, più rappata e parlata, o forse anche più stressante e violenta in un certo senso. Si è perso forse un po’ l’andazzo della leggerezza poetica degli anni ‘70. Sono però sorti altri generi altrettanto interessanti, con configurazioni della vita e del pensiero differenti, ma si può trovare il bello anche lì. Non sono di certo un passatista, uno che dice “i miei tempi erano altri tempi”: c’erano quelle precise forme di canzone e stavamo dietro a quelle. 

Dopo la laurea in lettere antiche e una prima parentesi accademica, ha proseguito per trent’anni la sua attività d’insegnante di greco, latino, italiano e storia nei vari licei. Come ha influito la sua spiccata capacità didattica e intellettuale nella sua carriera cantautoriale?

Nemmeno tanto in fin dei conti: tutto nasce dall’idea di esprimere la storia immane che abbiamo dentro, quella ereditata dal mondo antico, dalla memoria e dalla poesia del passato. Così come raccontavo quei sentimenti a scuola, per dare un senso di continuità alla storia, così faccio anche da sempre nella canzone.

Si è anche distinto nel panorama editoriale italiano dall’esordio del 1983 con Il grande sogno ai più recenti romanzi: Il Mercante di luce (Einaudi, 2014) e La vita che si ama (Einaudi, 2016). Ha nuovi progetti editoriali in cantiere?

Sì, a ottobre uscirà il mio nuovo libro per Einaudi, che a tal proposito è la narrazione di un mio anno di scuola, il 1987, ovvero l’ultimo in cui ho insegnato in un certo liceo. Racconto di come facevo scuola insieme ai miei ragazzi, di cosa parlavamo e del perché. Ne è uscito un libro tra il comico e il pensieroso, un romanzo inaspettato perché molte figure della storia e della filosofia vengono ribaltate e messe in discussione, accettate o meno: insomma, come se dalla cattedra gli si desse un voto.

Dopo la sua partecipazione come ospite della XXVIII edizione, Musicultura la riaccoglie in un anno particolarmente difficile per l’industria musicale e lo spettacolo dal vivo. Come membro del Comitato Artistico di Garanzia, quali consiglio sente di dare agli otto vincitori del festival?

Di sicuro non il consiglio di sfondare chissà dove e chissà come! Musicultura è la prova che esiste ancora una canzone libera, che non ha voglia di essere determinata dal gusto di una massa sconvolgente, ma preferisce chi sente le cose veramente con l’anima giusta, col cuore giusto. Auguro a tutti i vincitori di avere successo e un riscontro, ma non certamente di diventare star: quel tipo di successo effimero nasconde probabilmente qualcosa di sbagliato.