Il testo
Mi metto in coda alle 7 della sera
Di una domenica col ghiaccio sull’asfalto
La scheda per telefonare in Venezuela
Dove il cielo ha voglia d’essere cobalto
Dove la luna è una lama di rasoio
Che accende i traffici del centro di Caracas
E osserva e svela coi suoi occhi d’avvoltoio
A ritmo di marimba sorda e di maracas
Hanno interrogato tutta la famiglia
Pochi istanti dopo che me n’ero andato
Con il mio zaino di cristalli e di vaniglia
Spedisco soldi a casa senza essere notato
Mi metto in coda anche se c’è la polizia
Anche se non ho più il permesso di soggiorno
La scheda per telefonare in Romania
E dire che anche per quest’anno non ritorno
E dire che la vita qui non è poi male
Nei magazzini vuoti dell’acciaieria
Ci toglieranno acqua e luce per Natale
E fili dovo balla il tango anche la biancheria
E sentiremo in aria colpi di fucile
E corvi gracchieranno i cori della festa
E dopo aver raschiato il fondo del barile
Il gallo venderà il suo orgoglio e la sua cresta
Mi metto in coda e non c’è più nessuno in giro
Tra i sampietrini, i bar al neon, i music club
Mi metto in coda tra l’odore acre del gyros
Del the alla menta, del falafel, del kebab
Di pane azimo, d’incenso di moschea
Di buona erba da condire e per fumare
Del vento che fa alzare all’alba la marea
Del tempo della fuga sotto il temporale
E le cabine telefoniche son vuote
Ma hanno chilometri di vita raccontati
Che ognuno porta in tasca come unica dote
Quando l’inverno li avrà tutti congelati.