Il testo
(De Sanctis, Marincola)
La finestra ormai chiusa sulla strada
Dove passano le invidie e quel tram di disperati
Che pensavano di andare verso il mare
O sulla luna o chissà dove, tanto erano illusioni
Non restate lì affacciati come scemi ad aspettare
Qui non passa il carnevale che vi invita in una favola
Che qualcuno non potrà mai raccontare
Quel giorno il nostro amore era indeciso
In ritardo o, accidenti, era fuggito
Col segreto per trovarsi sempre al mare
Sulla luna o chissà dove, tanto era illusioni
Ritrovarsi alla fermata di quel tram di disperati
Con in tasca una bustina col biglietto per viaggiare
Era bello, come volare, senza ali e senza amore
Dietro una nuvola c’è carnevale
E un carro per chi vuol tornare
Guarda quei visi te li puoi inventare
Per le invidie fai come ti pare
E l’orchestra comincia a suonare
Per chi – come me
Si diverte a cantare e a ballare
Nel silenzio della stanza impolverata
La mia favola racconto ad uno specchio
Di quel viaggio che da soli si può fare
Ma da soli cos’altro si può fare
Dalla strada una voce in un coro bestiale
E lo specchio incuriosito mi tiene per mano
Mi regala l’occasione per potermi inventare
Mi regala la luna ed altre mille illusioni
E una conchiglia col rumore del mare.