Il commento di Musicultura
Un lessico nuovo riveste antiche melodie, che rimbalzano tra le sponde del mare nostrum e che trovano nell’incanto di una voce il perfetto centro di gravità. Esibizioni muscolari e piroette non servono, parla l’anima.
Il testo
“Levati la fantasia, senti a mamma tua”
disse l’osso al cane ed io ti do ragione
stasera se mi metto a tavola con te
mi mangio le parole
“Pensa a quello che ti resta
e apri la finestra”
fece il vento a quella luce nella stanza
e tu mi hai detto ne ho abbastanza di te
una bugia la devi costruire
per salvarti dal niente
Sui passi miei ci ha camminato l’idea
di non pensare al giorno più bello che merito
ma il pane non è stanco del suo lievito
nemmeno io di quello che divento
Ti racconterò
tutto quello che io so dei satelliti di Urano
come fa a dormire piano
la luna sopra alla città che le ha succhiato il sangue
come una zanzara
Ti racconterò
di una lingua misteriosa
come quella della rosa al cimitero
che dà voce al pensiero
e fa volare le sue spine fino
ad attraversare il cielo
Lascia stare chi ti dice: se non trovi pace
poni la fiducia solo nella scienza
Se di qualcosa ne hai abbastanza lassa sta’
Ma amare è semplice, basta considerare
tornare a casa, appena ti hanno messo fuori strada
Ti racconterò
tutto quello che io so dei satelliti di Urano
che si può viaggiar lontano
anche tra gli scaffali del supermercato
quando cerchi il burro che ha cambiato nome
Ti racconterò
come ritarda il suo volo
un gabbiano alla stazione di Milano
per salvarsi dal niente
E come cantano i bambini dell’Antartide
come si vede il mare dal balcone di mia zia Luisa
Scommetto che tutte le cose dentro all’universo
ritroveranno il tempo di restare qui vicino a me
(se non te ne vai)
Scommetto che tutte le cose dentro all’universo
quando vorranno dire addio
respirano così