Il commento di Musicultura
Le insidie dell’età adulta dipinte con acume e sensibilità nel contesto di una fortunata tela melodica.
Il testo
Che paura se da bruco
poi diventerò farfalla
che paura questa vita
se lo scopo è stare a galla
e le pozzanghere per strada
che si inghiottono anche il sole
che paura l’ombra a punta della mole
Che paura quando inizi
a far da solo colazione
che è sparita pure l’ansia
di scordare la lezione
che paura questo modo
di pensare inflazionato
che paura un mondo schiavo
delle leggi di mercato
Ma non mi avevano avvisato
che avrei dovuto trasformarmi
rinnovare il guardaroba
ed indossare artigli e armi
ma non mi avevano avvisato
in ‘sto simpatico teatrino
che mi avrebbero buttato
anche i giochi da bambino
Che paura quando
non mi riconosco fra la gente
che paura un “grazie mille”
dallo sguardo indifferente
se per farci stare zitti
basta solo una partita
che paura un sogno appeso per le dita
Ma non mi avevano avvisato
che avrei dovuto trasformarmi
rinnovare il guardaroba
ed indossare artigli e armi
ma non mi avevano avvisato
in questo insolito cantiere
che al posto delle filastrocche
avrei imparato un bel mestiere
Ma che bella una finestra
ancora accesa in alto in alto
proprio in cima a un palazzone
se ne frega dell’asfalto
e quell’inferno di portiere
chiuse in faccia, campanelli
e cuori a pezzi senza nome
che si sentono fratelli questa sera
quando l’aria è nera nera
Ma non mi avevano avvisato
che avrei dovuto trasformarmi
rinnovare il guardaroba
ed indossare artigli e armi
ma non mi avevano avvisato
in questo insolito cantiere
che al posto delle filastrocche avrei imparato un bel mestiere
Ma non mi avevano avvisato
in ‘sto simpatico teatrino
che mi avrebbero buttato
anche i giochi da bambino
Solo uno ne han tenuto
col mio nome scritto in nero
sulla fronte: il soldatino