È iniziato Musicultura 2020: il resoconto della prima serata

  • Ruggeri omaggia Piero Cesanelli interpretando la sua Caffè Corretto: inizia così Musicultura XXXI
  • Vanno in finale: Miele, I Miei Migliori Complimenti, Blindur, Fabio Curto
  • Tosca e Massimo Ranieri incantano lo Sferisterio
  • Tra gli ospiti Antonio Rezza, Salvador Sobral, i Bandakadabra
  • A Blindur il premio AFI. A Miele il premio Miglior Testo. A I Miei Migliori Complimenti il premio NuovoIMAIE
Enrico Ruggeri omaggia Piero Cesanelli con l’interpretazione di Caffè Corretto

Riflettori puntati sul palco dell’Arena Sferisterio di Macerata: la trentunesima edizione di Musicultura si apre con un omaggio a Piero Cesanelli, ideatore e direttore artistico del festival dal 1990 al 2019.

“Piero Cesanelli ci ha lasciato poco meno di un anno fa, credeva nel fascino della canzone e della musica. Siamo qua a rendergli omaggio, in quest’arena che non ha nulla da invidiare ai più grandi teatri del mondo”: a ricordarlo con queste parole è Enrico Ruggeri, conduttore del Festival della Canzone Popolare e d’Autore per il secondo anno consecutivo, che inaugura la serata esibendosi proprio con un pezzo di Cesanelli, Caffè Corretto.

Si entra poi nel vivo della competizione: I miei migliori complimenti con Inter-Cagliari è il primo vincitore a salire sul palco dello Sferisterio.

Subito dopo è il turno di Fabio Curto, che presenta al pubblico maceratese il brano Domenica.

Segue poi H.E.R, che intona la sua Il mondo non cambia mai.

A chiudere la prima metà della gara è la cantautrice Hanami con Contro volontà.

i vincitori di musicultura 2020
I vincitori di Musicultura 2020 sul palco dello Sferisterio

È il momento della prima ospite della serata, regina della musica cantutoriale italiana: Tosca, che saluta la platea con queste parole: “Le nuove generazioni sono una boccata d’aria fresca, sono il nostro futuro. Grazie a Musicultura, di cuore”.
Cantante, attrice, artista eclettica con un’innata propensione alla ricerca e alla sperimentazione, incanta lo Sferisterio con i brani Giuramento e Ho amato tutto.

tosca a musicultura 2020
Tosca incanta lo Sferisterio

Spazio a Rai Radio 1 , che trasmette l’evento in diretta, con il consueto saluto da parte dei presentatori radiofonici John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua. Anche durante il lockdown la programmazione dell’emittente ha accompagnato Musicultura nelle semifinali del concorso e “Un giorno da Gambero” ha ospitato gli otto vincitori facendoli conoscere al grande pubblico.

La competizione riprende, di nuovo spazio ai vincitori: tocca ai Senna che si esibiscono con Italifornia.

La Zero è invece la sesta vincitrice a salire sul palco con Mea Culpa.

Segue poi la performance della cantautrice Miele con Il senso di colpa.

A chiudere la rosa degli otto vincitori, infine, è Blindur con Invisibile agli occhi.

È tempo di premiazioni: il presidente dell’Associazioni Fonografici Italiani Sergio Cerruti conferisce il premio AFI a Blindur. Cerruti accompagna il momento così: “Siamo stati accanto a chi produce musica da sempre. Ci sono i grandi autori, ci sono i grandi artisti, ma ci sono anche i grandi produttori e i grandi manager. Il motivo di questo premio è principalmente la musica, nulla di più”.

La consegna del premio AFI – Associazione Fonografici Italiani a Blindur

In attesa che vengano svelati i nomi dei 4 quattro vincitori che accederanno alla finalissima di domani sera, il pubblico accoglie con un caloroso applauso il secondo ospite della serata, Massimo Ranieri, con il brano Mia ragione. “A Musicultura – spiega l’artista partenopeo – sono di casa; l’ultima volta che sono salito sul palco è stato 4 anni fa. Quest’anno è l’anniversario di un rivoluzionario maestro della musica napoletana, un vero rapper ante tempore, il divino Renato Carosone”. Ed è proprio dedicato a quest’ultimo l’omaggio musicale rappresentato dall’interpretazione di Pijate ‘na pasticca.

Massimo Ranieri ritorna sul palco dello Sferisterio a 4 anni dall’ultima partecipazione a Musicultura

È del valore di 2.000 euro il premio per il Miglior Testo, attribuito dagli studenti dell’Università di Macerata e Camerino. Ad aggiudicarselo è Miele “per la sfrontatezza con cui Senso di Colpa ha abbattuto le barriere di genere”.

Miele ritira il Premio per il Miglior Testo 2020

Premio Nuovo Imaie invece è costituito da 15.000 euro da utilizzare per la realizzazione di un tour promozionale. A gioire per questo premio è I Miei Migliori Complimenti, a cui consegna il riconoscimento John Vignola, che spiega: “Suonare live è il momento centrale per chi ha pensato una canzone e vuole proiettarla verso un suo pubblico”.

I Miei Migliori Complimenti Premio nuovo IMAIE 2020
I Miei Migliori Complimenti ritira il Premio nuovo IMAIE

Il performer Antonio Rezza si presenta al pubblico dello Sferisterio come “polemista in si bemolle”. Un progetto, quello che presenta sul palco, che nasce durante i mesi del lockdown e porta il suo autore ad una considerazione: “Se tutte le menti libere si concedessero quattro mesi di reclusione all’anno, potrebbero nascere delle produzioni esplosive”.

Il performer Antonio Rezza con Enrico Ruggeri

Il portoghese Salvador Sobral, vincitore dell’Eurovision Song Contest 2017, è abituato a palchi internazionali, ma l’intimità dell’Arena Sferisterio ha fatto davvero brillare i suoi brani Paris Tokio II e Amar pelos dois.

Salvador Sobral

Ultima ad esibirsi è la Bandakadabra, orchestra di strada nata a Porta Palazzo, cuore multietnico di Torino, con un mix di musica bandistica, jazz e folk. Uno spettacolo suggestivo, dove note e gag si incastrano perfettamente.

Bandakadabra

La serata si conclude con la proclamazione dei quattro artisti che sabato si contenderanno il premio da 20.000 euro destinato al vincitore assoluto dell’edizione:

  • Miele
  • Blindur
  • I Miei Migliori Complimenti
  • Fabio Curto

Chi sarà il vincitore assoluto della trentunesima edizione di Musicultura?

 

INTERVISTA – “Dove non siamo stati”: la poesia di Giovanna Cristina Vivinetto incanta La Controra

«[…] Col tempo avremmo imparato/ 

per non farci cogliere mai più impreparati/ 

a saper far parlare anche il vuoto». 

Nella sua più recente raccolta di poesie Dove non siamo stati (Rizzoli, 2020), presentata al pubblico de La Controra per la XXXI edizione di Musicultura, la poetessa Giovanna Cristina Vivinetto racconta di tanti strappi e mancanze, di innumerevoli fantasmi del passato, di transizioni graduali e di sorpassi lenti; ma racconta anche di altrettante rinascite luminosissime, di altrettanti dolori minimi, alle volte minimalisti, alle volte monumentali. Quella di Giovanna è una maturità artistica pura, quasi disarmante vista la giovanissima età, una maestria unica, di chi non deve di certo alzare la voce per farsi udire, di chi riesce con la più delicata delle schiettezze «a far parlare anche il vuoto» e far sì che quel vuoto – e la conseguente rinascita – arrivi proprio a tutti, anche a chi spera di non sentire. Alla redazione di “Sciuscià”, la poetessa siracusana si racconta così.

La tua prima raccolta di poesie, Dolore minimo, è stata un vero e proprio grido di identità, caso critico ed editoriale del 2018 e rarità nel mondo della poesia contemporanea. Cosa stai rivendicando oggi? Cosa è cambiato da quel recente esordio?

Ogni “istanza” che possa essere definita in qualche maniera “identitaria” e che porta avanti i diritti civili non ha mai una data di scadenza; certe battaglie sono valide in qualsiasi epoca storica, e anzi con il passare del tempo diventano ancora più attuali, basti pensare alla lotta femminista ripresa fortunatamente negli ultimi anni, dopo troppo tempo. Per quanto riguarda invece un’identità più ibrida o fluida come può essere quella LGBT, o che mi riguarda ancor più da vicino, come l’identità sessuale delle persone transessuali, la tematica è ancor più attuale. Sono argomenti recentissimi non solo nel dibattito culturale, ma anche in quello storico e politico: difatti, risale solo al 1984 la legge che permette alle persone transessuali di poter cambiare il sesso dopo una trafila burocratica e medico-chirurgica. Solo recentemente c’è stato un grande salto in avanti, grazie a una sentenza del 2015 che rende possibile cambiare sesso senza dover ricorrere necessariamente alla chirurgia. 

Essendo una tematica civile così rilevante, deve essere sempre affrontata con maggior vigore: il fatto che la poesia si faccia carico di qualcosa di così forte non può che giovare alla comunità, perché da sempre la letteratura è il veicolo di idee e concezioni che meglio permette di superare certi stereotipi. Insomma, la letteratura è una voce corale, non appartiene mai al singolo, o peggio ancora a chi la produce, ma appartiene davvero a tutti. 

Riguardo invece la tua seconda uscita, Dove non siamo stati, nella nota critica Alberto Bertoni racconta che “Orfeo torna solo nel mondo, dopo essere diventato lui Euridice”. Difatti, la raccolta si presenta come un viaggio nell’Ade, un ritorno ai fantasmi del passato. Si tratta di una trasformazione o di una resurrezione? Ovvero, c’è di mezzo un omicidio?

Sembra ci sia stato un omicidio perché in effetti nella prima sezione, quella dai toni più dark, cerco di indagare ciò che è avvenuto dopo la perdita di una parte della mia identità. Ogni transizione, che sia sessuale o meno, comporta una perdita. Tutti noi perdiamo nel corso della nostra esistenza una parte di noi stessi; la vera scommessa sarebbe proprio tentare di mantenere questa parte, o meglio di recuperarla, di tenerla in vita ricordando quello che eravamo. 

La seconda raccolta di poesie, Dove non siamo stati, è un’indagine nei confronti di un’assenza, che mi ha riguardato prima in quanto parte della mia identità, ma poi rivolta anche all’esterno: infatti, se in Dolore minimo il viaggio è in solitaria, vale a dire il percorso di un’identità che riscopre sé stessa, qui lo sguardo della mia cinepresa si allarga oltre i confini della sola identità, abbracciando quelli di un paese intero; nell’ultima sezione racconto infatti di un centro abitato, Ciuriddia, ovvero Floridia -dove sono nata e cresciuta- nell’ottica di fare i conti con una realtà che si è persa per recuperarla, dirle addio e infine andare avanti.

 Questo è il significato di tutti i diversi fantasmi che si avvicendano nel libro: capire che dove apparentemente non siamo stati e dove non saremo più in realtà continueremo ad esistere, perché dalla nostra abbiamo delle storie da raccontarci: esistiamo perché raccontiamo.  

 Parliamo di scelte stilistiche. Spesso si ravvisano delle attenzioni metriche proprie della tradizione italiana, ma in una scrittura volutamente libera, quasi prosastica. Da cosa deriva questa inclinazione?

Diversi modelli hanno influenzato la stesura di questo libro: in particolare, oltre alla compagna di letture a cui sono più affezionata, Wisława Szymborska, ci sono anche Pierluigi Cappello, Franco Buffoni e Antonella Anedda. In effetti, la raccolta è molto variegata: nella prima sezione, per esempio, ho inserito componimenti dal ritmo più serrato, in rimando alla metrica tradizionale con decasillabi, endecasillabi e dodecasillabi; nell’ultima sezione invece i versi si sono di molto allungati, perché sentivo di dovermi avvicinare all’andamento della prosa. Ho poi concluso il libro con una poesia dalla struttura più lirica, con strofe da otto versi, in maggioranza endecasillabi.

Come unicum nella scena poetica Under 30 italiana, quali sviluppi immagini per la lirica contemporanea?

La nostra tradizione poetica italiana è meravigliosa ma al tempo stesso può risultare asfissiante: i giovani dovrebbero leggere di più i contemporanei e tentare di scrollarsi di dosso tanti modelli preponderanti e tante idee precostituite. Questa è l’unica via d’accesso per scrivere qualcosa di proprio, per accedere alla modernità: frequentare i poeti viventi e smetterla di radicarsi nel passato. La maggior parte delle persone che scrive poesia oggi è ferma all’ermetismo e produce versicoli di cui non si capisce nulla. La bellezza della poesia però risiede nella chiarezza, e forse questa sua potenzialità è anche l’unica arma per fare uscire la poesia dai ranghi dove è stata rinchiusa. 

Dopo il Nobel alla letteratura di Bob Dylan, il confine tra lirica e musica è ancora più labile e ogni categoria è sorpassata. Secondo te è giusto che spesso i cantautori vengano considerati al pari dei poeti? 

Non credo di essere la persona giusta per dire qualcosa in merito, ma il concetto che dobbiamo avere in mente per intendere il futuro è quello di contaminazione delle espressioni artistiche. Non mi sorprende che un premio Nobel sia stato assegnato a un cantautore: più che scandalizzarci, dovremmo riflettere sul perché questo avvenga. Per evolversi, la poesia non può certo rimanere rinchiusa in se stessa ma deve continuamente attingere a diverse forme d’arte per arricchire il proprio mezzo comunicativo.

Zoro lascia il segno a Musicultura: l’intervista a Diego Bianchi

L’amato comico, giornalista e blogger romano Diego Bianchi, dal 2003 noto anche con lo pseudonimo di Zoro, si racconta alla giornalista Fiamma Sanò in “La versione di Zoro. Una voce fuori dal gregge”.

Prima dell’evento, organizzato all’interno de La Controra di Musicultura, la redazione di Sciuscià ha intervistato Diego Bianchi, conduttore del popolare programma TV Propaganda Live.

Ultimamente su Facebook hai ripostato uno scatto nostalgico risalente al 2013 raffigurante uno Zoro un po’ turbato al primissimo giorno di riprese della pellicola Arance e Martello, interamente diretto e interpretato da te alla tua prima prova registica. In che modo ti sei avvicinato all’universo cinematografico e, in particolare, alla regia?

Da autodidatta, nel tempo, avevo scritto tante sceneggiature per i miei lavori e avevo anche creato dei lungometraggi per la Rai. Per cui, nel momento in cui ho avuto una storia da raccontare  ̶ che era per me la cosa più importante di tutte  ̶  l’ho proposta alla Fandango, con cui lavoravo al tempo e con cui lavoro tutt’ora, e che mi ha risposto che la cosa si poteva fare. Ho provato con i miei strumenti, la mia telecamera e le mie conoscenze, ed è venuto fuori un bel lavoro. Poi, ovviamente, mi sono avvicinato al cinema anche e principalmente da cultore medio; non mi definirei nemmeno un appassionato vero e proprio.

In seguito a questa esperienza, torni ufficialmente al mondo del piccolo schermo e dal 2017 sei conduttore su LA7 di Propaganda Live, talk show satirico in onda ogni venerdì in prima serata. Come mai questa inversione di rotta?

In realtà è proprio il contrario perché, prima di cimentarmi nella regia di Arance e Martello, ero già reduce del mio primo anno di Gazebo su Rai3 e venivo comunque da The Show Must Go Off, e da tutti gli anni di lavoro con Serena Dandini; ormai lavoravo in TV. La digressione è stata quella cinematografica. Pensavo che fare un film fosse un’esperienza unica, che andava provata prima o poi, ma per la quale era importante avere sia del tempo che delle storie da raccontare. Per il momento non ho nulla in mente e non rientra tra le mie priorità assolute fare cinema, ma non nego un possibile riavvicinamento all’universo cinematografico in futuro.

diego bianchi a musicultura

Perla del palinsesto de La7, Propaganda Live è tra le trasmissioni che meglio hanno retto il colpo del lungo lockdown dei mesi scorsi e riprenderà regolarmente l’11 Settembre. Come sei riuscito a portare avanti il programma senza interruzioni, nonostante l’emergenza sanitaria in corso?

Siamo andati avanti tra tante difficoltà. A un certo punto abbiamo perso il pubblico ed è stata dura. Abbiamo fatto di necessità virtù, chiedendoci più volte quanto e se avesse senso, data la drammaticità del momento, andare avanti col nostro modo di raccontare le cose, che è serio ma anche leggero, e non solo ansiogeno come tanta dell’informazione che è stata fatta in quei giorni. Avere una voce un po’ diversa dalle altre ha probabilmente contribuito a far sì che tante persone si affezionassero a noi e che iniziasse a seguirci persino più gente del solito. Che poi banalmente ci fosse più gente a casa davanti al televisore l’abbiamo considerato, ma comunque ci ha fatto piacere che, tra le tante offerte, aspettassero e scegliessero noi.
Questo è stato ciò che ci ha fatto capire che forse era giusto continuare, nonostante l’angoscia tremenda che tutti provavamo. Sono meriti reciproci. Ci siamo fatti forza a vicenda con chi ha continuato a seguirci.

La caratteristica principale che colpisce del tuo modo di fare giornalismo è certamente la schiettezza con cui affronti i tuoi argomenti. Ma il raccontare in maniera così onesta e sfacciatamente sincera senza filtro alcuno, se non la tua immancabile e pungente ironia, ti ha mai messo in difficoltà?

Le difficoltà ci sono sempre. Io racconto solo quello che vedo.
Quando fai questo lavoro hai anche la responsabilità di raccontare le storie che ti vengono riportate esattamente così come sono. Cerco di essere il più naturale possibile, non faccio particolari censure se non quelle dettate dal buon senso. Grosse difficoltà non me ne ha mai create.

fiamma sanò e diego bianchi a musicultura

Conduttore televisivo, YouTuber, blogger, giornalista, autore, comico, e persino regista: in poche parole, chi più ne ha più ne metta. Diego Bianchi è un personaggio crossmediale che conosce molto bene il mondo dello spettacolo. Che consiglio regaleresti agli otto vincitori di Musicultura per stimolarli a proseguire il proprio percorso artistico?

Che consiglio gli darei? Sono già vincitori! Non hanno bisogno di consigli, quello che stanno facendo lo stanno facendo bene. Scherzi a parte, l’unico consiglio sincero che mi sento di regalare è di divertirsi e di provare ad essere innovativi sempre e il meno ripetitivi possibile rispetto all’esistente; di non scadere mai nella banalità per raggiungere la popolarità.

Hai partecipato come musicista a un evento collaterale del nostro festival: ci racconti quell’esperienza?

Si, ho partecipato al Festival, allora Premio Recanati, vent’anni or sono, nel 1996, con il mio gruppo Original Slammer Band, di matrice fortemente ciociara, fatta eccezione per me che ero l’unico romano. Andavamo forte, ci siamo anche autoprodotti 5 o 6 dischi ed al tempo eravamo stati selezionati da Musica che era l’inserto de La Repubblica dedicato ai giovani gruppi emergenti.

INTERVISTA – Musicultura 2020: è il Momentum dei Calibro 35

Si è aperta a suon di colonne sonore cinematografiche l’edizione 2020 di Musicultura, che né l’emergenza sanitaria dovuta al Covid né la pioggia battente che ha preceduto l’evento sono riuscite a bloccare.

Così ieri sera, in Piazza Vittorio Veneto, il sound funk e jazz dei Calibro 35 è stato protagonista di una serata in cui il pubblico del Festival ha potuto apprezzare le sonorità dei film poliziotteschi degli ‘anni 70 riproposte dalla band, che prima della sua esibizione ha rilasciato quest’intervista alla redazione di “Sciuscià”.

Gennaio 2020: i Calibro35 tornano sulla cresta dell’onda con l’uscita del nuovo album Momentum; le registrazioni sono avvenute nello studio milanese TestOne, lo stesso dove avete realizzato il primo omonimo disco dodici anni fa. Com’è stato tornare dove tutto ha avuto inizio?

È stato molto divertente ed interessante tornare sui nostri passi perché Momentumsi rifà proprio ai nostri primissimi lavori. Non si è trattato di una scelta consapevole, ma piuttosto di un puro caso fortuito. Non è stato né voluto né programmato, semplicemente è capitato.

Restiamo ancora in tema: chi sono i Calibro di Momentum?

Momentum per noi è sinonimo di una vera e propria rinascita, sia fisica che concettuale. I Calibro di Momentum sono gli stessi di dieci anni fa. Più vecchi e più stanchi, ma sempre inguaribilmente gli stessi.

Provenendo da background musicali totalmente differenti, ed essendo impegnati in carriere parallele e svariati side-project, come conciliate le vostre diverse nature e soprattutto come riuscite a mantenervi sempre integri nella vostra musica?

Sembrerà banale ma la forza dei Calibro 35 risiede proprio nella nostra diversità. Il confronto e la successiva fusione di gusti musicali ed influenze artistiche totalmente contrastanti, talmente discostanti da sembrare apparentemente quasi del tutto inconciliabili, ha insolitamente portato al crearsi di una particolare alchimia che poggia le sue basi proprio sull’ incompatibilità e che per noi ha inspiegabilmente sempre funzionato e funziona ancora oggi.

Poco più di un mese fa il mondo del cinema e quello della musica hanno pianto la scomparsa del pluripremiato maestro delle colonne sonore Ennio Morricone. Una stanza vuota, Trafelato e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospettosono solo alcuni degli innumerevoli tributi dei Calibro all’amato padrino musicale. Credete che Morricone abbia mai ascoltato le vostre reinterpretazioni?

Nel corso degli anni abbiamo avuto numerosi responsi, ma non sappiamo se Ennio Morricone abbia mai avuto modo di ascoltare uno dei nostri pezzi. Se mai dovessimo averne conferma ci sentiremmo solo che infinitamente grati ed onorati.

 

Questa è la vostra prima volta sul palco di Musicultura e a Macerata. Che cosa si prova a calcare nuovamente le scene e a ritrovarsi sul palco di un grande Festival come questo dopo tutti questi mesi di “congelamento”?

Ci riteniamo molto fortunati a poter partecipare al Festival in un momento simile. Privilegiando il lato strumentale, la musica dei Calibro 35 si concilia bene con le norme per il distanziamento sociale e anche una platea seduta e composta può renderci a suo modo omaggio. Anche molti spettatori si sono ricreduti: musica più godibile e senza interruzioni. La vera sfida sarà in autunno e in inverno quando gli spazi per esibirsi saranno notevolmente ridotti. Per quel che conta, noi restiamo positivi.

 

 

 

L’Università di Macerata rende omaggio a Piero Cesanelli

Durante la serata del 26 Agosto, in occasione dell’atteso concerto dei vincitori della XXXI edizione del Festival, l’Università di Macerata renderà omaggio all’amato e storico direttore artistico del Festival, Piero Cesanelli, scomparso lo scorso anno.

Un gesto dal valore simbolico, un riconoscimento ufficiale alla lungimiranza e all’impegno di Piero Cesanelli nel valorizzare giovani talenti: è con questo spirito che l’Università di Macerata ha deciso di rendere omaggio al patron di Musicultura nel primo anno di festival senza il suo ideatore.

Abbiamo voluto riconoscere alla sua memoria– spiega il Rettore Francesco Adornato – il sigillo dell’Ateneo. Ci uniscono la profonda passione per i giovani e i loro molteplici talenti, il comune impegno per offrire a ragazze e ragazzi le giuste occasioni per sperimentare le loro capacità e provare che sono in grado di raggiungere le mete che sognano e coltivano nel cuore”.

Il Rettore consegnerà il sigillo dell’Ateneo alla moglie di Piero Cesanelli, Paola e all’attuale direttore artistico e suo braccio destro Ezio Nannipieri durante la serata del concerto dei vincitori .
Inoltre, per rafforzare la collaborazione, avviata da anni, tra le due istituzioni, la prossima edizione “covid-free” di UniFestival – l’evento annuale che vede gli studenti Unimc organizzatori e protagonisti – sarà dedicato a Piero Cesanelli.

Ritengo– prosegue il Rettore – che ci siano consonanze significative che, negli anni, si sono tradotte in forma di collaborazione e partecipazione: con i nostri studenti impegnati nelle annuali giurie o nell’ufficio stampa; oppure con la webradio dell’Università di Macerata, Rum. Preziose occasioni artistiche, culturali, formativo-educative, di crescita e arricchimento personali”.

I Pinguini Tattici Nucleari a Musicultura 2020

I Pinguini Tattici Nucleari irrompono nel ricco cast della XXXI edizione di Musicultura.Si esibiranno sul palco del festival della canzone popolare e d’autore italiana, allo Sferisterio di Macerata, sabato 29 agosto.

“Sono ragazzi che seguiamo con attenzione fin dal loro esordio. Sanno raccontare storie, accostarsi a sentimenti complessi con leggerezza ed intelligente ironia, dedicarsi alle proprie canzoni con passione e cure artigianali. La coesistenza di tutti questi requisiti nella stessa realtà artistica è una cosa rara –osserva il direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri, che aggiunge: La band guidata da Zanotti non è uno di quei fuochi di paglia che nel panorama musicale di oggi divampano e si spengono dall’oggi al domani, penso che i Pinguini siano destinati a durare tanto e stupirci ancora molto. Siamo contenti che abbiano risposto al nostro invito, li aspettiamo con stima e simpatia”.

La XXXI edizione di Musicultura si avvia intanto a vivere il suo atto finale, in presenza di pubblico allo Sferisterio di Macerata, con due serate di spettacolo (28 e 29 agosto). Le espressioni migliori della canzone italiana si intrecceranno con le suggestioni della parola poetica, Sul palco si alterneranno con set studiati ad hoc Massimo Ranieri, Tosca, ilvincitore dell’Eurovision Song Contest 2017 Salvador SobralAntonio Rezza BandaKadabravenerdì 28 agosto; Francesco Bianconi, Asaf Avidan, Gruppo Ocarinistico Budriese, Bruno Tognolini, Lucilla Giagnoni e per l’appunto i Pinguini Tattici Nucleari sabato 29 agosto.

In veste di conduttore-narratore ritroviamo Enrico Ruggeri. Il cantautore, che è anche membro del Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, è alla sua seconda esperienza in questo ruolo sul palco della manifestazione.

Protagonisti delle due serate saranno anche i giovani vincitori del prestigioso concorso di Musicultura, con il pubblico dello Sferisterio chiamato ad eleggere tra loro il vincitore assoluto, al quale andranno in premio 20.000 euro.  Queste le otto proposte in gara: Fabio Curto, Miele, BlindurI Miei Migliori ComplimentiH.E.R.Senna, Hanami e La Zero. Dopo lunghe selezioni, gli otto vincitori del Festival sono stati incoronati dal prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura, composto da Claudio Baglioni, Brunori Sas, Vasco Rossi, Sandro Veronesi, Francesca Archibugi, Giorgia, Enzo Avitabile, Enrico Ruggeri, Alessandro Mannarino, Luca Carboni, Guido Catalano, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Frankie hi-nrg mc, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Ron, Andrea Purgatori, Alessandro Carrera, Ennio Cavalli, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Willie Peyote.

Rai Radio1, la radio ufficiale del festival, trasmetterà in diretta le due serate, tra i media partner c’è anche Rai Isoradio. L’evento sarà trasmesso televisivamente da Rai2, con messa in onda il 3 settembre in seconda serata.

Gli spettacoli allo Sferisterio (biglietti disponibili su Vivaticket) sono solo una “porzione”, se pur rilevante, del “menù” più ampio del festival. Musicultura 2020 accenderà infatti la città di Macerata nell’intera settimana che va dal 24 al 29 agosto con il denso programma della Controra, la sezione cittadina della manifestazione, che propone concerti, recital, spettacoli teatrali, incontri con gli autori, tutti ad ingresso libero. Tra gli ospiti, oltre ad alcuni degli artisti che si esibiranno anche allo Sferisterio, i Calibro 35, Diego Bianchi (in arte Zoro),Giovanna Cristina Vivinetto, Ennio Cavalli, Walter Veltroni.

Avviso importante per gli spettatori di “Mediterraneo: le radici di un mito” con Mario Tozzi & Enzo Favata

Si avvisano tutti i titolari di un biglietto per lo spettacolo “Mediterraneo: le radici di un mito” con Mario Tozzi & Enzo Favata, in programma per Lunaria 2020, che le avverse condizioni meteorologiche non hanno consentito il regolare allestimento dell’Orto sul Colle dell’Infinito.

Per questo l’organizzazione è costretta a riprogrammare l’appuntamento al chiuso:
lo spettacolo avrà luogo, sempre mercoledì 5 agosto alle ore 21.30, presso l’Aula Magna del Palazzo Comunale in Piazza Giacomo Leopardi a Recanati.

Le nuove modalità di prenotazione sono state comunicate via mail all’indirizzo con cui è stata effettuata la prenotazione a tutti i possessori di un biglietto.
Purtroppo non possiamo garantire a tutti gli spettatori che si erano già prenotati l’ingresso in sala. A partecipare allo spettacolo saranno quindi coloro che risponderanno con le prime 90 adesioni.

La serata sarà trasmessa, inoltre, in diretta streaming video sulle pagine Facebook della Città di Recanati e di Musicultura.

Annunciati gli ospiti de La Controra di Musicultura 2020

Cresce l’attesa per le due serate finali di spettacolo di Musicultura 2020, in programma il 28 e 29 agosto allo Sferisterio di Macerata. Ma i due show sono solo una “porzione”, se pur rilevante, di un “menù” molto più ampio. L’atto conclusivo della XXXI edizione della manifestazione accenderà la città intera e lo farà per l’intera settimana che va dal 24 al 29 agosto. A confermarlo, e a scoprire in che modo, arrivano oggi i nomi degli ospiti ed i contenuti della Controra – la sezione del festival che si snoda tra cortili e piazze del centro storico cittadino e che rappresenta ormai un must per il pubblico –  presentati dagli organizzatori in una conferenza stampa.

“In quest’anno tormentato, anche in considerazione della capienza ridotta dello Sferisterio dovuta al distanziamento, ci è parso fondamentale non privare gli spettatori dei piaceri che la Controra garantisce gratuitamente da tanti anni. Non solo quindi la Controra si farà, ma il suo cartellone sarà ancora più ricco. Lo sforzo organizzativo è stato e si prospetta enorme, ma cosa sarebbe Musicultura se non fosse anche cultura del fare?”, ha osservato il direttore artistico Ezio Nannipieri.  

Nata sedici anni fa per creare nel centro storico cittadino un contrappeso alle serate del festival allo Sferisterio, la Controra ha presto conquistato la fiducia del pubblico con una formula che propone uno mix culturale e spettacolare dinamico, che coniuga il coinvolgimento emotivo col piacere dell’approfondimento.  L’edizione 2020 si aprirà lunedì 24 agosto con il concerto serale dei Calibro 35, un appuntamento da non perdere per i cultori della buona musica. Si andrà avanti fino a sabato 29 agosto al ritmo di più appuntamenti giornalieri che coinvolgeranno in recital, spettacoli teatrali, concerti ed incontri Diego Bianchi (in arte Zoro), la giovane poetessa Giovanna Cristina Vivinetto, John Vignola, Tosca, Duccio Pasqua, Marcella Sullo, Antonio Rezza (protagonista in due appuntamenti distinti, prima con lo spettacolo Pitecus di Flavia Mastrella e per l’appunto Antonio Rezza, poi nella presentazione in anteprima nazionale del suo primo progetto musicale), Bruno Tognolini, Stefano Bonagura, Walter Veltroni,  Ennio Cavalli, Lucilla Giagnoni, Francesco Bianconi (Baustelle), BandaKadabra, Gruppo Ocarinistico Budriese.  Del folto cartellone fanno parte anche gli otto vincitori della XXXI edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore: Blindur, Fabio Curto, Hanami, H.E.R., I Miei Migliori Complimenti, La Zero, Miele e Senna, attesissimi oltre che sul palco dello Sferisterio anche nel tradizionale concerto benaugurale d’incontro col pubblico in città. 

La Controra e Macerata trovano quest’anno in Rai Radio1 un partner ed una cassa di risonanza ancor più potenti. La radio ufficiale di Musicultura non solo trasmetterà infatti in diretta dallo Sferisterio le due serate finali del festival, ma sarà presente in città già dal 24 agosto. Un giorno da gambero, il programma di successo condotto da Duccio Pasqua e Marcella Sullo in onda dalle ore 13,30 trasmetterà per l’intera settimana direttamente dal capoluogo marchigiano. 

L’ingresso a tutti gli appuntamenti della Controra sarà come sempre libero, fino ad esaurimento dei posti. Sei le location: Piazza Vittorio Veneto, Piazza della Libertà, inoltre i cortili di Palazzo Conventati, del Palazzo Comunale, di Palazzo Buonaccorsi ed infine, uscendo dal perimetro cittadino, il Centro Commerciale Val di Chienti di Piediripa. Tutti gli eventi in programma si svolgeranno nel rispetto delle normative a contenimento di Covid-19. In caso di maltempo gli eventi si svolgeranno al chiuso. Il programma completo della Controra 2020 è disponibile qui.

Musicultura sbarca su Rai 2. Agli ospiti si aggiunge anche Massimo Ranieri

È RAI 2 è il partner televisivo di Musicultura 2020. Il programma interamente dedicato alla XXXI edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore, con la conduzione di Enrico Ruggeri, andrà in onda sulla rete diretta da Ludovico Di Meo.

Novità importanti giungono anche sul fronte del cast. È di oggi la conferma della graditissima partecipazione a Musicultura 2020 di Massimo Ranieri. L’artista partenopeo salirà sul palco nella serata di apertura del festival, venerdì 28 agosto.

La capacità di Ranieri di esprimersi ad altissimi livelli in modo così sfaccettato e continuativo è stupefacente”, osserva il direttore artistico Ezio Nannipieri, che aggiunge: “Sono passati un po’ di anni dalla sua ultima partecipazione a Musicultura, Massimo è un artista che non viene tanto per esserci, ci vuole un’idea, su questo siamo in piena sintonia. Ricordo un suo toccante omaggio, qui al nostro festival, a Charles Aznavour e dei superlativi, inediti duetti con Noa e con Teresa Salgueiro. Anche quest’anno abbiamo concordato una cosa particolare, credo non mancherà di sorprendere e coinvolgere il pubblico”.

Per il cast della XXXI edizione Musicultura ha in serbo altre belle soprese. Ad oggi, oltre a quella di Massimo Ranieri, sono confermate le presenze di Asaf Avidan,Tosca, Francesco Bianconi, Salvador SobralAntonio Rezza, Bruno Tognolini, BandaKadabraGOP (Gruppo Ocarinistico Budriese), Lucilla Giagnoni. Protagonisti delle due serate di spettacolo saranno inoltre i giovani artisti vincitori del concorso Fabio Curto, Miele, BlindurI Miei Migliori ComplimentiH.E.R.Senna, Hanami e La Zero.

Le telecamere di Rai 2 completano sul fronte televisivo il ricco quadro di partnership crossmediali, targate Rai, di Musicultura. Accanto alla rete televisiva spiccano infatti la consolidata sinergia del festival con Rai Radio1, l’emittente diretta da Simona Sala che dal 2001 è la radio ufficiale del festival e, da quest’anno, la collaborazione con Rai Isoradio, il canale h24 di Pubblica Utilità diretto da Danilo Scarrone. Rai Radio1 trasmetterà in diretta le serate conclusive di Musicultura 2020 con Duccio Pasqua, Marcella Sulloe John Vignola. Rai Isoradio sarà presente con un proprio inviato. La crossmedialità del binomio “Musicultura-Rai” si caratterizza inoltre per la spiccata propensione alla condivisione di azioni sia in ambito web, con le dirette streaming, sia sui social, con contenuti editoriali confezionati ad hoc.

Annunciati i nomi dei vincitori di Musicultura 2020

In un anno travagliato per lo spettacolo dal vivo Musicultura nei mesi scorsi è rimasta tenacemente in campo. Al Festival della canzone popolare e d’autore fervono ora i preparativi per celebrare – insieme a Rai Radio1, la radio ufficiale della manifestazione – l’atto finale della XXXI edizione. Il rendez vous è fissato dal 24 al 29 agosto nelle Marche, a Macerata.
Oggi va intanto ufficialmente al suo posto un tassello fondamentale del mosaico di Musicultura 2020, quello con le identità degli otto artisti vincitori del concorso.

I nomi dei vincitori di Musicultura 2020

Blindur (Cardito, NA) – Invisibile agli occhi


Fabio Curto (Acri, CS/Bologna) – Domenica


Hanami (Napoli) – Contro volontà


H.E.R. (Foggia/Roma) – Il mondo non cambia mai


I Miei Migliori Complimenti (Milano) – Inter–Cagliari


La Zero (Napoli/Milano) – Mea culpa


Miele (Caltanisetta/Milano) – Il senso di colpa


Senna (Ostia, RM) – Italifornia


La selezione delle canzoni

Gli otto vincitori escono da una dura selezione, basti pensare che inizialmente le proposte in campo erano 761. Tutti sono autori dei brani che interpretano, hanno superato il test di audizioni live, sono prima entrati nella rosa dei sedici finalisti, per ritrovarsi ora sul podio più alto del prestigioso concorso con cui Musicultura dal 1990 favorisce il ricambio generazionale e gli slanci creativi della canzone italiana, nel segno della qualità e della trasparenza, senza sbarramenti di genere.

“Stilisticamente parlando queste otto canzoni dimostrano che, volendole cercare e premiare, le belle idee in giro non mancano e in più possono essere piacevolmente diverse tra di loro”, osserva il direttore artistico Ezio Nannipieri, che aggiunge: “Ma la vera forza di questi brani è nella vita che vi scorre dentro, si percepisce che chi li ha scritti e li canta non si serve della canzone, ma è al suo sincero servizio, ne ama e ne rispetta le piccole magie”.

H.E.R. e Miele entrano nella rosa dei vincitori grazie ai voti di chi le ha apprezzate nel contest social. La scelta spettante a Musicultura è ricaduta su I miei migliori Complimenti. I restanti cinque vincitori – La Zero, Fabio Curto, Hanami, Blindur e Senna – sono stati designati a insindacabile giudizio del Comitato Artistico di Garanzia che in questa XXXI edizione è composto da:
Brunori Sas, Vasco Rossi, Sandro Veronesi, Claudio Baglioni, Francesca Archibugi, Giorgia, Enzo Avitabile, Enrico Ruggeri, Alessandro Mannarino, Luca Carboni, Guido Catalano, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Frankie hi-nrg mc, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Ron, Andrea Purgatori, Alessandro Carrera, Ennio Cavalli, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Willie Peyote.

Essendo Miele risultata sia vincitrice del percorso social, sia prescelta dal Comitato Artistico, il posto resosi libero nella rosa dei vincitori è andato ai Senna, ovvero ai primi degli esclusi nella graduatoria del Comitato Artistico.
In attesa di poter vedere e ascoltare dal vivo gli otto giovani artisti vincitori, le loro canzoni trovano ora un importante vetrina sulle frequenze di Rai Radio1. In realtà si tratta di un ritorno: la radio ufficiale di Musicultura nei mesi scorsi ha infatti dato un contributo fondamentale nel raccontare la “musica che gira intorno”. Non solo ha dedicato spazio alle canzoni finaliste del concorso, ma ha realizzato assieme a Musicultura e trasmesso in diretta da Recanati una due giorni musicale seguitissima, per certi versi pionieristica – che ha sancito il ritorno in Italia alla musica dal vivo, dopo il periodo del lockdown – con protagonisti i sedici artisti finalisti di Musicultura 2020 e ospiti quali Ron, Francesco Bianconi, Frankie hi-nrg mc. Nelle settimane scorse i brani finalisti sono inoltre entrati nella programmazione di Rai Isoradio, da quest’anno nuovo partner di Musicultura.

Le canzoni vincitrici tornano su Rai Radio1 e su Rai Isoradio

In attesa di poter vedere e ascoltare dal vivo gli otto giovani artisti vincitori, le loro canzoni trovano ora un importante vetrina sulle frequenze di Rai Radio1 diretta da Simona Sala. In realtà si tratta di un ritorno: la radio ufficiale di Musicultura nei mesi scorsi ha infatti dato un contributo fondamentale nel raccontare la “musica che gira intorno”. Non solo ha dedicato spazio alle canzoni finaliste del concorso, ma ha realizzato assieme a Musicultura e trasmesso in diretta da Recanati una due giorni musicale seguitissima, per certi versi pionieristica – che ha sancito il ritorno in Italia alla musica dal vivo, dopo il periodo del lockdown – con protagonisti i sedici artisti finalisti di Musicultura 2020, con ospiti quali Ron, Francesco Bianconi, Frankie hi-nrg mc e con la conduzione di John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo.

Nello scorso mese di giugno I brani finalisti sono entrati anche nella programmazione di Rai Isoradio,  da quest’anno nuovo partner di Musicultura. Anche il Canale h24 di Pubblica Utilità della Rai diretto da Danilo Scarrone nella seconda metà di agosto dedicherà spazio ai brani vincitori di Musicultura e seguirà la fase conclusiva del festival con un proprio inviato

Le serate finali

I vincitori della XXXI edizione di Musicultura saranno a fine agosto protagonisti delle serate finali del festival (28 e 29 agosto), seguite anch’esse da Radio1, a Macerata. Nella suggestiva scenografia dell’Arena Sferisterio i giovani artisti in concorso condivideranno il palco con personalità di spicco della musica italiana ed internazionale e con altre personalità del mondo della cultura. Al termine di un lungo percorso di selezione artistica, improntato a criteri di merito e di qualità, sarà il test del voto democratico degli spettatori ad eleggere tra gli otto artisti in gara il vincitore assoluto, al quale andranno in premio 20.000 euro. Il concorso prevede altri significativi bonus a sostegno della validità dei contenuti artistici e della creatività dei giovani artisti giunti sul podio di Musicultura: tra questi il Premio AFI (3.000 euro), il Premio Unimarche (2.000 euro), il Premio della Critica (3.000 euro) e, grazie a Nuovo IMAIE, un sostegno di 15.000 euro per la realizzazione di un tour di otto date.