INTERVISTA. Carlo Massarini a La Controra 2019: “Vi racconto il rock dagli absolute beginners ad oggi”

Il sabato de La Controra ripercorre La fine del sogno, quello dei Beatles, con un grande giornalista, conduttore televisivo e radiofonico: Carlo Massarini. Un artista completo che ricordiamo soprattutto, ma non solo, per Mister Fantasy – Musica da vedere Non Necessariamente, trasmissioni televisive dedicate al rock e in particolare al concetto di videoclip.

Massarini ha rivoluzionato il modo di concepire la musica attraverso le immagini, dedicando la sua carriera allo studio di nuove tecniche cinematografiche e alla grafica computerizzata, che hanno segnato la storia dei video musicali. Nel 2009, a 25 anni di distanza dall’ultima puntata di Mister Fantasy, pubblica Dear Mister Fantasy, fotolibro sugli anni ’70 e ’80, periodi storici che ha raccontato come fotografo e giornalista musicale: un” diario di bordo” per rivivere il rock dell’epoca attraverso parole e immagini, le stesse che il giornalista ha presentato alla redazione di Sciuscià, in questa intervista.

La sua trasmissione Mister Fantasy è stata la prima trasmissione italiana a riprodurre videoclip musicali: cosa ha cambiato il linguaggio del video nel rapporto tra ascoltatori e musica?

Il linguaggio del video ha cambiato il rapporto che l’ascoltatore aveva con la musica e con i musicisti. Si tratta di una rivoluzione: Mister Fantasy nasce come strumento promozionale per poter mandare in diretta televisiva gli artisti senza la loro necessaria presenza fisica. Questo cambiamento venne inizialmente adottato dai Beatles, dai Rolling Stones, dai Quee che volevano mostrare  una loro ulteriore dimensione, quella di protagonisti di mini documentari. La realizzazione delle clip divenne così, gradualmente, un’abitudine che Mister Fantasy ha voluto evidenziare. Fu l’impronta di Paolo Giaccio ad approfittarne per farci un programma vero e proprio, per esplorare il mondo del video nelle sue innumerevoli e continue sfumature: video-arte, video-moda, video-architettura. Si creò un’idea onirica della realtà.

Il videoclip ha acquisito sempre più una maggiore importanza, diventando un elemento costitutivo del prodotto musicale, quasi quanto la musica stessa: l’avvento di Internet ha amplificato una tendenza già in atto o ne ha creata una nuova?

Internet è stato importante perché, al di là dell’avere una banca dati pazzesca, ha anche fornito ai musicisti la possibilità di esprimersi in modi diversi. Ci sono stati siti strumentali per la scoperta di nuove band e seguaci, che identificandosi con questi gruppi emergenti, hanno contribuito a costruire quello che oggi definiamo il “social”; ciò ha permesso una cambiamento nel rapporto tra musicisti e pubblico.

Oggi è a Musicultura per parlare dei Beatles: sono state le divergenze musicali a farli allontanarli o quell’invadente successo e tutto ciò che gravitava intorno a loro?

È un insieme di cose. In questa risposta, occorre indubbiamente menzionare Yoko Ono. Lei rappresenta quella forza decisionale mancata a John Lennon, arrivando a chiuderlo in una sorta di bolla autoreferenziale, fino ad allontanarlo dal gruppo. La sua presenza inizia a diventare sempre più fastidiosa: dall’intervento nelle incisioni fino a metterlo in difficoltà con gli altri membri della band. Lo scioglimento de “i quattro di Liverpool” è dovuto anche dal manager americano, Allen Klein, che iniziò a lavorare con la band, impressionando Lennon per la profonda conoscenza dei suoi lavori (recitò a memoria il testo di molti dei suoi brani). Proprio per la sua elevata preparazione, John convinse George Harrison e Ringo Starr che Klein era l’uomo giusto per loro. McCartney, però, dissentì e si rifiutò di firmare un accordo, mandando su tutte le furie i suoi tre compagni di gruppo. Questo fondamentale disaccordo portò allo scioglimento della band. Tutto ciò che è stato fatto dopo, non ha mai raggiunto la consistenza e la continuità di quanto fatto prima, artisticamente.

Secondo lei bisogna guardarsi nostalgicamente indietro, tra le grandi leggende del rock, per trovare gli innovatori o gli “absolute beginners” ci sono ancora oggi?

Per saper rispondere a questa domanda bisognerebbe avere il senso della prospettiva. Ovviamente gli innovatori pescano sempre dal passato. Tutti i grandi della musica hanno un punto di riferimento solido dal quale partire. Non nascondo, però, che anche adesso ci sono proposte interessanti, ma serve una certa distanza storica per giudicarle fino in fondo.

Da giornalista e conduttore radiofonico, quale domanda porrebbe agli 8 vincitori di Musicultura?

Istintivamente chiederei che visione hanno del loro percorso. Quanto hanno intenzione di mettersi in discussione? Quanto sono artisti e quant’è profonda la loro visione in questo momento? Mi piacerebbe sapere da loro dove vogliono arrivare: è importante darsi obbiettivi con una scadenza, avere una solidità interiore.

Francesco Lettieri è il vincitore assoluto di Musicultura 2019

  • Francesco Lettieri vince il premio assoluto Musicultura 2019.
  • Enzo Savastano si aggiudica il premio della critica.
  • Tra gli ospiti, Angelique Kidjo, Daniele Silvestri, Rancore, Carlotta Natoli.

Luci accese sul palco dello Sferisterio di Macerata per la serata finale della trentesima edizione di Musicultura. È la voce di Enrico Ruggeri che intona Quello che le donne non dicono a dare il benvenuto al pubblico, che accoglie con un caloroso applauso anche Natasha Stefanenko, altra conduttrice del Festival della Canzone Popolare e d’Autore.

Francesco Lettieri – La mia nuova età

Francesco Lettieri è il primo vincitore del concorso ad esibirsi con La mia nuova età.

Francesco Lettieri - Musicultura 2019 - la finalissima
Francesco Lettieri canta La mia nuova età

Lavinia Mancusi – Ninù

Subito dopo, tocca alle sonorità gitane di Ninù, canzone che accompagna in gara Lavinia Mancusi.

Lavinia Mancusi - Musicultura 2019 - la finalissima
Lavinia Mancusi canta Ninù

Carlotta Natoli

Parola a Carlotta Natoli, la prima ospite della serata finale, che intrattiene l’Arena con un estratto di La guerra è finita di Achille Campanile. «L’acustica del luogo è meravigliosa, all’inizio ero quasi intimorita: questo è un posto unico», afferma l’attrice parlando dello Sferisterio.

Carlotta Natoli
Carlotta Natoli

Mirkoeilcane

A seguire una bella sorpresa: Natasha Stefanenko saluta Mirkoeilcane, vincitore assoluto di Musicultura nel 2017.

Natasha Stefanenko saluta Mirkoeilcane
Natasha Stefanenko e Mirkoeilcane

Francesco Sbraccia – Tocca a me

Tocca a me è il brano con cui si esibisce il terzo vincitore di Musicultura, Francesco Sbraccia. E tocca proprio a lui.

Francesco Sbraccia - Musicultura 2019 - la finalissima
Francesco Sbraccia canta Tocca a me

Gerardo Pozzi – Badabum

Con Badabum è la volta di Gerardo Pozzi, quarto ed ultimo vincitore della XXX edizione del Festival.

Gerardo Pozzi - Badabum
Gerardo Pozzi canta Badabum

Daniele Silvestri

Dopo un breve intervento da parte di John Vignola e Radio1 Rai, è il momento del secondo ospite della serata: Daniele Silvestri, che si abbandona all’interpretazione di tre pezzi della sua discografia: Le navi, La mia casa e Prima che.

Daniele Silvestri si esibisce sul palco dello Sferisterio
L’esibizione di Daniele Silvestri

RVM

Dopo uno scambio di battute con il pubblico, Natasha Stefanenko lancia un simpatico RVM che mostra come i quattro finalisti se la sono cavata nell’apprendimento del dialetto marchigiano.

I 4 vincitori ed Enrico Ruggeri in Unplugged

La serata continua con un talk musicale durante il quale i 4 vincitori, insieme ad Enrico Ruggeri, omaggiano Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Ivan Graziani e Rino Gaetano.

L'unplugged di Ruggeri assieme ai 4 vincitori di Musicultura 2019
L’unplugged di Ruggeri assieme ai 4 vincitori di Musicultura 2019

Si arriva così al momento dell’intervallo, durante il quale spetta al pubblico maceratese, grazie alle apposite schede di voto, decretare il vincitore assoluto della XXX edizione di Musicultura.
Il dado è tratto.

Enzo Savastano vince il Premio della Critica

Lo spettacolo riprende; John Vignola invita sul palco il Sindaco di Macerata Romano Carancini e la giornalista Carlotta Tedeschi per consegnare il “Premio della critica” ad Enzo Savastano, che con Le mogli dei cantanti famosi si è aggiudicato il favore della sala stampa.

Enzo savastano vince il premio della critica
Enzo savastano vince il premio della critica

Rancore

Natasha Stefanenko ed Enrico Ruggeri annunciano poi l’esibizione del terzo ospite della serata: Rancore si esibisce con Arlecchino e Questo pianeta, per concludere duettando con Daniele Silvestri in Argento vivo.

Daniele Silvestri e Rancore cantano "Argento vivo"
Daniele Silvestri e Rancore cantano Argento vivo

Angelique Kidjo

La finale prosegue con l’ingresso sul palco di Angelique Kidjo. Il pubblico dello Sferisterio è tutto in piedi; canta e balla a ritmo di La vida es un carnaval, Once in a lifetime e Pata pata.

Angelique Kidjo si esibisce sul palco dello Sferisterio durante Musicultura 2019
Angelique Kidjo si esibisce sul palco dello Sferisterio

Francesco Lettieri è il vincitore di Musicultura 2019

Ed eccolo qui, il momento più atteso della serata: i quattro artisti in concorso tornano sul palco per la proclamazione del vincitore assoluto della trentesima edizione di Musicultura: Francesco Lettieri!

Francesco Lettieri è il vincitore assoluto di Musicultura 2019
Francesco Lettieri è il vincitore assoluto di Musicultura 2019

INTERVISTA. A La Controra di Musicultura, da De André a The André

The Andrè è un vero fenomeno del web, che prende ispirazione dall’amore per la musica di Faber. Proprio da questa premessa, nasce l’idea dell’artista di interpretare i brani degli autori oggi più in voga nel genere trap, imitando la voce di Fabrizio De Andrè.

Vanta oltre 4 milioni di visualizzazioni su Youtube  e si sta affermando sempre di più nella scena artistica, come un progetto innovativo, ironico, intelligente. Venerdì 22 Giugno The André è stato il protagonista di un talk show condotto da John Vignola a La Controra di Musicultura e, per l’occasione, ha intonato delle cover più significative del suo album Themagogia.

Ad incuriosire il pubblico della rete è stata la sua identità mascherata. Come mai ha deciso di tenerla nascosta?

Il mio progetto nasce su Youtube senza un volto, con la pubblicazione di video le cui immagini illustravano i cantanti trap, autori dei brani che eseguivo imitando la voce di De André. L’intento era quello di preservare il più possibile l’illusione e la suggestione. Quando poi hop iniziato ad esbirmi dal vivo, ho voluto mantenere il mistero sulla mia identità, per non disturbare l’ascoltarore, per salvaguardare l’illusione della vocalità e della sonorità tipica di Faber.

Quindi, come nasce l’idea di cantare con una voce che somiglia incredibilmente a quella di De AndréÈ stata una sua idea o è il frutto di una collaborazione?

Il progetto nasce da alcuni scambi di messaggi vocali su WhatsApp tra me e un mio amico, in cui cercavamo di interpretare alla maniera di De André delle canzoni di Dalla e Guccini. Siamo approdati a Fabri Fibra e poi alla trap, genere musicale che viene considerato come il nuovo cantautorato. È nato tutto per gioco.

Vuole dunque dimostrare quanto la trap abbia delle radici cantautoriali o si tratta di un’operazione satirica, la sua?

In principio il mio intento era satirico, proprio per mettere in relazione due mondi che, almeno per il mio punto di vista, avevano poco in comune. Nell’approfondire poi la coscienza di questo genere, ho conosciuto artisti che hanno un approccio piuttosto serio nei confronti della musica; oserei dire in maniera “più artistica” (ride).

È per la prima volta ospite di Musicultura, in veste di ideatore di una nuova corrente musicale contemporanea o come unicum?

Non ho la presunzione di aver inaugurato nessuna corrente e non so se, ora come ora, esista qualcosa di simile al mio progetto. Di sicuro ci sono molti artisti che rivisitano i generi della trap e dell’indie in modo ironico.

Secondo lei in che modo oggi un cantautore può essere rivoluzionario e rompere gli schemi?

Una cosa che manca moltissimo nella musica mainstream contemporanea è l’impegno politico e sociale. Ad esempio l’indie è molto introspettivo, caratteristica che non è della trap. Forse l’impegno sociale potrebbe far la differenza, per diventare un cantautore rivoluzionario.

Musicultura XXX: è tempo di finalissima

Arena Sferisterio

Chi sarà il vincitore assoluto della trentesima edizione del Festival della Canzone
Popolare e d’Autore?

Lo scopriremo domani, domenica 23 giugno, quando Musicultura vestirà a festa
l’Arena Sferisterio di Macerata per la finalissima del concorso.

A contendersi il premio di 20.000 euro messo in palio da UBI Banca saranno
Francesco Lettieri, Lavinia Mancusi, Gerardo Pozzi e Francesco Sbraccia.

I quattro vincitori di Musicultura 2019
I quattro vincitori di Musicultura 2019 che parteciperanno alla finalissima

Ad accompagnarli sul palco Natasha Stefanenko ed Enrico Ruggeri, pronti ad
annunciare anche le esibizioni dei grandi ospiti protagonisti di questa serata
conclusiva: Daniele Silvestri, Rancore, Angélique Kidjo e Carlotta Natoli.

Natasha Stefanenko ed Enrico Ruggeri, presentatori di Musicultura 2019
Natasha Stefanenko ed Enrico Ruggeri, presentatori di Musicultura 2019

Diretta della finalissima

L’ultima serata del festival sarà trasmessa in diretta video sulla pagina Facebook di Musicultura e sulle pagine di Rai3, Radio1 Rai e SOS Villaggi dei Bambini – Italia e in radio sulle frequenze di Radio1 Rai.

Musicultura 2019 diretta finalissima

La Controra

Ultimi eventi anche per La Controra di Musicultura:

  • alle 18:00, presso il Centrale Plus, in Piazza della Libertà, appuntamento col giornalista Fausto Pellegrini per “Incanto. Viaggio nella Canzone d’Autrice”
  • alle 18:30, presso il Cortile di Palazzo Conventati, “A tu per tu con un’attrice a tutto tondo”: Carlotta Natoli
  • alle 18:45, in Piazza Cesare Battisti, Angélique Kidjo, la più importante voce della musica africana, si racconterà al pubblico maceratese.

Le esibizioni degli otto vincitori di Musicultura 2019

I video delle esibizioni all’Arena Sferisterio di Macerata degli otto vincitori di Musicultura 2019.


Francesco Sbraccia – Tocca a me

Una canzone che coglie l’attimo intenso di uno stato d’animo, la dolcezza di un bisogno di centratura interiore che predispone all’armonia.


Lavinia Mancusi – Ninù

Esoterico ed evanescente nella strofa il brano si scatena nel ritornello, che assume un andamento gitano. Compatti e partecipati l’arrangiamento e l’esecuzione.


Enzo Savastano – Le mogli dei cantanti famosi

La prima notizia è che è nato un cantante neomelodico sui generis, che conosce e pratica l’arte dell’ironia; la seconda notizia è che viene a spiegarci cos’è che fanno le mogli dei cantanti famosi.


Gerardo Pozzi – Badabum

Una canzone suonata, composta ed interpretata scegliendo la via del minimalismo. Testo criptico-poetico, che muove emozioni profonde.


Luca Bocchetti – Furius

Un talking blues romanizzato, con una voce che sottolinea una scelta interpretativa disincantata e moderna, in cui la chitarra acustica la fa da padrona.


Paolantonio – Questa assurda storia

Una canzone felicemente bilanciata, con una strofa discorsiva ed un riff che spicca per l’ariosa apertura melodica, ben valorizzata dall’arrangiamento.


Francesco Lettieri – La mia nuova età

Intimismo emozionante, la canzone concepita come una autoanalisi vestita di poetiche immagini, dove bastano tre note di piano ben suonate per accendere la sensibilità di chi l’ascolta.


Lo Straniero – Quartiere Italiano

La cura del suono e della pulsazione ritmica sono il marchio di fabbrica di una band che in presa diretta racconta un quartiere multietnico in pillole di vita quotidiana.

INTERVISTA. Detto Mariano a La Controra di Musicultura, per raccontare “Una musica lunga una vita”

Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, pianista, paroliere e produttore: Detto Mariano è un artista a tutto tondo. A lui, il compito di analizzare il legame che si crea quando la musica incontra la parola, durante l’evento “una Musica lunga una Vita”, che si è svolto mercoledì 19 Giugno a La Controra di Musicultura.

Ha fatto rivivere, con i suoi racconti, le pietre miliari della canzone d’autore, come L’immensità, Mi ritorni in mente, Acqua azzurra, acqua chiara. Marchigiano d’origine, Detto Mariano ha cavalcato la scena musicale fin da piccolo. Durante il servizio militare ha conosciuto Adriano Celentano e da quell’incontro, l’ascesa della sua carriera, consacrata da una miriade di arrangiamenti e di brani per cantanti famosi e colonne sonore di film ancora oggi trasmessi dalle maggiori emittenti nazionali.

L’incontro con Adriano Celentano ha segnato una svolta decisiva nella sua carriera: su quali aspetti musicali vi siete trovati subito in sintonia? Cosa ha fatto scattare la “scintilla”?

Io e Adriano Celentano ci siamo incontrati durante il servizio di leva e, in quell’occasione, siamo diventati amici. Ci siamo conosciuti in maniera rocambolesca o, come si dice oggi, “alla Celentano”. Morale della favola: la casualità ci fece incontrare perché lui guidava la jeep del capitano che doveva portarmi dall’ospedale militare al campo estivo. Tra noi è nata un’amicizia, che invece non è scattata con il gruppo che mi aveva affidato, I Ribelli, perché erano di estrazione rock, mentre io venivo dal Conservatorio. Loro avrebbero voluto farmi suonare il pianoforte anche con i piedi, come faceva all’epoca Jerry Lee Lewis; io, invece, consideravo questo gesto come un andare contro la religione: baciavo il pianoforte, non ci avrei mai messo i piedi sopra! È per questo motivo che mi hanno allontanato. Un altro episodio rocambolesco è il mio essere diventato l’“Arrangiatore ufficiale del CLAN”, nonostante fossi stato allontanato dal Gruppo. Celentano, per la casa discografica di sua proprietà, aveva già realizzato tutte le basi con un famosissimo arrangiatore ma, suo fratello Alessandro, aveva fatto in modo di farmi rifare una di esse: il brano intitolato “Sei rimasta sola”. Adriano, dopo aver ascoltato la nuova base, mi chiese di rifare col mio stile anche tutte le altre che aveva già pagato. Fu questo il meccanismo che, rocambolescamente, ha consacrato il mio ingresso nel Clan.

L’immensità, Mi ritorni in mente, Acqua azzurra, acqua chiara: ha costruito e arrangiato le musiche che calzano perfettamente con il senso profondo dei testi. Ci racconta il processo creativo di questi brani?

Sì, non era solo la musica a guidare le mie scelte emotive ma lo erano anche i testi. Tu citi Mi ritorni in mente, Acqua azzurra, acqua chiara delle quali oltre alla melodia non si possono non apprezzare i geniali testi di Mogol, come anche quello de  L’immensità (di cui tra l’altro sono anche co-compositore). E’ proprio questo che ho sottolineato, sia nella mia “Commedia Musicale Autobiografica” che nel talk show de La Controra, ovvero come si arriva da un semplice provino cantato (da Battisti in quel caso) con il solo accompagnamento della chitarra, alla versione completa di musica, testo e arrangiamento.

Arrangiatore, paroliere, pianista, produttore discografico ed editore musicale. Se dovessi definirti con una sola parola, quale sceglieresti?

Detto Mariano! Mi sembra una parola che comprende tutto. L’hai detto tu: sono un compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, pianista, paroliere, produttore ed editore musicale.

Hai composto colonne sonore per il cinema e per i cartoni animati. Come cambia l’approccio tra la realizzazione di questi prodotti culturali?

Sono stato fortunato anche nel comporre le musiche per i cartoni animati come ad es. GundamJudo Boy, i film Il Bisbetico Domato, Mia moglie è una strega, tra i tanti. Il mio sito è www.dettomariano.com, che mi piacerebbe andaste a visitare: molti conoscono i titoli di alcune pellicole, senza conoscerne l’autore. Quando in sala avevo 90 elementi d’orchestra per lavorare su un film, accettando le proposte di alcuni produttori che mi chiedevano di realizzare le musiche per i cartoni animati, mi ritagliavo gli ultimi 15 minuti per creare le sigle che poi sarebbero state ascoltate da quei bambini, oggi quarantenni che, proprio per quello, sentono la differenza tra i prodotti musicali di allora e quelli di oggi.

Se un artista di Musicultura gli chiedesse qual è il segreto della canzone popolare che resiste ai cambiamenti del mercato musicale, cosa risponderebbe?

Non lo so, forse per un fatto generazionale. Conosco poco della musica popolare attuale e, anche se lo cerco, non trovo qualcosa che mi colpisce in modo particolare. Non è colpa mia se ho avuto a che fare con gente come Battisti, Mina, Celentano, Albano, Mario Del Monaco. Però, per contro, la canzone vincitrice di Sanremo 2019 (il suo interprete compreso) mi piace moltissimo: ha un testo innovativo, intelligente, una musicalità arabeggiante, compresi i quarti di tono inseriti in modo elegante!

INTERVISTA. “D’Annunzio: una vera rock star!”: Giordano Bruno Guerri a La Controra di Musicultura 2019

Giovedì 20 Giugno l’autorevole e carismatico storico Giordano Bruno Guerri ha presentato il suo ultimo libro Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzionea La Controra di Musicultura, nel cortile di Palazzo Conventati. Accademico, Presidente e direttore generale della Fondazione Vittoriale degli Italiani, Guerri si è raccontato al pubblico, ripercorrendo i tratti salienti della sua vita professionale e privata: la famiglia, gli interessi, le prime esperienze tv e l’amore per Gabriele D’Annunzio.

Il suo ultimo lavoro tratta la celebre presa di Fiume del Vate, che per sedici mesi fu teatro di cospirazioni, feste, beffe, battaglie, amori, in un intreccio diplomatico e politico sospeso tra utopia e realtà. Cercando di valorizzarne gli aspetti innovativi e inediti, l’autore ha sottolineato come quell’impresa non fu solamente il gesto plateale di un poeta esteta, ma fu anzitutto la realizzazione politica di una «controsocietà» sperimentale.

In questi giorni gli studenti stanno svolgendo gli esami di maturità, senza una prova puramente storica: ritiene che lo studio della storia non sia adeguatamente valorizzato nella scuola come nella società di oggi?

È gravissimo che la storia non sia prevista negli esami, in quanto è la conoscenza del nostro passato e consente di capire il presente e progettare il futuro. Senza questo tipo di apprendimento, un popolo è mutilato e non potrà capire da dove viene la propria cultura.

Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzioneè una delle tante opere in cui racconta le gesta e la vita del poeta Vate della letteratura italiana. Come nasce l’interesse per Gabriele D’Annunzio?

L’interesse per D’Annunzio nacque mentre lavoravo alla tesi di laurea, ricercando il materiale di cui avevo bisogno negli archivi del Vittoriale. In quel periodo decisi di voler scrivere un libro, che pubblicai quindici anni dopo.

L’impresa di Fiume, da come spesso viene raccontata, sembra aver avuto più che un valore storico uno estetico, considerato come il gesto di un letterato al centro dell’opinione pubblica. Quei 500 giorni che cosa hanno significato per la storia italiana?

In realtà è una credenza che deriva da un errore storiografico e fu sicuramente un gesto nazionalistico logico. Si pensi, ad esempio, al clima post primo conflitto mondiale, quello che D’Annunzio chiamava Quarta Guerra d’Indipendenza. Da quel momento, prese il via una rivoluzione sociale, politica ed economica, come dimostra la Carta del Carnaro, la costituzione rivoluzionaria che il Vate diede a Fiume.

Per rimanere in tema, lei è Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, di cui è anche direttore generale. Quali sono gli aspetti del poeta che ha voluto valorizzare, per suscitare nuovo interesse nei confronti della sua figura?

D’Annunzio viene considerato un decadente, lussurioso, peccatore e protofascista. Ho cercato, con buoni risultati, di modificare questa sua rappresentazione. Fu in realtà un modernizzatore che trasformò la società italiana, fatta di una piccola borghesia ottocentesca, in una società più dinamica e aperta. Una cosa tengo a sottolineare: non fu mai fascista.

Sarà ospite di Musicultura: quale genere musicale ascolta? Se dovesse scegliere un brano più significativo della sua vita, quale potrebbe essere?

Ascolto musica rock e pop, in prevalenza quella degli anni ’60 e ’70: Frank Zappa, Beatles e Rolling Stones. Un mio brano preferito? Love in vaindei Rolling Stones.

INTERVISTA. “Musicultura, un festival meraviglioso”: il Quinteto Astor Piazzola a La Controra

Mercoledì 18 Giugno il tango argentino del Quinteto Astor Piazzolla è stato protagonista dell’appuntamento di musica live de La Controra, al Teatro Lauro Rossi di Macerata: composizioni di grande ricchezza melodica, ritmica e armonica, quella dei cinque artisti di Buenos Aires, che hanno riportato in auge gli arrangiamenti del celebre compositore Piazzolla, brani perlopiù inediti.

Il gruppo formato da Lautaro Greco, Sebastian Prusak, German Martinez, Sergio Rivas e Cristian Zarate, sotto la direzione del maestro Julian Vat, ha incantato il pubblico presente in sala e hanno confidato, alla redazione di Sciuscià, i successi del loro progetto artistico. In qualità di portavoce della band, Vat ha rilasciato un’intervista alla redazione di Sciuscià, poco prima della loro esibizione.

Com’è nato il Quinteto Astor Piazzolla?

[Julian Vat] Il Quinteto nasce diciannove anni fa per iniziativa di Laura Escalada Piazzola, per mantenere viva l’eredità di Astor Piazzolla con ilo suo stesso spirito, il suo tango e la sua musica. Fu lei stessa a convocarmi per un provino. Tra i prerequisiti,  oltre all’esperienza e a un certo tipo di professionalità, si richiedeva un amore speciale per l’arte del Maestro.

Com’è esibirvi, presentando a tutto il mondo la musica di Piazzolla?

Credo che Astor Piazzolla sia un artista universale, perché è riuscito a descrivere, con la musica, il suo paese. Portarlo in giro per il mondo è sempre un grande onore.

I genitori di Astor Piazzola avevano origini italiane: quale emozione provate nel riportare la sua musica in Italia e suonare nel nostro Paese?

Piazzolla è legato a questo Paese per tanti motivi: è la terra di origine dei suoi genitori e il posto in cui ha prodotto gran parte della sua musica, registrando molti pezzi del repertorio con musicisti italiani. Abbiamo avuto la fortuna di suonare in Italia in varie occasioni; abbiamo una grande responsabilità, in quanto Astor è molto conosciuto e apprezzato qui.

Siete stati acclamati dalla stampa internazionale come l’unico gruppo in grado di suonare la musica di Piazzola con una ricchezza melodica e ritmica senza precedenti. Come descrivereste la vostra performance?

Cerchiamo di diffondere con umiltà tutta la musica del Maestro, un autore molto fecondo; ha, al suo seguito, più di tremila opere, tra cui due sono le più famose, forse una quindicina quelle più conosciute. Noi abbiamo la fortuna e responsabilità, anche attraverso i nostri tre dischi, di far conoscere la restante parte della sua musica meravigliosa, perché merita di essere riproposta al pubblico. A Musicultura le opere più inedite di Piazzolla, affiancate dai grandi successi come Libertango.

Musicultura, in una sola parola?

Meraviglioso. Promuovere la canzone d’autore e i nuovi talenti come noi, che non ci riteniamo di certo consacrati.

Musicultura 2019: la seconda serata

  • Accedono alla finalissima di domenica Francesco Sbraccia, Francesco Lettieri, Lavinia Mancusi e Gerardo Pozzi.
  • Lo Straniero si aggiudica il premio “Musicultura in tour”.
  • Tra gli ospiti, Morgan, Sananda Maitreya, The Andrè, Beat Box e Philarmonic Orchestra, Andrea Purgatori.

L’esibizione dei vincitori

Dopo gli onori di casa fatti da Natasha Stefanenko ed Enrico Ruggeri, il primo vincitore ad inaugurare la seconda serata della trentesima edizione di Musicultura è Francesco Sbraccia con il brano Tocca a me.

Seguono Lavinia Mancusi con Ninù ed Enzo Savastano con Le mogli dei cantanti famosi ; quarto è Gerardo Pozzi con la sua Badabum.

Andrea Purgatori

La serata continua con il primo degli ospiti, il giornalista Andrea Purgatori, che  accompagnato dalle note di Changing of the guard intrattiene il pubblico dello Sferisterio di Macerata, regalando ai presenti  anche una preziosa riflessione sulla musica, che “vola sopra i muri ed i confini”.

Andrea Purgatori racconta nel suo monologo "Changing of the guard"
Andrea Purgatori racconta nel suo monologo “Changing of the guard”

Continua l’esibizione dei vincitori

Di nuovo spazio ai vincitori del concorso: è la volta di Luca Bocchetti con Furius, Paolantonio con Questa assurda storia, Francesco Lettieri con La mia nuova età e Lo Straniero con Quartiere italiano.

Morgan

Morgan è il secondo ospite della serata; delizia il pubblico con Per per sempre e Altrove. Presentato da Enrico Ruggeri come “uno degli ultimi avamposti della musica di qualità”, l’eclettico artista dona allo Sferisterio la propria definizione di cantautorato, rappresentato dall’incontro tra musica e poesia; conclude la sua performance con una bella sorpresa: l’esibizione – in duetto con Enrico Ruggeri –  di Non arrossire di Giorgio Gaber.

Morgan sale sul palco dello Sferisterio durante la seconda serata di Musicultura 2019
Morgan sale sul palco dello Sferisterio durante la seconda serata di Musicultura 2019

Sananda Maitreya

Dopo uno scambio di battute tra Natasha Stefanenko e il pubblico dello Sferisterio, il terzo ospite della serata, Sananda Maitreya, incanta gli spettatori con alcuni dei suoi brani più celebri: The birds are singing, Supermodel sandwich, This town, O divina e Sign your name.

Sananda Maitreya sul palco dello Sferisterio
Sananda Maitreya

The André

Con Rolls Royce, spetta poi a The André, il giovane artista fenomeno del web che reinterpreta con la voce di Faber i brani della musica trap, calcare il palco dell’Arena.

The Andrè canta Rolls Royce
The Andrè canta Rolls Royce

Va a Lo Straniero il Premio Musicultura in Tour. Motivazione? “Un progetto sonoro originale con tutte le carte in regola per stare sul palco e viverlo da protagonista”.

Lo straniero vince il premio Musicultura in tour
Lo straniero vince il premio Musicultura in tour

Beat Box + Philarmonic Orchestra

E’ il turno, infine, dei  Beat Box e della Philarmonic Orchestra e del loro tributo ai Beatles: tra i brani proposti Sgt Pepper’s, All you need is loveA day in the life, Hey Jude.

Chi accede alla finalissima

La serata si conclude con la proclamazione dei quattro artisti che domenica si contenderanno il premio di 20.000 euro messo in palio da UBI Banca:

  • Francesco Sbraccia
  • Francesco Lettieri
  • Lavinia Mancusi
  • Gerardo Pozzi

Chi sarà il vincitore assoluto della trentesima edizione di Musicultura?

I quattro vincitori di Musicultura 2019
I quattro vincitori di Musicultura 2019 che accedono alla serata finale

 


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Scopri il programma della finalissima di domenica 23 Giugno.

È iniziato Musicultura 2019: il resoconto della prima serata

  • Ruggeri e la Stefanenko incantano il Festival Musicultura 2019.
  • La PFM lo infiamma.
  • Tra gli ospiti il Quinteto Astor Piazzolla, i Coma Cose e Giordano Bruno Guerri.
  • A Luca Bocchetti il Premio per il miglior testo e a Francesco Lettieri il Premio AFI.
Musicultura 2019: Luca Bocchetti vince il premio "miglio testo" per la canzone Furius
Luca Bocchetti vince il premio “miglio testo” per la canzone Furius

 

“30° edizione di Musicultura, io c’ero nella prima edizione il 5 aprile del 1990, come ospite. Ora sono in veste di conduttore, ma non sarò da solo, con me c’è Natasha Stefanenko”. Così Enrico Ruggeri ha dato il via alla trentesima edizione di Musicultura. Il ‘nuovo padrone di casa’ ha cantato, emozionato e si è mosso con disinvoltura sul palco dello Sferisterio, accompagnato da una raggiante Natasha Stefanenko. Insieme hanno raccontato gli ingredienti del Festival della canzone popolare d’autore, diretto da Piero Cesanelli, proposto in diretta su Rai Radio1 attraverso le voci di Duccio Pasqua, Marcella Sullo e John Vignola e continuerà ad esser proposto da Rainews24 e la Tgr prima della messa in onda, a luglio, su Rai3.

Enrico Ruggeri, con la sua celebre canzone, scritta durante una vacanza a Marotta, ‘Il mare d’inverno‘ ha dato il via alla prima delle tre serate finali del Festival che vedranno l’elezione del vincitore assoluto tra gli otto finalisti selezionati su oltre 700 iscritti dal prestigioso Comitato di Garanzia del concorso, formato dal gotha della musica e della letteratura italiana.

Musicultura 2019 - Sul palco i vincitori della XXX edizione
Musicultura 2019 – Sul palco i vincitori della XXX edizione

Gli otto finalisti di Musicultura 2019

A sfidarsi a suon di note, nel suggestivo palcoscenico dell’Arena Sferisterio di Macerata per l’ambito titolo, sono stati i giovani artisti: Luca Bocchetti (Roma) con Furius; Francesco Lettieri (Giugliano, NA) con La mia nuova età; Lo Straniero (Asti) con Quartiere italiano; Lavinia Mancusi (Roma), con Ninù; Paolantonio (Catania) con Questa assurda storia; Gerardo Pozzi (VittorioVeneto, TV) con Badabum; Enzo Savastano (Benevento) con Le mogli dei cantanti famosi; Francesco Sbraccia (Teramo) con Tocca a me.

Intanto Luca Bocchetti, con Furius, si è aggiudicato il Premio per il miglior testo (2.000 €) assegnato in collaborazione con le Università di Macerata e Camerino e a Francesco Lettieri è andato il Premio AFI (3.000 €) consegnato dal Presidente Sergio Cerruti.

I quattro artisti più votati dal pubblico della prima serata – e che provvisoriamente entrano nella finalissima di domenica – sono: Francesco Sbraccia, Lavinia Mancusi, Gerardo Pozzie Francesco Lettieri.

Gli ospiti della prima serata di Musicultura 2019

Una grande serata di musica live che ha visto infiammare gli oltre 2.500 presenti nella storica location neoclassica dell’Arena Sferisterio, famosa nel mondo per la sua formidabile acustica, sulle note della leggendaria Premiata Forneria Marconi capitanata da Franz Di Cioccio, che ha aperto la sua esibizione con Il Regno e ha poi offerto un omaggio a Fabrizio De Andrè, primo firmatario insieme a Giorgio Caproni della edizione numero 1 del Festival Musicultura del 1990, con i brani Volta la carta e Il Pescatore accompagnati dai canti e dagli scroscianti applausi del pubblico. Hanno chiuso la loro memorabile performance nel trionfo dei presenti con Celebration seguita da Impressione di settembre.

A portare al Festival un tocco di grande classe internazionale il Quinteto Astor Piazzolla che ha fatto vibrare di passione i cuori dei presenti con la perfetta esecuzione degli indimenticabili capolavori del celebre Maestro Astor Piazzolla. Tra i pezzi eseguiti sul palco dagli attuali più grandi musicisti argentini, Lautaro Greco (bandoneón), Sebastian Prusak (violino), German Martìnez (chitarra), Sergio Rivas (contrabbaso) e Cristian Zarate (piano): Vayamos al diablo, Adios Nonino e Libertango.

Ospiti della prima serata anche i Coma Cose, uno tra i gruppi più freschi ed originali della scena musicale italiana di oggi, che si alimenta con il caos che circonda la società e lo racconta con testi moderni e spiazzanti. Il duo indie pop-rap italiano formato da Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano), nella loro performance applauditissima dai molti giovani presenti tra il pubblico, ha eseguito Post-Concerto e Mancarsi.

Spazio anche per Giordano Bruno Guerri: sulle note di Volare ha raccontato la storia di Domenico Modugno e della sua celebre canzone, il brano più eseguito dal 1958 ad oggi e più conosciuto nel mondo.

In platea anche Fabio Frizzi, fratello di Fabrizio al quale è andato un emozionante omaggio dello Sferisterio.

Seconda serata del festival: venerdì 21 giugno

Questa sera venerdì 21 i grandi live di Musicultura 2019 continuano, attesi sul bollente palcoscenico del Festival: Sananda Maitreya & The Sugar Plum Pharaohs, Morgan, The BeatBox con Roma Philarmonic Orchestra, Andrea Purgatori e The André.