INTERVISTA. Ilaria Graziano & Francesco Forni a Musicultura 2018: il racconto della loro musica

Venerdì 15 giugno in Piazza Cesare Battisti, Ilaria Graziano & Francesco Forni si sono esibiti in pubblico per l’evento “Dal blues alla canzone d’autore andata e ritorno”; il duo napoletano, che vanta tre album all’attivo e moltissimi live in Italia e all’estero, in occasione de La Controra di Musicultura ha presentato alcuni brani dell’ultimo disco, “Twinkle Twinkle”.

La storia di Graziano e Forni si è incrociata con quelle di altre persone, di luoghi e di culture differenti; le esperienze dei due artisti hanno così caratterizzato la loro musica, che risente di influssi e sonorità internazionali e che è conosciuta anche per la sua popolarità acquisita lavorando per alcuni film di successo, come L’arte della felicità” di Alessandro Rak e “Gatta Cenerentola”, diretto anch’esso da Rak, insieme a Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. La redazione di Sciuscià li ha incontrati per un un’intervista.

Ilaria e Francesco, avete intrapreso un percorso professionale in cui sono protagonisti generi differenti e sonorità internazionali. La complicità e il sostegno reciproco giocano un ruolo decisivo nella vostra collaborazione. Mentre lavorate ad un nuovo progetto, in che modo decidete di impostarlo?

Ilaria: Impostiamo tutto il nostro lavoro sulla sintonia, sulla complicità e sulla fiducia che contraddistinguono la nostra collaborazione. Ci approcciamo in modi differenti verso la composizione dei brani, perché scriviamo in modo diverso; l’uno però completa l’altro. Cerchiamo di contaminare le nostre canzoni con l’individualità e l’intimità di ognuno di noi.

Molti dei vostri brani sono parte della colonna sonora di film di successo. Quali sono le necessità di un artista che si approccia alla scrittura di brani, in previsione di una collaborazione cinematografica?

Francesco: Abbiamo lavorato tanto per il cinema e per il teatro, soprattutto separatamente. Ci hanno richiesto dei brani da noi già incisi e presenti nei nostri dischi, che poi sono diventate colonne sonore di film. Nei nostri progetti c’è una forte componente visionaria: quando realizziamo le canzoni, proviamo ad accostare la musica alle immagini. È nata in questo modo, ad esempio, la colonna sonora di “Gatta Cenerentola”.

È uscito da poco il vostro ultimo album concepito in tour, “Twinkle Twinkle”: è un vero e proprio viaggio ricco di suoni e immagini. Qual è stato l’aspetto più divertente nella realizzazione del disco?

I: Per poter realizzare questo disco, ci siamo dovuti fermare durante il tour; poi abbiamo deciso di lavorare in posti sempre diversi, ritrovandoci in luoghi meravigliosi, immersi nella campagna e isolati dal mondo. È stata un’esperienza particolarmente intensa.

F: I nostri tre dischi sono caratterizzati da suoni che si differenziano tra loro; nel terzo album, ad esempio, abbiamo scelto delle sonorità nuove. Durante la fase di scrittura e di creazione dei pezzi, capita spesso di sperimentare un qualcosa di innovativo. In “Twinkle Twinkle” è presente unicamente il pianoforte, perché lo abbiamo trovato nella casa in campagna dove siamo stati ospiti per la sessione di cui parlava Ilaria.

La vostra carriera musicale vi ha portato a esibirvi in tutto il mondo, fino ad arrivare in Canada. Quali emozioni si provano nel sapere che la vostra musica è riuscita ad arrivare oltreoceano?

I: Tutto è nato dal desiderio di scrivere delle canzoni utilizzando linguaggi diversi, quelli che sentiamo più nostri; è stato naturale e semplice creare dei suoni nuovi per le canzoni pubblicate nel nostro disco; un progetto che è stato apprezzato anche a livello internazionale. Chiaramente per noi è emozionante vedere che un pubblico straniero senta e ammiri la musica italiana. Gli stranieri sono attenti all’aspetto melodico della parola, oltre che al suo significato.

F: Scrivere testi in lingue diverse è stato sorprendente, anche perché è stato un utile per relazionarci con altri paesi; il legame vero lo abbiamo avuto scrivendo in italiano. Misurarci con il pubblico è stato per noi formativo. Essere uno straniero all’estero ci ha consentito di vedere il nostro Paese con uno sguardo diverso.

Da 29 anni Musicultura si pone, tra i suoi obiettivi, quello di promuovere nuovi artisti della canzone d’autore; quali sono gli aspetti che vi incuriosiscono maggiormente quando ascoltate giovani proposte artistiche?

I: A prescindere dal genere, quando ascolto dei nuovi artisti cerco la folgorazione e l’identità, che sono sempre più difficili da preservare. Mi emoziona trovare un aspetto della musica che sia innovativo e diverso, rispetto ad altri già sperimentati.

INTERVISTA. Mark Harris, al pianoforte e con i dischi dei grandi artisti a La Controra di Musicultura 2018

Lunedì 11 giugno, in occasione de La Controra, Mark Harris ha intrattenuto il pubblico di Musicultura rivelando le sue testimonianze sulla canzone d’autore italiana.

Durante l’incontro, l’artista americano ha svelato tanti aneddoti sui protagonisti di alcuni degli album omonimi più di successo, gli stessi che hanno rappresentato un punto di svolta e di rinascita per artisti come Finardi, Jannacci, Gaber, De Andrè, solo per citarne alcuni. Harris vanta una brillante carriera: un percorso musicale, il suo, iniziato in America e che negli anni è proseguito in Italia, dove attualmente il musicista vive. È produttore, cantante, arrangiatore e ha lavorato con i più grandi nomi della musica italiana e internazionale; ha rilasciato, alla redazione di Sciuscià, questa intervista.

Ha vissuto tra America e Italia abbracciando la musica nei suoi vari generi; ha collaborato con grandi artisti internazionali, ma anche italiani, tra cui De Andrè, Bennato, Gaber, Jannacci, Daniele e molti altri. Qual è stato il suo primo incontro artistico in Italia?

La prima volta che ho lavorato in Italia è stato con Alan Sorrenti, in sala d’incisione; ci siamo conosciuti grazie ad un amico musicista che era stato chiamato per un progetto a cui poi ho lavorato io. Successivamente ho collaborato con Tony Esposito, nel suo primo disco. Da lì a poco c’è stata la mia esperienza con i Napoli Centrale. Devo dire però che il primo cantante che ho incontrato in Italia è stato Little Tony, nel 1967: da bambino vivevo in una casa sopra ad una trattoria e nei dintorni lui stava girando un film. Gli ho chiesto un autografo, dopo aver saputo chi fosse.

Il percorso di Musicultura, sin dagli esordi, si è intrecciato con quello di Fabrizio De Andrè, primo firmatario del comitato artistico di Garanzia. Avendo lavorato con Faber, vuole raccontarci un momento vissuto insieme? Com’è nata la vostra collaborazione?

Ho conosciuto Fabrizio in occasione della registrazione del retro del 45 giri “Una storia sbagliata” su Pasolini. Sul retro dell’album c’era un pezzo dal titolo Titti. Ci siamo trovati sin da subito. Sono tante le storie da raccontare, sicuramente troppo lunghe.

La musica sta attraversando un periodo in cui è sempre più frequente l’uso dei sintetizzatori e si ricorre ai suoni elettronici. Cosa pensa a tal proposito?

Sono stato uno dei primi a utilizzare i sintetizzatori, lavorando con i computer musical negli anni Ottanta. Già durante gli anni del liceo li usavo per la musica elettronica d’avanguardia. Musica Elettronica Viva era il gruppo formato da Alvin Curran e da diversi compositori americani e faceva cacofonia elettronica; io nel frattempo mi divertivo in mezzo a loro. All’epoca frequentavo anche il sassofonista Maurizio Gianmarco e altri musicisti della scena romana. Mi piace lavorare con i sintetizzatori, però da un po’ di anni preferisco suonare il pianoforte. Non sopporto l’uso improprio di batterie elettroniche e correttori di voce, perché credo che la musica va suonata in diretta.

Riguardo l’attuale scena musicale, c’è un artista emergente che reputa particolarmente interessante? Quali sono i musicisti che sta ascoltando in questo periodo e perché?

Tendo ad ascoltare le cose che mi sono sempre piaciute. Ogni tanto sento qualcosa che m’interessa. Mi piace scoprire su YouTube i brani di giovani artisti, considerando che ci sono tante proposte musicali interessanti. La discografia non sta attraversando un momento felice, soprattutto per ciò che interessa il guadagno. Questo è un discorso che riguarda sia i vecchi, che i nuovi musicisti. C’è anche una parte consistente della cosiddetta “musica finta”, che possiamo definire non nutriente; in ogni caso stiamo vivendo un progresso un progresso in ambito artistico e le cose vanno avanti.

Sono tanti gli artisti che ogni anno si esibiscono sul palco di Musicultura e tutti loro, pur avendo alle spalle carriere differenti, hanno in comune la passione per la musica. Che ruolo ha al giorno d’oggi il mestiere del cantautore?

Il ruolo della canzone d’autore è cambiato molto; credo che la musica di protesta di un certo tipo non sia intrattenimento puro e semplice, anche se potrebbe avere questa funzione. Ci sono alcuni artisti, come Caparezza, che scrivono testi pungenti e belli. Le canzoni, dal punto di vista testuale, non sono cambiate poi così tanto. Anche i rapper trattano temi di protesta e argomenti che però sono meno rilevanti.

INTERVISTA. Giampiero Mughini, ospite a La Controra di Musicultura 2018: “Bisogna migliorarsi”

Giornalista, opinionista e scrittore: Giampiero Mughini è un personaggio eccentrico ed eclettico che riesce a coniugare diversi interessi, come la politica, l’arte e il calcio.

Alla fine degli anni ‘60 Mughini parte dalla sua Sicilia e approda a Parigi dove vive un suo personale ‘68, trama del libro “Era di maggio. Cronache di uno psicodramma”, presentato ieri alla Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata.

La redazione di Sciuscià l’ha incontrato per un un’intervista.

Si è autodefinito un “provocatore”. Pensa sia un aspetto intrinseco dell’opinionista? Cosa significa per lei provocare?

No, mi definiscono tale ma io non credo di esserlo; dico cose assolutamente ovvie, che non corrispondono alle idee della maggioranza delle persone, soprattutto la maggioranza dei cretini. Provocare significa scompigliare un po’ le carte in tavola: a chi è abituato a pensare in una certa maniera, io gli mostro il mio modo di vedere le cose, così lui si sforza di capire. Bisogna migliorarsi perché le idee, nel corso della vita, cambiano; poi c’è gente che impara una cosa a vent’anni e ci crede per sempre.

A proposito del suo libro “Un disastro chiamato Seconda Repubblica”, pochi giorni fa abbiamo assistito alla nascita di un governo formato da due forza politiche opposte, che non erano mai arrivate al Colle prima d’ora. Nel dibattito tra chi afferma che sia iniziata una “Terza Repubblica” e chi si vede ancora della Seconda, lei in quale pensiero si riconosce?

In effetti le cose sono cambiate molto dalla Seconda Repubblica, innanzitutto per il fatto che c’è un elemento politico nuovo rappresentato dal Movimento Cinque Stelle; io non ho votato questo partito e non l’avrei mai fatto. In ogni caso penso che si possa parlare di una Terza Repubblica; staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro. Gli italiani ora devono essere attenti su ciò che accade nel nostro Paese, che sta attraversando una situazione difficile.

A La Controra ha presentato “Era di maggio. Cronache di uno psicodramma.” A cinquant’anni dal ’68, cosa non abbiamo saputo preservare dello spirito di quelle lotte e rivoluzioni sociali e politiche? In momento storico in cui la libertà di espressione viene sottoposta sempre più alla censura, come sta accadendo in Turchia, in che modo si potrebbe reagire?

Non è esatto metterla così, perché la situazione è troppo cambiata; il Sessantotto è entrato nelle ossa di tutti quelli che ebbero vent’anni in quel momento storico. Noi comunque viviamo in un paradiso, perchè in Russia, in Turchia, in Venezuela, in Iran e in mille altri posti la libertà di espressione è un lusso. In Cina c’è gente condannata ad anni e anni di prigione per aver espresso la propria opinione, per aver scritto un articolo o aver distibuito un volantino. Ognuno di noi è impotente. È importante preservare le libertà che abbiamo in Italia. Naturalmente, cosa molto diversa dalla libertà di espressione, è quellla di insulto, di cui ne sono una testimonianza i contenuti pubblicati sui social network, verso i quali io ho moltissime riserve. Capisco però che le nuove generazioni non riescano a fare a meno delle nuove tecnologie.

A Musicultura i cantautori raccontano, attraverso l’arte della musica e della parola, la società in cui vivono. In che modo un artista si può definire rivoluzionario?

Un artista è sempre rivoluzionario quando fa qualcosa che non è mai stata fatta prima; una canzone, uno spettacolo teatrale o un film costringe il pubblico ad accettare il cambiamento e ad adattarsi. Ognuno apporta un elemento nuovo nel mondo artistico: la rivoluzione deve intendersi in questo senso, come un trasformazione inedita. Un regime non si mostra mai come un’innovazione.

INTERVISTA. A La Controra di Musicultura 2018 Mimmo Locasciulli: una vita tra arte e scienza

Mimmo Locasciulli è medico e cantautore. Era solo un bambino quando si avvicinò alla musica, una passione ereditata dalla sua famiglia. Qualche anno più tardi invece inizia a studiare medicina.

Sono proprio questi due interessi a essere al centro del suo ultimo libro autobiografico, intitolato “Come una macchina volante” e presentato a La Controra di Musicultura assieme al poeta Ennio Cavalli. Tra curiosità personali e riflessioni sulla sua carriera musicali, in questa intervista ripercorriamo il percorso artistico del cantautore abruzzese.

“Come una macchina volante” è una riflessione sui momenti più significativi della prima parte della sua vita. Come mai ha deciso di realizzare un progetto del genere?

Premetto subito che non avevo intenzione di scrivere un’autobiografia; volevo raccontare quali sono stati i passaggi determinanti che mi hanno portato a desiderare di perseguire la carriera scientifica e di fare il musicista, fin da bambino, da quando in casa arrivò un pianoforte. La mia famiglia, di generazione in generazione, ha coltivato questi interessi; così sono cresciuto con la passione per la musica e per la scienza.

La musica e la medicina sono quindi le sue più grandi passioni: qual è la canzone che ha su di lei un effetto “curativo”?

La musica mi aiuta moltissimo. Io spesso canto per me, più che per il pubblico. Ad esempio, durante i concerti ho una scaletta di 25 pezzi, di cui 15 sono previsti, già stabiliti, mentre i restanti vengono improvvisati al momento. I miei musicisti questo già lo sanno: quando comincio con delle note, loro vanno avanti e mi seguono. I miei brani e quelli degli altri hanno dunque su di me un effetto curativo.

Probabilmente la sua cifra artistica è la sperimentazione. Tra tutti i generi musicali a cui si è avvicinato, qual è quello che sente più vicino?

Tutti quanti. Ho studiato la musica classica, che amo tuttora; ho avuto sconfinamenti nel blues e nel rock. Mi piace anche il folk, la canzone d’autore. Poi ho lavorato ad alcuni progetti anche con Frankie hi-nrg mc, che è un rapper incredibile. Sono attratto da ogni forma musicale. Per me i generi musicali possono essere belli o brutti: i primi sono quelli che ti lasciano qualcosa dentro, che ti fanno ricordare, amare, detestare, che suscitano quindi delle sensazioni. Non amo invece la musica di sottofondo, ad esempio quella che mettono negli ascensori, nei supermercati, perché è detestabile.

Stiamo assistendo ad una fase della discografia in cui la promozione della musica avviene tramite piattaforme social e talent. Musicultura vuole da sempre rafforzare la relazione diretta tra l’ascoltatore e il cantautore. Qual è il ruolo dello spettacolo live? E il pubblico come vive il rapporto con l’artista?

Ho sempre pubblicato dischi per avere poi la possibilità di fare dei concerti. Il bello del lavorare ad un album non avviene in sala di registrazione, che è un momento pieno di attese e di cose noiose; è proprio incontrando il pubblico che arriva la liberazione. L’importante è essere consapevoli del valore dell’esibizione dal vivo di fronte ad una platea che è lì per te. Le persone ti ascoltano e al tempo stesso ti danno la giusta carica: è questo un aspetto bello del mio mestiere, ovvero il confronto con la gente e le risposte che questa riesce a darti.

Ha una lunga carriera alle spalle, nel 2016 ha celebrato i 40 anni di carriera con il disco “Piccoli cambiamenti”. Ci spiega il perché di questo titolo?

Nel corso della mia vita sono stato testimone di tante trasformazioni in ambito musicale, politico e sociale. Dai Beatles in poi la scena artistica ha cambiato fisionomia. Il rock e il punk hanno definito una visione del mondo che era più simile alla realtà; prima invece le canzoni erano edulcorate. La musica ha aiutato, sempre di più in tutti questi anni, a capire come andavano le cose; ha dunque rappresentato, nella sua storia, importanti cambiamenti storico-politici. Oggi purtroppo un brano viene concepito per la sua fruizione e per il proprio consumo. La mia storia musicale invece non è fatta di grandi ma di piccole evoluzioni, che non hanno mai stravolto la mia riconoscibilità artistica. È per questo motivo che ho deciso di dedicare questo disco ai piccoli cambiamenti che ho vissuto. È stato un po’ come festeggiare un compleanno insieme ai miei amici, dal momento che con me hanno collaborato colleghi che da una vita mi sono vicini, come Luciano Ligabue, Francesco De Gregori, Enrico Ruggeri e altri.

Musicultura in onda su Rai3 e Radio1

Si alza il sipario sulla XXIX Edizione di Musicultura Festival che Rai3 e Radio1 proporranno in video e audio. Le attese serate finali, condotte da Gianmaurizio Foderaro, Metis Di Meo e John Vignola, si svolgeranno il 14, 15 e 17 giugno nel suggestivo scenario dell’Arena Sferisterio di Macerata, teatro dall’acustica straordinaria.
Fiore all’occhiello della cultura e dello spettacolo italiano, col suo concorso dedicato alle espressioni artistiche della canzone popolare e d’autore Musicultura ha intercettato dal 1990 ad oggi le aspirazioni creative di quasi 25.000 giovani autori interpreti, contribuendo alla trasformazione e al ricambio generazionale della canzone italiana con la scoperta e la valorizzazione di tanti talenti meritevoli, come ad esempio è stato con Gianmaria Testa, Simone Cristicchi, Povia, Pacifico, Amalia Grè, Avion Travel, Giua, Mannarino, Momo, Max  Manfredi, Oliviero Malaspina, Lucilla Galeazzi, Grazia Verasani, Renzo Rubino,  Patrizia Laquidara, Maldestro, Chiara Dello Iacovo, Mirkoeilcane.
Gli artisti in concorso a Musicultura 2018 sono partiti in 811, un numero d’iscrizioni da record, 60 sono stati selezionati e convocati per sostenere un’attenta audizione dal vivo, tutti gli esclusi hanno ricevuto un’articolata risposta scritta. Al termine della lunga sessione di audizioni live è stata proclamata la rosa dei 16 artisti finalisti le cui canzoni, grazie alla collaborazione di Rai Radio1, sono state programmate e proposte alla grande platea radiofonica. Sarà Rai3 a trasmettere – per la prima volta – Musicultura e lo farà in seconda serata il 19 agosto.

Ecco i nomi degli otto vincitori di Musicultura 2018, con i titoli delle rispettive canzoni:
Marco Greco (Roma) Abbiamo vinto noi, Nemo (Rovigo) Ancora, Daniela Pes (Tempio Pausania – OT) Ca milla dia dì, Pollio (Settimo Milanese – MI) Generico, Francesco Rainero (Firenze) Generazione, Rakele (Campagnano di Roma – RM) La forma del tuo abbraccio, Davide Zilli (Parma) Coinquilini, ZoniDuo (Valsamoggia – BO) Sam 4 President.

Gli otto artisti vincitori propongono stili diversissimi tra loro, ma c’è un tratto comune nelle loro canzoni: nessuna di esse nasce a tavolino, tutte vanno incontro sinceramente alla sensibilità di chi le ascolta.
Rai Radio 1 trasmetterà in diretta dal Festival Musicultura a Macerata con John Vignola in “Fuori gioco” e sabato 23 giugno “Speciale Musicultura”, dalle 21 alle 23, con il meglio delle  serate finali con interviste e contributi  dei grandi ospiti .
Le tre serate di spettacolo del 14, 15 e 17 giugno potranno essere seguite via streaming sulla pagina Facebook di Musicultura, e la finalissima del 17 giugno anche in Simulcast sulla pagina Facebook di Rai3.
Aprirà il Festival, giovedì 14 giugno la leggendaria band dei Procol Harum. Gary Brooker – fondatore, compositore, pianista e voce archetipica della band – sarà accompagnato dai talentuosi musicisti che lo accompagnano in giro per il mondo da oltre quindici anni: George Whitehorn (lead guitar), Matt Pegg (bass guitar), Josh Phillips (Hammond organ), Geoff Dunn (pecussion). Attesissima nella serata finale di domenica 17 giugno Malika Ayane , che firmerà un inedito, suggestivo ritratto della poetica di Jacques Brell, a cinquanta anni dalla scomparsa del grande chansonnier belga. Tra gli altri ospiti del Festival anche Lo
Stato Sociale, Willie Peyote, Brunori Sas, Sergio Cammariere, Mirkoeilcane, Ron Padgett, L’Ensemble La Compagnia con Cinzia Leone. Tutti, nello spirito e nella tradizione del festival, porteranno sul palco testimonianze e collaborazioni artistiche che si discostano, per approccio e prospettiva, dalla routine dei circuiti promozionali. Protagonisti delle tre serate di spettacolo saranno anche gli otto vincitori di Musicultura, che si esibiranno ripetutamente dal vivo. Al termine di un percorso di selezione qualitativa durato per mesi, saranno infine i 7,500 spettatori della tre-giorni all’Arena Sferisterio a poter votare e proclamare domenica 17 giugno il vincitore assoluto di Musicultura 2018.
La Controra, la sezione del festival che in tutta la settimana fino al 17 giugno proporrà un ricco cartellone di appuntamenti – ad ingresso libero – disseminati tra piazze, cortile e palazzi del centro storico di Macerata, in bilico tra cultura, arte e spettacolo. Fra i tanti ospiti in programma Ron Padgett, Adriana Asti, Gianni Amelio, Mimmo Locasciulli, Mark Harris, Dori Ghezzi, Giordano Meacci, Francesca Serafini Alberto Radius, Cristina Donadio, Giampiero Mughini, Cinzia Leone, Francesca Romana, Enzo Gentile.
Partner sociale di Musicultura 2018 è SOS Villaggi dei Bambini, organizzazione impegnata nel sostegno di bambini privi di cure familiari o a rischio di perderle, che opera in 135 Paesi, accoglie in più di 500 Villaggi oltre 84 mila bambini, e aiuta più di 1 milione di persone. Musicultura donerà a SOS Villaggi dei Bambini una canzone i cui proventi andranno a favore dell’organizzazione.

INTERVISTA. Adriana Asti a La Controra di Musicultura 2018: il suo futuro di infinita allegria

Una carriera costellata di collaborazioni con grandi registi del ‘900, un percorso professionale ricco di incontri con le personalità più carismatiche e geniali del mondo dello spettacolo, una vita che però non le ha risparmiato malattia e sofferenza: questa è la storia di Adriana Asti.

Ha inaugurato il primo giorno di Musicultura, presentando a La Controra la sua autobiografia “Un futuro infinito”, dialogando con il poeta Ennio Cavalli. Il titolo del libro, un paradosso, rende bene la natura enigmatica dell’attrice; è al tempo stesso un modo per dichiarare, fin da subito, la predisposizione all’allegria e all’ottimismo di una donna che non ha rimpianti, che guarda soltanto in una direzione: verso il futuro. Ed è proprio dal suo romanzo che comincia la nostra conversazione.

Dalla sua autobiografia emerge chiaramente che per diversi anni, all’inizio della sua carriera, si è lasciata trasportare dal mondo del teatro in quanto spazio sospeso; era incosciente di ciò che le capitava e felice soltanto per l’occasione di andarsene finalmente da casa. Come è arrivato invece il momento della consapevolezza?

Ho iniziato a sentire maggior consapevolezza della mia professione stando in scena, dopo aver recitato e aver frequentato per molto tempo il mondo del teatro. Mi sono accorta semplicemente che la gente prestava attenzione a quello che dicevo e questo mi ha fatto piacere, dato che per me era insolito che mi si ascoltasse, non me lo aspettavo. Da qui ho cominciato a recitare.

Una delle parole che risuona di più nella sua autobiografia è sicuramente “solitudine”. Una certezza esistenziale costante e anche una ricerca, altrettanto costante, che l’ha spinta verso il teatro, dove, come dice nel libro, regna una “solitudine impeccabile”. Che tipo di solitudine ha trovato in scena?

In realtà la solitudine è un grande piacere, un privilegio del quale non posso fare a meno, ma non mi ha spinta verso il teatro. Devo dire, però, che nel mondo della recitazione non si ha la comune vita sociale, quella che avrei potuto avere a casa, a Milano. Vivi in maniera diversa anche l’essere sola, che diventa così un dono.

Si definisce, sempre e con fermezza, una donna allegra. Lo fa nonostante le ombre e le paure che in alcuni momenti della sua vita la hanno bloccata e avvicinata all’analisi col dottor Musatti, suo psicoanalista e amico per molti anni. Che cosa, nel quotidiano, le dà forza? Qual è la fonte inesauribile di questa allegria?

Io sono naturalmente allegra e questa caratteristica non è una dote che esercito. Sono ottimista, positiva; vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Mi rende felice osservare le tante cose che mi circondano e che mi incoraggiano.

Ha lavorato con registi e attori straordinari, tra i quali Visconti, Bertolucci, Pasolini, Strehler, Ronconi e Totò. Quali sono i lavori e le collaborazioni che ancora oggi ricorda con un’emozione particolare?

Tutti i lavori che ho fatto sono per me importanti e sicuramente quelli realizzati con Visconti e Strehler occupano un posto speciale. Gli spettacoli messi in scena con dei grandi registi sono stati i più significativi. È bello poter condividere il proprio mestiere con un importante professionista del settore; ogni collaborazione ti arricchisce molto e ti spinge ad andare avanti.

Musicultura promuove cantautori emergenti. A chi si affaccia per la prima volta nel mondo della musica, e quindi anche dello spettacolo, quale consiglio si sente di dare?

Bisogna sentire veramente il desiderio di intraprendere questo lavoro, oppure fare come me, che ho iniziato la mia carriera per fuggire da un qualcosa, cercando di trovare in maniera attiva, a tutti i costi, una via da seguire.

Gli otto vincitori di Musicultura 2018


Rai Radio 1: il concerto dei giovani artisti in anteprima nazionale domani 31 maggio

Malika Ayane al festival il 17 giugno

Tra gli ospiti di Musicultura 2018Procol Harum, Lo Stato Sociale, Willie Peyote, Brunori Sas, Sergio Cammariere, Ron Padgett, Adriana Asti, Gianni Amelio, Giampiero Mughini, Dori Ghezzi, Giordano Meacci, Francesca Serafini, Alberto Radius, Enzo Gentile, Mark Harris, Mimmo Locasciulli, Cinzia Leone, Cristina Donadio, Mirkoeilcane

Riflettori puntati su Musicultura Festival 2018, in programma dall’11 al 17 giugno a Macerata con media partner Rai Radio 1, per scoprire i nomi dei vincitori della XXIX edizione del prestigioso concorso della canzone popolare e d’autore italiana. Sono partiti in 811, un numero d’iscrizioni da record, in otto arrivano ora sul podio finale al termine di una dura e lunga selezione iniziata nell’autunno dello scorso anno. Ecco i loro nomi ed i titoli delle rispettive canzoni: Marco Greco (Roma) Abbiamo vinto noi, Nemo (Rovigo) Ancora, Daniela Pes (Tempio Pausania – OT) Ca milla dia dì, Pollio (Settimo Milanese – MI) Generico, Francesco Rainero (Firenze) Generazione, Rakele (Campagnano di Roma – RM) La forma del tuo abbraccio, Davide Zilli (Parma) Coinquilini, ZoniDuo (Valsamoggia – BO) Sam 4 president.

Due di loro – Pollio e Rakele – entrano di diritto nella rosa dei vincitori al termine di una votazione online che ha coinvolto oltre 47.000 utenti Facebook. La scelta del vincitore spettante a Musicultura è ricaduta su Davide Zilli. Il Comitato Artistico di Garanzia del concorso ha indicato Daniela Pes, Francesco Rainero, ZoniDuo, Rakele e Pollio. Essendo sia Rakele che Pollio risultati vincitori anche della votazione social, a completare l’ottetto dei vincitori sono Nemo e Marco Greco (i primi nella graduatoria degli esclusi dalla cinquina selezionata dal Comitato). Il Comitato Artistico di Garanzia del concorso, primi firmatari del quale furono nel 1990 Giorgio Caproni e Fabrizio De André, è in questa XXIX edizione composto da Vasco Rossi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Paolo Benvegnù, Brunori Sas, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, Alessandro Mannarino, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Ron,  Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Giovanni Veronesi, Sandro Veronesi, Federico Zampaglione.

Gli otto artisti vincitori del concorso propongono stili diversissimi tra loro, ma c’è un tratto comune nelle loro canzoni: nessuna di esse nasce a tavolino, tutte vanno incontro sinceramente alla sensibilità di chi le ascolta.   Sarà Radio 1 Rai, dal 2001 media partner di Musicultura, ad ospitare per prima domani 31 maggio gli otto giovani artisti, per un concerto in anteprima nazionale dalla Sala A di via Asiago in Roma condotto da Gianmaurizio Foderaro e John Vignola. Il concerto andrà poi in onda su Radio 1 venerdì 8 giugno, a partire dalle 21.  Da martedì 12 a venerdì 15 giugno  Rai Radio 1 trasmetterà inoltre in diretta dal Festival Musicultura a Macerata  con John Vignola in “Fuori gioco”.
Intanto il cast di Musicultura 2018 si arricchisce di una nuova stella, quella di Malika Ayane, che per la prima volta prende parte alla manifestazione. Il suo nome si aggiunge alla lista degli ospiti già confermati del festival, tra i quali i Procol Harum, Lo Stato Sociale, Willy Peyote, Brunori Sas e Sergio Cammariere, Ron Padgett, Adriana Asti, Gianni Amelio, Giampiero Mughini, Dori Ghezzi, Giordano Meacci, Francesca Serafini, Alberto Radius, Enzo Gentile, Mark Harris, Cinzia Leone, Cristina Donadio, Mimmo Locasciulli, Mirkoeilcane. 
Malika Ayane salirà per la prima volta sul palco di Musicultura, domenica 17 giugno, per proporre una testimonianza artistica inedita, che si prefigura come una suggestiva sorpresa per il pubblico e per gli addetti ai lavori.
Nelle serate finali di spettacolo del Festival, in programma il 14, 15 e 17 giugno, all’Arena Sferisterio di Macerata, gli otto vincitori di Musicultura si esibiranno insieme ai big della musica italiana ed internazionale. Al vincitore assoluto, scelto dal pubblico dell’Arena Sferisterio, andranno i 20 mila euro del Premio UBI Banca.

I PREMI DEL CONCORSO

PREMIO UBIBANCA (20.000 euro)
Al vincitore assoluto eletto dal pubblico dell’Arena Sferisterio durante le tre serate di spettacolo

PREMIO NUOVO IMAIE* (15.000 euro)
Per la realizzazione di una tournée  

Ed inoltre i seguenti riconoscimenti (per un valore complessivo di 9.000 euro):
PREMIO della CRITICA
PREMIO SIAE per la migliore musica
PREMIO UNIMARCHE per il miglior testo
PREMIO per la migliore interpretazione

*Realizzato con i fondi art. 7 L. 93/92

La Controra 2018

INGRESSO LIBERO

Tra gli ospiti:

ADRIANA ASTI, LO STATO SOCIALE, GIAMPIERO MUGHINI, ALE SPEDICATI, RON PADGETT, CRISTINA DONADIO, DORI GHEZZI, GIORDANO MEACCI, FRANCESCA SERAFINI, SERGIO CAMMARIERE, ALBERTO RADIUS, ENZO GENTILE, GIANNI AMELIO, ENSEMBLE LA COMPAGNIA, MARK HARRIS, ROBERTO GIAMBÒ, MIMMO LOCASCIULLI, ENNIO CAVALLIJOHN VIGNOLA, FRANCESCA ROMANA PERROTTA, GIULIA POETA, SIMONE MARCONI, MIRKOEILCANE, DARIO BRUNORI

Musicultura ufficializza oggi il cartellone de La Controra 2018. L’iniziativa, nata quattordici anni fa per creare nel centro storico cittadino un “contrappeso” spettacolare alle serate del festival all’Arena Sferisterio, di anno in anno è fiorita a vista d’occhio fino ad abbracciare coi suoi appuntamenti i giorni e le notti di un’intera settimana e conquistare la fiducia degli spettatori. La Controra è oggi un festival nel festival, multiforme come il suo pubblico, eterogeneo, sia per interessi culturali, che per profilo anagrafico, che per provenienze geografiche. Evidentemente il mix di concerti, recital, incontri, dibattiti, reading – tutti ad ingresso libero –  che al ritmo di tre, quattro e anche cinque iniziative al giorno cadenzano le giornate della Controra è un piatto che incuriosisce, intriga e fidelizza. La formula della Controra poggia su due idee semplici: la prima è che la composita bellezza dei linguaggi artistico-espressivi non merita approcci banali, la seconda è che il divertimento è la chiave di accesso al piacere dell’approfondimento. Le location della Controra, disseminate nel centro storico cittadino, comprendono Piazza Cesare Battisti, Piazza della Libertà, i cortili di Palazzo Ciccolini, del Palazzo Municipale, di Palazzo Conventati.

 

LA CONTRORA 2018: IL PROGRAMMA

LUNEDÌ 11

18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Mark Harris
Artisti si rinasce
La canzone d’autore italiana nei ricordi di un pianista americano

 
18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Adriana Asti
Un futuro infinito. Piccola autobiografia
con Ennio Cavalli

 
21.15 – Cortile Palazzo Ciccolini
Roberto Giambò
With a little help from Maths
1964: i Beatles aprono “A Hard Day’s Night” con un misterioso accordo.
La matematica entra in gioco per risolvere un enigma del rock

21.30 – Piazza della Libertà
La Compagnia in concerto
Gabriella Ferri, una voce fuori dal coro
Valentina Guardabassi, Alessandra Rogante, Francesco Caprari, Elisa Ridolfi, (interpreti). Adriano Taborro (chit., mandolino, violino), Casta (chit.), Paolo Galassi (basso), Roberto Picchio (fisa), Alessandra Tamburrini (tastiere), Luca Mengoni (violino), Riccardo Andrenacci (batteria), Piero Piccioni e Fulvia Zampa (voci narranti), Andrea Pompei (contributi video), Silvana Bozzi (acqueforti)

MARTEDÌ 12
18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Mimmo Locasciulli
Come una macchina volante
Una vita vissuta tra medicina e musica
con Ennio Cavalli

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Giampiero Mughini
Era di maggio. Cronache di uno psicodramma
Quel che accadde a Parigi dal 3 al 24 maggio 1968
evocazioni musicali: Alessandra Rogante, Adriano Taborro, Casta

21.15 – Cortile Palazzo Ciccolini
Giulia Poeta e Simone Marconi
Fernando Pessoa, in flagrante delitro
Un racconto a due voci, tratto dalle lettere dello scrittore alla fidanzata
evocazioni musicali: Frida Neri, Antonio Nasone, Marco Poeta

21.30 – Piazza della Libertà
I vincitori della XXIX edizione di Musicultura in concerto
conduce John Vignola (Radio 1 Rai)

MERCOLEDÌ 13
18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Enzo Gentile
Hendrix ‘68. The Italian Experience
Sbarcò come un alieno in Italia per un pugno di concerti,ci tolse dall’affanno di musiche alla rinfusa

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Dori Ghezzi, Giordano Meacci, Francesca Serafini
Lui, io, noi
Faber: un grande amore, una storia di tutti
con John Vignola

21.15 – Cortile Palazzo Ciccolini
Francesca Romana Perrotta
L’ora di mezzo
Canzoni da ascoltare dopo il tramonto
Francesca Romana Perrotta (voce), Roberto Pizzagalli (batteria), Alberto Amati (basso), Giuseppe Bonomo (chitarra elettrica)

21.30 – Piazza C. Battisti
UNO di NOI!
Tutti in piazza per Fabrizio
con Alberto Infelise, autore del libro “Fabrizio Frizzi. Meraviglioso
partecipano: Carlotta Tedeschi, John Vignola, Gianmaurizio Foderaro, Ennio Cavalli

GIOVEDÌ 14
18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Ron Padgett
Un modo nuovo di guardare le cose
Incontro col poeta americano autore delle poesie del film “Paterson”, di Jim Jarmush
con Ennio Cavalli e Damiano Abeni

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Sergio Cammariere
La grande madre Musica
Incontro con un artista carismatico
con Gianmaurizio Foderaro

18.45 –  Piazza C. Battisti
Lo Stato Sociale
Una vita in vacanza?  Parliamone
con Lodo, Albi, Bebo, Carota e Checco
Tiene le fila John Vignola

VENERDÌ 15

18.00 – Cortile Palazzo Municipale
 
Alberto Radius e John Vignola
Masters – Lucio Battisti
Una delle più apprezzate operazioni di rimasterizzazione e ristampa che la musica italiana ricordi

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Gianni Amelio
Padre quotidiano, una storia a due voci
Il nuovo romanzo del regista de “Lamerica” e de “La tenerezza”
con Ennio Cavalli

18.45 –  Piazza C. Battisti
Ilaria Graziano & Francesco Forni
Concerto
Dal blues alla canzone d’autore andata e ritorno

SABATO 16
12.00 – Centro commerciale Val di Chienti
Aperitivo prima della finalissima
Commenti e speranze con i 4 protagonisti della finalissima del concorso
conduce Tiziana Tiberi

 
18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Cristina Donadio
A tu per tu
La “Scianel di Gomorra” si racconta
con Michela Pallonari

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Cinzia Leone
A tu per tu
Una risata ci salverà
con Ennio Cavalli

18.45 –  Piazza C. Battisti
Prima della finalissima
Concerto dei 4 protagonisti della finalissima del concorso
conduce John Vignola (Radio 1 Rai)

21.30 – Piazza della Libertà
Concerto della Fanfara dei Bersaglieri

 
23.00 – Piazza C. Battisti
Ale Spedicati (Sikitikis) – Dj Set
Around the groove

DOMENICA 17
18.00 – Cortile Palazzo Municipale
Tutto è qui
Storie marchigiane di resilienze e ricostruzione sospesa
con Silvia Luciani, Giovanni della Ceca, Giampiero Feliciotti, Lucia Della Ceca, Federica Di Luca, Valerio Valeriani

18.30 – Cortile Palazzo Conventati
Dario Brunori
Secondo me…
Incontro con un lucido cantastorie di oggi
con John Vignola

 
18.45 – Piazza C. Battisti
Mirkoeilcane
Rivedersi un anno dopo
Incontro col vincitore di Musicultura 2017

RINGRAZIAMENTI

I numerosi ospiti, trovano alla Controra non solo un pubblico attento ed affezionato, ma anche una città accogliente. Sono tantissimi i soggetti cittadini e del territorio che a fianco di Musicultura contribuiscono a dare alla Controra il suo peculiare sapore e a facilitarne gli snodi organizzativi.
In primis l’Amministrazione comunale, con l’Ufficio Cultura, l’Ufficio Tecnico, i Servizi Sociali; attivi sul campo sono La Bottega del Libro, l’Istituto Pannaggi, La Società Filarmonico Drammatica, la Pro Loco Macerata, la Pro Loco Piediripa. Importanti sono i supporti della Polizia Municipale e dell’APM, come la partecipazione degli esercizi di ristorazione e degli hotel convenzionati. Continuerà ad essere vicino alle storie e alle canzoni dei vincitori del concorso, dopo averlo già fatto alle Audizioni invernali, il Centro Commerciale Val di Chienti.
Cruciale infine il ruolo dell’Università di Macerata e dell’Università di Camerino, i cui studenti seguono per l’occasione percorsi formativi sul campo, trasmettendo entusiasmo e simpatia.

Rakele e Pollio primi due vincitori di Musicultura 2018

Musicultura annuncia i primi due vincitori del concorso eletti dal pubblico al termine di una votazione su Facebook, che ha coinvolto 47.026 utenti: Pollio e Rakele. La canzone del milanese Pollio si intitola “Generico” ed è una nitida istantanea di una generazione che sfocia in un appello accorato, in bilico tra disillusione e speranza. Rakele, giovanissima cantautrice napoletana, è in concorso con il brano “La forma del tuo abbraccio”, un flusso di appunti rapidi e spiazzanti che evocano la profondità e la tenerezza dell’aprirsi incondizionato all’amore. I due artisti si aggiudicano un posto al sole alla XXIX edizione di Musicultura. Gli altri vincitori, in tutto saranno otto, saranno a breve designati dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura composto da : Vasco Rossi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Paolo Benvegnù, Brunori Sas, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, Alessandro Mannarino, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Giovanni Veronesi, Sandro Veronesi, Federico Zampaglione.

Nelle serate finali del Festival, all’Arena Sferisterio di Macerata, il 14, 15 e 17 giugno prossimi, gli otto vincitori di Musicultura si esibiranno insieme ai big della canzone italiana ed internazionale. Al vincitore assoluto, scelto dal pubblico dell’arena, andrà il Premio finale del valore di 20 mila euro.

I biglietti, da 8,00 a 48,00 euro, sono disponibili sul circuito Vivaticket e presso la Biglietteria dei Teatri di Macerata.

Brunori Sas e Sergio Cammariere allo Sferisterio

Countdown per Musicultura 2018, in programma dall’11 al 17 giugno a Macerata: il cartellone della XXIX edizione del festival della canzone popolare e d’autore italiana si arricchisce con l’annuncio di nuove importanti adesioni, come quelle di Brunori Sas, domenica 17 giugno e di Sergio Cammariere, venerdì 15 giugno. I loro nomi vanno ad aggiungersi a quelli dei Procol Harum, Lo Stato Sociale, Willy Peyote, Ron Padget, Adriana Asti, Gianni Amelio, già confermati nei giorni scorsi.

Dario Brunori, in arte Brunori Sas, torna a Musicultura a distanza di qualche anno, nel frattempo il grande successo di pubblico e di critica ha definitivamente consacrato l’intelligenza e il talento che contraddistinguono questo poliedrico artista fin dai primi passi della sua fortunata carriera. “Dario viene da un tour di oltre trenta date tutte esaurite, – commenta il vicepresidente di Musicultura Ezio Nannipierida un originale programma televisivo in onda il mese scorso su Rai 3 che ha scritto e condotto, sapevamo che aveva intenzione di riposarsi un po’, ma non abbiamo resistito al desiderio di chiedergli una preziosa testimonianza al Festival ”.

Musicultura incassa anche un’altra adesione importante, un graditissimo ritorno al a distanza di oltre dieci anni, quello di Sergio Cammariere. “Di Cammariere, fin dall’inizio, ci colpirono subito la pienezza e la peculiarità del suo orizzonte stilistico-espressivo, “- racconta il Direttore Artistico Piero Cesanelli è un artista che traccia nel panorama della canzone e della musica italiana una di quelle traiettorie nitide e solitarie, di cui col passare del tempo si apprezzano sempre più la profondità e le sfaccettature”. Cammariere si esibirà all’Arena Sferisterio venerdì 15 giugno accompagnato dalla sua storica band.


BIGLIETTI