I magnifici quattro e la notte di Giorgia

Si accendono i riflettori sulla seconda serata delle finali di Musicultura 2017, inaugurata dai saluti di Fabrizio Frizzi e di John Vignola. Il primo degli otto vincitori ad esibirsi sul palco di questa XXVIII edizione del Festival è Mirkoeilcane, con la sua Per Fortuna; il secondo, invece, è Francesco Papageorgiou in Amo la vita da farmi male. È poi la volta di Lovain, che canta 1, 2, 3. Terzo artista ad intrattenere il pubblico con il suo brano Altalena Boy è Lucio Corsi, seguito da Nico Gulino con La musica non passa. Sesta proposta musicale: Alessandro Sipolo calca il palco dello Sferisterio, eseguendo il suo brano Cresceremo anche noi. Fabrizio Frizzi invita successivamente sul palco Francesca Sarasso, che canta Non c’incontriamo mai.

Storie di musica e di vite: le otto canzoni dei vincitori sfilano così, l’una dopo l’altra, in Arena; e poi, il momento di Fausta Truffa, che si esibisce accompagnata dal Coro dell’Università di Macerata.

La seconda parte della serata prende il via con il grande ritorno, dopo nove anni, a Musicultura di Giorgia. L’artista, definita da Elton John “una delle voci più belle del mondo”, annunciata sul palco da Fabrizio Frizzi, riceve da Flavio Corradini, Rettore UniCam, e da Claudio Ortenzi, dal Prorettore UniMc, l’onorificenza UniMarche per gli alti meriti artistici, “per l’umiltà, la naturalezza, l’entusiasmo e la sensibilità con cui ha condiviso il talento”.
Il palco è tutto suo: Oro nero e Per fare a meno di te/Buonanotte fiorellino sono le canzoni che la cantautrice romana ha regalato al pubblico di Musicultura. “Stamattina non avevo voce, ma non potevo non essere qui stasera. Sono legata a Musicultura, una manifestazione che rispetto e ammiro; è bellissimo vedere l’entusiasmo vivo e nuovo degli artisti in concorso”: queste le parole di Giorgia, ospite e grande amica del Festival, nonché membro del Comitato Artistico di Garanzia.

Continuano le sorprese in Arena: Francesca Sarasso riceve il Premio della Critica, consegnato da Silvano Gattari e Fausto Pellegrini.
Poi un gran ritorno, a casa Musicultura, de La Rappresentante di Lista, che a distanza di tre anni dalla loro partecipazione alla rassegna, incantano il pubblico dello Sferisterio con Cosa farò ed un’interpretazione di E la luna bussò.

Dopo la loro esibizione a La Controra, sbarcano di nuovo a Macerata Capitan Capitone e i Fratelli della Costa, il caleidoscopio progetto artistico di Daniele Sepe.

Il gran finale di serata viene consacrato con lo scatto di un momento, quello degli otto vincitori che, saliti sul palco, sono ora pronti all’annuncio dei quattro artisti che approdano alla finalissima del Festival: Alessandro Sipolo, Mirkoeilcane, Francesca Sarasso e Francesco Papageorgiou si esibiranno, domenica 25 giugno, per la l’ultima serata del Festival, che verrà trasmessa in diretta su Rai1 e su Radio1.

Musicultura 2017: buona la prima!

La XXVIII edizione di Musicultura è stata inaugurata, giovedì 22 giugno, con una grande serata di musica di qualità. Lucio Corsi, Nico Gulino, Alessandro Sipolo, Bob Messini, Francesca Sarasso, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou e Lovain: sono loro gli otto vincitori del Festival che si sono esibiti allo Sferisterio di Macerata.

Gli ospiti che hanno allietato il pubblico del Festival in coinvolgenti performance, invece, sono stati Teresa De Sio, Ermal Meta, Simona Molinari e Barcelona Gipsy BalKan Orchestra.

A condurre la prima delle tre serate finali della rassegna è stato, per la nona edizione consecutiva, Fabrizio Frizzi, che ha sempre dimostrato la sua vicinanza ed il suo interesse nei confronti delle nuove proposte musicali.

Il primo a calcare il palco dello Sferisterio è stato Nico Gulino, con La musica non passa; poi la volta di Francesca Sarasso, con Non c’incontriamo mai. Bob Messini si è presentato al pubblico di Musicultura con la sua Statistica. E ancora, si sono esibiti Alessandro Sipolo con Cresceremo anche noi, Lovain con 1, 2, 3, Francesco Papageorgiou con Amo la vita da farmi male, Lucio Corsi con Altalena boy e Mirkoeilcane con la sua Per fortuna.

Tante le sorprese, a Musicultura, come tanti sono stati i riconoscimenti assegnati agli artisti giunti alla finale: in particolar modo, Bob Messini si è aggiudicato il Premio miglior testo, mentre Lucio Corsi ha ricevuto il Premio per la migliore interpretazione.

Dopo le performance degli otto vincitori, sono seguite le esibizioni dei primi ospiti della di questa edizione; grandi nomi dello spettacolo, dunque, per una coinvolgente serata di musica live.

Alessandro Sipolo, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou e Francesca Sarasso sono gli artisti più votati dal pubblico.

Domani si scopriranno, invece, i nomi dei quattro vincitori, che calcheranno il palco dello Sferisterio per la finalissima del 25 giugno, che sarà trasmessa su Radio1 e, per la prima volta, su Rai1.

Musicultura 2017: tutto il programma dello Sferisterio e de La Controra

Annunciate nuove stelle per le notti di giugno in Arena targate Musicultura e condotte da Fabrizio Frizzi

Si aggiungono nuove stelle della canzone e della poesia al già nutrito cast delle serate finali della XXVIII edizione di Musicultura in programma all’Arena Sferisterio di Macerata giovedì 22, venerdì 23 e domenica 25 giugno anche in diretta televisiva su Rai 1 e radiofonica su Radio 1 Rai.

Anche per quest’anno al timone della tre giorni ci sarà Fabrizio Frizzi, inossidabile compagno di viaggio del Festival.

Il pubblico continua a confermare l’attenzione e l’affetto con cui ormai da anni segue la rassegna con una autentica presa d’assalto al botteghino: poche centinaia di biglietti restano ancora disponibili per le serate di giovedì e di domenica, mentre quella di venerdì 23 giugno sta correndo a vele spiegate verso il tutto esaurito.

E’ davvero un piccolo firmamento della musica italiana quello che porterà a Macerata la propria testimonianza artistica illuminando l’Arena Sferisterio di Macerata nelle tre notti d’estate del 22, 23 e 25 giugno. Ecco i nomi dei nuovi ospiti che si aggiungono a quelli già annunciati qualche settimana fa: Simona Molinari, Daniele Sepe e la sua “Capitan Capitone e i Fratelli della Costa”, Fausta Truffa, la Rappresentante di Lista, Simone Cristicchi, Ron, Roberto Vecchioni, Matthew Lee e Guido Catalano.

Procedendo in ordine cronologico, giovedì 22 giugno, per la serata inaugurale Simona Molinari si aggiunge ai già annunciati Barcelona Gipsy balKan Orchestra, Ermal Meta e Teresa De Sio.

Venerdì 23 sarà la volta della storia e soprattutto della voce di Fausta Truffa, soprano torinese al suo debutto allo Sferisterio a 80 anni; sempre venerdì Daniele Sepe accompagnato dalla sua carovana di quattordici musicisti in Capitan Capitone e i Fratelli della Costa e La Rappresentante di Lista, giovane band già finalista del concorso, completano il programma della serata assieme a Giorgia.

Ricchissimo il cartellone della finalissima di domenica 25 che andrà in diretta in prima serata su Rai 1 e Radio 1 Rai: già annunciata la presenza di Enrico Ruggeri con i Decibel, a cui si aggiunge e un vero e proprio campionario della canzone d’autore con la presenza di Ron e i graditissimi ritorni di Roberto Vecchioni e dell’ex vincitore del concorso Simone Cristicchi. Tornano sul palco dello Sferisterio, sempre per la serata di domenica, anche Matthew Lee e il poeta Guido Catalano, divenuto dalla sua prima apparizione al festival, nel giro di pochi anni, un piccolo e fortunato caso letterario.

Come ogni anno non mancheranno le sorprese dell’ultimo minuto così come il grande spazio dedicato agli otto vincitori del concorso, Lucio Corsi (Altalena Boy), Nico Gulino (La musica non passa), Lovain (1, 2, 3), Bob Messini (Statistica), Mirkoeilcane (Per fortuna), Francesco Papageorgiou (Amo la vita da farmi male), Francesca Sarasso (Non c’incontriamo mai) e Alessandro Sipolo (Cresceremo anche noi).

Sarà lo stesso pubblico dello Sferisterio a decretare il vincitore assoluto di Musicultura 2017 a cui andranno i 20.000 euro del Premio UBI – Banca.

IL PROGRAMMA COMPLETA DI MUSICULTURA 2017

Giovedì 22 Giugno

I VINCITORI IN CONCORSO

Lucio Corsi, Nico Gulino, Lovain, Bob Messini, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou, Francesca Sarasso, Alessandro Sipolo

OSPITI

Barcelona Gipsy balKan Orchestra, Teresa De Sio, Ermal Meta, Simona Molinari

Venerdì 23 Giugno

I VINCITORI IN CONCORSO

Lucio Corsi, Nico Gulino, Lovain, Bob Messini, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou, Francesca Sarasso, Alessandro Sipolo

OSPITI

Giorgia, La Rappresentante di Lista, Daniele Sepe: Capitan Capitonee i Fratelli della Costa, Fausta Truffa con il Coro dell’Università di Macerata

Domenica 25 Giugno

In diretta in prima serata su Rai 1 e Radio1 Rai

Saranno effettuate riprese audio video. Per esigenze televisive si richiede agli spettatori di occupare il proprio posto entro le ore 20.40; dopo tale ora non sarà garantita la posizione indicata sul biglietto e potranno veri carsi rial- locazioni dei posti.

FINALISSIMA DEL CONCORSO

Con i quattro artisti più votati dal pubblico nelle due serate precedenti

OSPITI

Roberto Vecchioni, Simone Cristicchi, Decibel, Ron, Matthew Lee, Guido Catalano

La Controra

Una settimana di cultura e spettacolo nel cuore di Macerata

Musicultura ufficializza il cartellone de La Controra, un autentico festival nel festival che ormai da tredici anni, colora le piazze e i cortili del centro storico di Macerata nella settimana delle serate finali del concorso. Reading, concerti, spettacoli teatrali, incontri con gli autori costituiranno il ricco piatto che Musicultura offrirà a chiunque volesse raggiungere la città dal 19 al 26 giugno. Tutti gli appuntamenti, rigorosamente ad ingresso libero, si dispiegheranno per un’intera settimana al ritmo di tre, quattro o anche cinque iniziative al giorno.

La grande varietà dei linguaggi e degli ospiti è da sempre la peculiarità di una rassegna nata come costola del Festival ma che vive sempre più di vita propria. Piazza Cesare Battisti, i cortili di Palazzo Ciccolini, del Palazzo Municipale, di Palazzo Conventati e il Teatro della Società Filarmonica sono le location disseminate per il centro storico della città che accoglieranno pubblico e ospiti.

Consulta il programma completo

Musicultura 2017 in diretta televisiva su Rai 1 e radiofonica su Radio1 Rai

Tutte firmate Rai perché il 25 giugno Rai1 proporrà in diretta la kermesse di Macerata condotta da Fabrizio Frizzi, Radio1 garantirà il suo puntuale supporto a cui si aggiungeranno i ‘social’. “Rai1 apre le porte a Macerata e alla musica popolare e d’autore contemporanea – afferma Andrea Fabiano, Direttore di Rai1 – e lo fa con la passione e l’impegno che da sempre ci spingono a lavorare nell’ottica e nello spirito del Servizio Pubblico. A tutti i partecipanti auguro grande fortuna. Ai telespettatori va l’invito a godere di una serata di bella musica, davvero particolare”. Gli fa eco Andrea Montanari, Direttore di Radio1: ”Anche quest’anno siamo partner di Musicultura, una ‘relazione speciale’ che dura da ben 17 anni. Il primo canale della radio pubblica ha accompagnato giorno per giorno la presentazione degli 8 finalisti, con l’ascolto dei singoli brani all’interno del programma “Radio1 Music Club”, insieme a interviste agli organizzatori e a una serata-evento presso la Sala A di Via Asiago in cui gli stessi finalisti si sono esibiti Live”. Il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli è netto: “Non posso che esprimere la doppia soddisfazione per la decisione presa da Rai 1 di effettuare la  diretta di Musicultura, la prima per il riconoscimento verso la manifestazione che ha brillato nel corso dei suoi 28 anni per la  professionalità e correttezza, la seconda perché  questo grande catalizzatore di diffusione che è la televisione, unita a Radio1,  sottolineerà ancora di più la creatività la bellezza e la vitalità della nostra regione.”. E la città di Macerata per Musicultura indosserà il vestito più bello: “Saliamo orgogliosamente a bordo della rete ammiraglia Rai – spiega il Sindaco Romano Carancini – con un nuovo orizzonte: la fiducia verso il futuro e la bellezza della nostra Città che diventa di tutti, su tutte le piattaforme anche con il prezioso supporto di Radio1.” A chiudere, Piero Cesanelli, il Direttore Artistico di Musicultura: “Avere la possibilità di esibirci di fronte  ad un pubblico ancor più numeroso e una grande conquista. Siamo grati a Rai 1 come lo siamo a Radio 1 che ci ‘diffonde’ con grande partecipazione da 17 anni . Musicultura non cambierà le sue finalità valorizzando la genialità compositiva e interpretativa ed onorando la grande tradizione popolare.”

The Stars from the Commitments e Arisa a Lunaria 2017

Il programma completo:

13 luglio FABRIZIO MORO

19 luglio JACK SAVORETTI

27 luglio THE STARS FROM COMMITMENTS

3 agosto ARISA

 

Recanati, Piazza Leopardi (21.30)
Ingresso libero (eccetto data del 19 luglio)

Lunaria, la rassegna estiva ideata e curata da Musicultura e sostenuta dal Comune di Recanati, aggiunge altri due tasselli al cartellone dell’edizione 2017 che si aggiungono ai nomi già annunciati di Fabrizio Moro (giovedì 13 luglio) e di Jack Savoretti (mercoledì 19): The Stars from the Commitments in programma giovedì 27 luglio e Arisa, il cui concerto è atteso per il 3 agosto.

Il 27 luglio Piazza Leopardi farà da scenario ad uno show unico: i protagonisti del leggendario film musicale The Commitments, candidato nell’anno della sua uscita sugli schermi a due premi Oscar e diventato negli anni un vero e proprio cult, raggiungeranno la città leopardiana per uno spettacolo trascinante all’insegna della musica soul.

Lunaria 2017 sarà chiusa dal concerto di Arisa attesa a Recanati giovedì 3 agosto.

Da giovane promessa, la cantante lucana è diventata nel giro di pochissimi anni una piccola certezza nell’olimpo della canzone italiana: un talento cristallino, una voce indiscutibile, da sempre al servizio di brani mai banali che le hanno fatto scalare le classifiche di vendita e vincere le kermesse canore come il Festival di Sanremo.

La particolarità delle proposte artistiche ha da sempre contraddistinto Lunaria come un appuntamento lontano dai classici circuiti dei concerti estivi.

L’ingresso è libero per tutti gli appuntamenti in programma escluso quello in programma il 19 luglio con Jack Savoretti per il quale sono in vendita i biglietti su vivaticket.it, ticketone.com e presso le biglietterie regionali del circuito Amat.

Alessandro Sipolo fra i vincitori di Musicultura 2017

L’artista bresciano pubblica nel 2013 l’album d’esordio “Eppur bisogna andare”, prodotto da Giorgio Cordini, storico chitarrista di Fabrizio De Andrè. Grazie a questo progetto Alessandro si aggiudica il premio Beppe Gentile 2014 come “Migliore Opera Prima”. Nel 2015 esce “Eresie”, il suo secondo disco, impreziosito dalla partecipazione di Taketo Gohara, Alessandro “Finaz” Finazzo (Bandabardò), Ellade Bandini.

L’artista subentra a Simona Severini, esclusa ai sensi del Regolamento in vigore.

Con Alessandro Sipolo gli otto vincitori di Musicultura 2017 sono Lucio Corsi, Nico Gulino, Lovain, Bob Messini, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou e Francesca Sarasso.

Musicultura 2017: annunciati i vincitori

Sono i vincitori della 28° edizione del concorso, tutti autori delle canzoni che interpretano e la direzione artistica li annuncia al termine di una lunga selezione con audizioni  live iniziata lo scorso anno.

Lucio Corsi di Grosseto con Altalena boy, Nico Gulino di Catania con La musica non passa, Lovain di Taranto con 1, 2, 3, Bob Messini di Bologna con Statistica, Mirkoeilcane di Roma con Per fortuna, Francesco Papageorgiou di Parma con Amo la vita da farmi male, Francesca Sarasso di Vercelli con Non c’incontriamo mai e Simona Severini di Milano con Piccola Elsa.

Tre donne, cinque uomini, la più giovane ha 20 anni, il più “adulto” quasi 60. Otto scommesse artistiche capaci di raccontarsi e raccontare la vita in forma canzone, senza retorica.

Due di loro – Lovain e Nico Gulino – sono entrati nella rosa dei vincitori selezionati dal pubblico al termine di una votazione online durata quasi un mese e che ha coinvolto oltre 40.000 utenti Facebook.

Altri cinque vincitori – Bob Messini, Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou, Francesca Sarasso, Simona Severini, – sono stati invece scelti dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia del concorso, del quale nel 1990 furono fra i primi firmatari Giorgio Caproni e Fabrizio De André e che per questa 28° edizione è composto da Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Luca Carboni, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Tiziano Ferro, Max Gazzè, Giorgia, Lo Stato Sociale, Dacia Maraini, Gino Paoli, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Sandro Veronesi, Federico Zampaglione, Stefano Zecchi.

La scelta spettante a Musicultura è ricaduta su Lucio Corsi, primo tra gli esclusi nella graduatoria del Comitato Artistico.

Per tutto il mese di maggio il CD compilation del concorso distribuito nei negozi di dischi e nei principali digitale stores è stato trasmesso in rotazione radiofonica su Rai Radio 1  all’interno di Music Club, la trasmissione curata e condotta da John Vignola.

Non mancheranno sorprese in note nelle serate finali di Musicultura il 22, 23 e il 25 giugno, l’Arena Sferisterio di Macerata sarà il palcoscenico più bello per alcuni tra i big della canzone italiana e internazionale tra cui Giorgia, Ermal Metal, Enrico Ruggeri con i Decibel, Teresa De Sio,  Barcelona Gipsy balKan Orchestra. Il vincitore assoluto del concorso verrà decretato nella serata finale del 25 giugno direttamente  dal pubblico presente all’Arena Sferisterio  a cui andranno i € 20.000  del Premio UBI – Banca.

Giorgia, Teresa De Sio, Decibel, Ermal Meta ospiti della 28° edizione di Musicultura

Giorgia sarà tra gli ospiti delle serate finali della XXVIII edizione del Festival Musicultura il 22, 23 e 25 giugno all’Arena Sferisterio di Macerata. La Direzione Artistica del Festival ha sciolto le riserve sui nomi dei primi ospiti che saranno protagonisti anche sulle frequenze di Rai Radio1, l’emittente ufficiale dell’appuntamento marchigiano.

“Giorgia ci fa un regalo bellissimo, – dice il Direttore artistico Piero Cesanelli -: manca da un po’ di anni dal palco del festival, ma in realtà lei è di casa a Musicultura, ogni anno ascolta con scrupolo, sensibilità ed entusiasmo le canzoni in concorso, come  membro del comitato artistico di garanzia”

L’artista romana torna a Macerata in un anno di grazia della sua carriera: Oronero, il suo ultimo disco, oltre a contenere uno dei singoli più trasmessi dalle radio nazionali, è stato certificato disco di platino per il 2017 e la tournée che l’ha portata in giro per tutta Italia ha registrato ovunque il tutto esaurito. L’appuntamento con il pubblico di Musicultura cadrà venerdì 23 giugno quando la magia della sua voce sarà accompagnata da un pianoforte e da una chitarra in un inedito set acustico.

Oltre a Giorgia, un’altra esponente femminile di spicco della canzone italiana si aggiunge al cast di Musicultura 2017, Teresa De Sio. Giovedì 22 giugno la cantante napoletana ridarà vita e voce ad alcuni classici della discografia del grande Pino Daniele, tratti dal suo ultimo lavoro discografico, “Teresa canta Pino”, uno degli omaggi più autentici e sentiti al cantautore recentemente scomparso.

Enrico Ruggeri, invece, andrà in scena con i suoi Decibel, il gruppo con cui fece il suo esordio esattamente 40 anni fa. Un ritorno alle origini, senza nostalgia ma all’insegna della musica suonata e di canzoni che sono diventate delle pietre miliari, come Contessa e Polvere. Risponde “presente” all’appello anche Ermal Meta, allo Sferisterio il 22 giugno: a Musicultura non poteva sfuggire la freschezza di una giovane penna della canzone che negli ultimi anni ha anche dimostrato un’autenticità interpretativa che lo ha consegnato ad un meritato successo.

Sempre giovedì 22 giugno sarà la volta della “Barcelona Gipsy balKan Orchestra”, un piccolo concentrato dell’Europa che suona con musicisti ucraini, francesi, serbi, italiani spagnoli, che hanno fatto della musica balcanica un oggetto di instancabile e appassionata esplorazione e di Barcellona la propria patria d’adozione.

I biglietti per le tre serate all’Arena Sferisterio sono ancora disponibili presso la Biglietteria dei Teatri di Macerata, in tutte le biglietterie marchigiane del circuito AMAT e su vivaticket.it

Nel frattempo il concorso è entrato nella sua fase cruciale: le canzoni finaliste continuano in questi giorni ad essere protagoniste della programmazione di Radio1 Rai, su Music Club, presentate da John Vignola. Contemporaneamente la votazione online del pubblico, a cui era affidata la selezione di due degli otto vincitori, si è conclusa con la partecipazione di oltre 40.000 votanti.

Lovain e Nico Gulino hanno raccolto il maggior numero di preferenze accedendo così di diritto alle serate conclusive in programma all’Arena Sferisterio dove verrà assegnato il premio UBI – Banca del valore di 20.000 euro.

La rosa definitiva degli otto vincitori sarà completata da altre sei proposte ad oggi al vaglio prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura.

INTERVISTA – L’Indie “made in Marche” di ieri e di oggi a La Controra di Musicultura. Sul palco si incontrano Umberto Maria Giardini ed i Lettera 22

Due differenti voci della musica alternativa italiana alle prese con un racconto sui rapporti fra gli esseri umani.

Umberto Maria Giardini, prima noto con il nome d’arte di Moltheni, ha dal 2012 recuperato il suo vero nome e avviato un originale progetto da solista. Un ritorno alle origini per lui – è nato a Sant’Elpidio a Mare, in provincia di Fermo –, intima e commossa infatti è l’atmosfera che si respira agli Antichi Forni durante la prima serata de La Controra. Con un’acuta ricerca all’insegna dell’incomunicabilità, il cantautore rilegge la sua ricca e variegata produzione da “La dieta dell’Imperatrice” fino a “Protestantesima”, in una suggestiva esibizione con la sola chitarra elettrica che accompagna però l’altro suo potentissimo strumento, la voce. I Lettera 22 invece, gruppo nato a Recanati nel 2010, si è aggiudicato nel 2012 il titolo di vincitore della XXII edizione di Musicultura. Con due album all’attivo, dei quali il secondo ha visto la direzione di Paolo Benvegnù, la band, oggi in una fase di fervida creatività, sceglie ancora il palcoscenico del Festival quale banco di prova per la sua musica. Propone quindi brani inediti che si intrecciano coi già collaudati a formare un vivido racconto della vita di provincia, intessuto di colori ed immagini iconiche e indelebili.

Il risultato è una serata di scoperte e riscoperte che scontorna e definisce il fulcro di un’attitudine, quella marchigiana, da sempre contrassegno di buona musica, originalmente e autenticamente ispirata. Prima del concerto, i Lettera 22 raccontano alla redazione di “Sciuscià” qualcosa di questo progetto, ma anche di altri ancora da realizzare: un fiume di parole favorito dalla cornice del Festival che innesca in loro un’esplosione di ricordi ed emozioni.

Come nasce la collaborazione con Umberto Maria Giardini, che stasera proporrete al pubblico de La controra nell’evento dal nome “Umani e affetti”?

Si tratta di un’opera unica, non immaginata come evento musicale ripetibile ed ideata appositamente per Musicultura. Abbiamo triangolato le distanze geografiche, essendo Umberto Maria Giardini marchigiano come noi. Sono due modi di interpretare un approccio musicale indipendente, fuori dagli schemi, che hanno la stessa base regionale. Hanno storie, vissuti e livelli diversi perché mentre noi siamo emergenti, Umberto Maria Giardini ha una lunga carriera musicale alle spalle. L’idea era quella di riuscire a mettere insieme un filo conduttore. Ci siamo accorti che i nostri testi parlano molto spesso di rapporti umani e la sensibilità di Umberto ha l’umanità nelle sue corde. Ci siamo divertiti ad immaginare cosa potesse succedere in un cortile, che – causa pioggia – diventa un luogo ancora più carbonaro come un seminterrato con gli archi a volta, raccontando storie di umani e di affetti. Aspettiamo di vedere come andrà stasera, a seconda anche della risposta del pubblico, per valutare se questa collaborazione possa avere un seguito.

Come avete già precisato,anche voi provenite dalle Marche. Cosa vi ha dato il vostro territorio, cosa significano le Marche per voi e per la vostra musica?

Fare musica nella provincia non è sicuramente facile. Ed è anche più vero, più sincero, meno filtrato dalle dinamiche interne alla musica. In una grande città c’è un’enorme concorrenza in termini numerici, ma c’è anche una grande omologazione: basta che una band abbia un minimo di successo e molti tenteranno di somigliarle. Certo, la provincia non è un luogo fisico, ma dell’immaginazione, perché non esiste più concretamente – basta che tu abbia una connessione wireless e sei in ogni luogo nello stesso tempo –; essa, più di ogni altra cosa, preserva e favorisce l’idea che il rapporto umano è quello che presiede alla costruzione della canzone. Ciò che invece manca è un polo d’attrazione: di band ce ne sono moltissime e nelle Marche si suona veramente dappertutto, ci sono le scene più diverse e più interessanti – a Castelfidardo, ad esempio, c’è un collettivo che si chiama “Castelfidardo Hardcore Crew” che fa hardcore nella patria della fisarmonica!
Mancano forse i giusti contenitori, che nelle grandi città ci sono. Fortuna Musicultura!

Cosa pensate di condividere con Giardini? Cosa invece vi differenzia?

Sono entrambi approcci musicali non filtrati dalla necessità di diventare piacevoli per l’ascoltatore, seguendo una ricetta che i discografici in genere vogliono vedere applicata, come se a presiedere l’arte – che poi il nostro è piuttosto “artigianato” – ci fosse una formula, un modello. Il bello della sensibilità artistica di Umberto è che è viscerale, incontaminata, non violata dall’eccesso di civiltà, dalle manie, dall’affettazione. È nuda e stasera lo sarà veramente perché suona chitarra e voce. Molto probabilmente quello che suoniamo è figlio di un desiderio di ricerca di un’identità che lui ha individuato e ha ben chiara, mentre noi stiamo tentando di far collimare quattro idee artistiche che a volte differiscono in modo totale, perché – sembrerà una sciocchezza alfanumerica – lui è un individuo che dialoga con le sue profondità dell’anima, noi siamo quattro persone. Una band può in questo senso essere una famiglia, un pessimo rapporto di coppia, una disputa che non si risolverà mai. Questo, quando un gruppo diventa famoso. Ancor peggio quando si tratta di quattro trovatelli che cercano di far collimare il desiderio di far musica con la propria vita. Ciò che ascolterete stasera è figlio di tante battaglie all’ultimo sangue, ma anche – perché c’è anche quello – di amori a prima vista.

Come definireste il genere musicale a cui la vostra musica afferisce?

Coniando un neologismo inesistente – ovviamente non mi prenderanno mai nemmeno come stagista in una rivista musicale (ride, n.d.r.) – direi “Post-pop neorealista”. Raccontiamo cose che ci sono molto vicine, ma il nostro è un pop consapevole del fatto che il pop è morto. Non nel senso nobile di scrivere una bella canzone, ma nel senso di mitologia culturale: non c’è più un brano che identifica una generazione; quando c’è, si sente dietro la mano del burattinaio.

Il mondo evolve in fretta, tra qualche decennio potrebbe rimanere ben poco del panorama musicale odierno e di quello del passato, per noi oggi di riferimento. Se poteste salvare dall’oblio una sola delle vostre canzoni, quale sarebbe?

Continentale, singolo tratto dal nostro ultimo disco “Le nostre domeniche”. È un brano che parla dell’attesa di una primavera immaginaria. Ognuno ha la sua.

Se doveste salvarne una di Giardini, invece?

Splendido amore, che al di là della quasi ovvietà del titolo, ha tutto quello che dovrebbe avere una canzone d’amore. Negli ultimi cinquanta anni si è scritto solo d’amore in Italia, un Paese pieno d’odio. La maggior parte dei brani sono da buttare, mentre questo è uno dei pochi non banali e che commuove quando lo si ascolta.

Qual è, se c’è, il punto di svolta, il giro di boa, che pensate abbia cambiato la vostra carriera?

Sicuramente la collaborazione con Paolo Benvegnù, sia per quanto riguarda la scrittura che l’approccio vocale: ci ha insegnato come scavare negli abissi per la stesura di una canzone, come tirare fuori la voce nel modo giusto per esprimere determinate cose; poi, non meno importante, è il rapporto umano che con lui si è creato.

Cosa avete in cantiere al momento? Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Stiamo scrivendo tanta musica nuova, che proponiamo di volta in volta, come faremo anche stasera.  Con l’entrata nel gruppo di Matteo che ha sostituito Arianna, stiamo vivendo una seconda giovinezza in questo senso. Quando le band si trovano ad affrontare un abbandono è sempre un evento lacerante, in questo caso invece è stato il “click” che ha cambiato il nostro approccio, anche a livello di sensibilità. Fare musica nuova per noi adesso è come respirare e mangiare. Per una band che non ha contratto né agenzia, è difficile poi programmare un disco. I mecenati non esistono più chiaramente, ma sarebbe bello che qualcuno ascoltandoci potesse dire: “questo è un gruppo che meriterebbe di andare avanti”.

Cosa rappresenta Musicultura per voi?

A ripensare allo Sferisterio ancora ho i brividi. L’esperienza di Musicultura ti mette alla prova come band, perché ci si trova a dover prendere necessariamente delle decisioni. Come quando una coppia va a convivere: dal momento che nessuno più se ne torna a casa sua a dormire, se ci tieni lo devi dimostrare, devi chiarire delle cose, devi essere onesto. È un livellatore per tutti i concorrenti e ancor di più se sei originario del posto, perché c’è come un’aspettativa generale, sia che tu partecipi che non partecipi al Festival. Inoltre, è un marchio di garanzia anche quando vai a suonare altrove. Nella nostra biografia, Musicultura rimane al primo posto!

INTERVISTA – Diego Carè torna a Musicultura: a La Controra «io vojo canta’ come so parla’»

L’ultimo giorno de La Controra è stato animato dalla chitarra di Diego Carè, accompagnato dai suoi musicisti Piero Belardinelli (fisarmonica e voce), Fausto Ulissi (chitarra e mandolino) e Mauro Paggi (percussioni). Il percorso musicale di Carè, polistrumentista marchigiano tra i dodici vincitori della VI Edizione dell’allora Premio Città di Recanati, costituisce un esempio importante dei valori di arte e cultura di cui il Festival si fa promotore da ormai ventisette anni.

Nella musica di Diego Carè si fondono i temi tipici della canzone popolare (la vita e l’amore, ad esempio), interpretati in modo del tutto originale attraverso l’uso del dialetto, che conferisce alle note e alle parole un raro senso di leggerezza e fantasia.

Nel 1995 hai partecipato alla VI Edizione del Premio Città di Recanati, di cui sei stato uno dei vincitori. Quale sensazione si prova nel prendere nuovamente parte al Festival dopo così tanti anni?

Poter partecipare a quell’edizione del Festival ha rappresentato per me un’esperienza importantissima perché, oggi come allora, Musicultura costituisce uno dei pochi, se non l’unico concorso musicale in cui l’espressività cantautorale riesce a emergere in modo completo e genuino. Al contrario di Sanremo, dove occorre avere già delle produzioni alle spalle, a Musicultura puoi presentare qualcosa di assolutamente personale, che è nato dalle tue viscere e, se piace, vieni contattato. Quindi, essere chiamato dopo così tanto tempo a completare la già ricca cornice della settimana de La Controra è una nuova spinta a continuare il mio lavoro.

In che modo il Festival si è rivelato determinante – se così è stato – per la tua successiva carriera artistica?

Sì, quel premio si è rivelato fondamentale perché mi confermato che ciò che stavo facendo era giusto e, soprattutto, perché mi ha dato lo stimolo per andare avanti.

“Pagni e ricordi” è un album che si contraddistingue per l’impronta prettamente folkloristica dei testi come della musica. Oggi, quella della canzone popolare è una scelta coraggiosa e assolutamente anticonvenzionale vista la necessità delle industrie della musica di produrre dischi il più possibile commerciabili. Non credi?

In realtà, la commerciabilità di un disco non rappresenta la mia preoccupazione principale. Cerco sempre di fare quel che più mi piace utilizzando spesso anche il dialetto. D’altronde, nella mia canzone Io vojo canta’ affermo proprio questo: “Io vojo canta’ come so parla’ ”.

Saper suonare più strumenti significa disporre di una conoscenza del suono e, in generale, di una visione della musica piuttosto completa. Se, però, dovessi scegliere il tuo strumento “di fiducia”, quello che più ti caratterizza e attraverso cui riesci a esprimere meglio i tuoi sentimenti, quale sarebbe?

La chitarra è sicuramente lo strumento con cui ho più confidenza, perché tutto è iniziato proprio strimpellando la mia chitarra acustica. Inoltre, si tratta di uno strumento veloce e che posso portare facilmente con me, ovunque vada – tant’è vero che ne tengo una nella mia camera e una in macchina.