Giro di boa: siamo ormai a metà strada delle Audizioni Live e il Teatro Lauro Rossi, colmo di gente, è pronto per il quinto appuntamento con questa prima fase della XXXV edizione di Musicultura. A inaugurare la serata è Alessandra Bosco che, formatasi al Berklee College of Music di Boston, arriva a Macerata per presentare, con Reia e Una voce, una voce, il suo mondo interiore, che definisce come la base della sua identità musicale. Intervistata dalla giuria del Festival, spiega proprio quanto il suo viaggio in America sia stato fondamentale per la sua esperienza artistica, già costellata di condivisioni di palco con grandi nomi del jazz mondiale. È poi la volta dei Dena Barrett, band toscana nata con l’intento di unire lo stile cantautorale a sonorità dark pop e indie rock. Forse più timida, più paranoica e Halloween sono i due brani eseguiti; restituiscono una dimensione intima, che si fa portavoce – anche – di dubbi e preoccupazioni sul futuro. Non a caso, il frontman del gruppo, Tommaso Bianchi, rivela: «Sono stato uno studente lavoratore, magazziniere e poi laureato. E ho fatto di tutto per far sì che la musica possa diventare il mio unico lavoro».
Segue Alec Temple, all’anagrafe Alessandro Zavoli, che ha scelto il suo nome d’arte dopo l’ascolto di un podcast di Michela Murgia. La sua Cenere accompagna il pubblico in spazi nostalgici pieni di emozioni e di dolore; il brano, spiega l’artista stesso, è infatti «dedicato a tutti coloro che hanno perso qualcuno nel vento». L’altro pezzo proposto, L’inverno muore, è il racconto di una storia di alienazione e di critica sociale da ballare su dancefloor. A calcare il palco del Teatro Lauro Rossi è poi il duo composto da Irene e Matteo, che nell’ambito del loro sodalizio artistico, Velia, hanno scelto di fondere le loro individualità: non più due, ma una sola creatura. Creatura che ha alle spalle una solida formazione presso l’Officina Pasolini e si esibisce in Scogli, il primo singolo prodotto, e Respirare, un viaggio emotivo che esplora la complessità delle reazioni umane di fronte al dolore. A concludere le esibizioni è My Girl Is Retro, progetto musicale di Carlo Cianetti, artista umbro, classe ’89, che afferma: «Utilizzo l’arte come terapia, mettendomi a nudo con il mio pubblico, emozionandomi e facendo emozionare chi mi ascolta». I suoi due, che richiamano lo stile tipico del cantautorato italiano, sono Tango! Atto I, e Tempo che passa.
Anche per questa serata il pubblico ha modo di esprime la propria preferenza. Sceglie i Velia, che ricevono così la Targa Banca Macerata, consegnata da Giancarlo Giulianelli, Garante per i Diritti della Persona della Regione Marche – promotore del progetto “La casa in riva al mare”, che offre a un gruppo di detenuti dell’istituto penitenziario di Barcaglione di Ancona l’opportunità di partecipare a laboratori musicali, curati da Musicultura – e Barbara Fidanza, docente dell’Università di Macerata.
Conclude la serata un ospite d’eccezione, Piero Pelù, membro del Comitato Artistico di Garanzia del Festival, che si esibisce in alcuni dei suoi più grandi successi. Sul palco, con lui, ci sono Finaz e la sua chitarra, che suonano per prime le note di Viaggio.
E quello proposto al pubblico del Festival è proprio un viaggio tra canzoni che hanno fatto la storia del rock italiano: Vivere il mio tempo, Io ci sarò, Gigante, El Diablo, Tribù. Sipario giù.
Sipario di nuovo su per un’altra serata di Audizioni Live, la sesta. A salire per primo sul palco è Ardo, che propone Borderline e Fatto di te. Classe ‘99, la sua produzione musicale si divide tra Vasto, sua città natale, e Milano. È proprio nel capoluogo Lombardo che riesce a trovare la sua identità artistica. Si definisce un eterno romantico e cerca, con la sua musica, di scaldare il cuore degli ascoltatori. Si prosegue con la performance di Francesco Faggi, che si esibisce sulle dolcissime note di Presa male e Ossigeno. La sua passione per il Jazz stimola l’ispirazione per le sue creazioni musicali; la sua scrittura è sia istintiva che schematica. È questo, spiega, che permette alle sue produzioni di essere universali.
La terza proposta è quella di Eda Marì, che con Zero coraggio e Tossic calca il palco accompagnata, oltre che dalla sua band, dai passi di danza di sua sorella. E non è un caso, perché la danza e il canto sono le due più grandi passioni dell’artista, che afferma: «Queste due arti sono come sorelle. Spesso riesco a trovare ispirazione per i miei brani osservando qualcuno danzare». Segue poi Marco Boccuto, che con Come faremo e Razza di ragazza porta sul palco un’atmosfera piacevolmente nostalgica. Intervistato dalla giuria del Festival, racconta anche di un’esperienza unica nel suo genere: un concerto al buio organizzato in occasione della sua seconda laurea. «È stata – spiega – una sperimentazione significativa per amplificare l’impatto sonoro della musica».
È poi il turno di Nyco Ferrari che propone, con il suo stile indie-pop, Sono fatto così e Lecca lecca. Esperienze passate a Londra, Parigi e New York generano uno stile del tutto originale. I lunghi viaggi e la voglia di fuggire, che fanno da padroni nel suo progetto, restituiscono una produzione musicale eclettica e coinvolgente. La sesta e ultima artista è la marchigiana VERI, che si esibisce in Anfiteatro e Rosa dei 20. Classe 2003, caratterizza la sua musica con una gran dose di spontaneità e spiega: «La mia parte razionale e studiata si incontra con la mia creatività irrazionale, per generare immagini dalle molteplici interpretazioni».
Ad aggiudicarsi il maggior apprezzamento da parte del pubblico, e quindi la Targa Banca Macerata, è Eda Marì, premiata da Edoardo Faletti, Consulente finanziario di Banca Macerata, e Domenico Panetta, Direttore generale dell’Università di Macerata.